Federico Morisio (ITA-676), atleta professionista da tempo impegnato nel circuito IWT, ci ha mandato questo avvincente resoconto, inedito, sulla sua recente esperienza all'edizione 2019 dell'Aloha Classic, svoltasi ad Hookipa, Maui, Hawaii.
Windsurf: Aloha Classic 2019. Il racconto di Federico Morisio
E' un racconto sincero da leggere tutto d'un fiato, di quelli che piacciono a noi. Oltre alla cronaca della gara di Federico, contiene importanti informazioni tecniche; ma anche molto di più: Federico apre la sua mente ed il suo cuore, per condividere il lato umano di questa esperienza, con le sue emozioni, e riflessioni. Ringraziamo tantissimo Federico per averci mandato questo report, e siamo convinti che questa occasione sia stata, comunque, un'esperienza importante che lo ha fatto maturare come atleta, e che porterà a Federico i risultati che si merita.
Quest’anno sono arrivato a Maui per l’Aloha Classic con tanto da giocarmi: dopo il 2° posto nel Topocalma Infernal in Cile a Marzo, il 7° posto in Oregon a Giugno, il 5° posto in Perù a Settembre e purtroppo non avendo avuto condizioni per la gara in Baja California ad Agosto, mi ritrovavo al 5° posto nella classifica generale ma a soli 700 punti da Bernd Roediger 3° (una vittoria sono 10000 punti, per cui eravamo veramente vicini) ed inoltre volevo confermare se non migliorare il mio 9° posto all’Aloha Classic dell’anno scorso, che obiettivamente era già stato un grande risultato.
Per cui personalmente sentivo un po’ di pressione, che comunque a me piace e motiva sempre! Purtroppo le settimane prima della gara non sono andate come avrei voluto, poichè oltre ad essere dovuto volare a Cincinnati, Ohio, per un paio di giorni per un progetto futuro con uno dei miei sponsors, una volta tornato a Maui mi sono infortunato al braccio sinistro, il chè mi ha obbligato a stare fuori dall’acqua per una settimana intera. Inoltre dalle previsioni si poteva già intravedere che, come ogni anno, sarebbe stata una Aloha Classic con le bombe! Il forecast dava onde dai 10 ai 15 piedi con un periodo di 14-15 secondi, ovvero tradotto nel linguaggio di Ho’okipa, onde dai 4 metri minimo fino agli 8 metri nei set più grossi. Esperienza, rischio e strategia sono le 3 parole chiave per questo tipo di condizioni.
Il 27 Ottobre, primo giorni di gara, arrivo ad Ho’okipa e sorprendentemente le condizioni non erano cosi enormi, infatti all’ultimo secondo il forecast aveva posticipato di un giorno l’arrivo della mareggiata. Cosi il primo giorno si è svolto in condizioni divertenti ed abbordabili con onde dai 2 fino ai 3-4 metri ed è stato svolto tutto il 1° Round della Single Elimination degli uomini. Sinceramente con queste condizioni mi sono sentito molto meno stressato e più motivato, avendo molta più esperienza con onde di queste dimensioni ed essendoci molto meno rischio involto! Sono andato là fuori ed ho attaccato, ho dato tutto, ho usato la mia conoscenza di Ho’okipa e ho preso le onde migliori mischiando buoni turns con grandi aerials. Questo mi ha permesso di vincere la heat con un punteggio totale di 12 punti davanti al local e waterman Zane Schweitzer (nipote dell’inventore del windsurf) e di passare al 2° Round. Non essendo arrivato all’Aloha con il massimo livello di confidenza ed allenamento, questa prima heat e vittoria sono stati una grande iniezione di fiducia e mi hanno moltivato molto per il Round 2; sapendo però che quella heat sarebbe stata in condizioni completamente diverse e contro avversari di un altro livello...
Il quattro volte campione del mondo Philip Koster, le leggende del windsurf Robby Swift e Boujmaa Guilloul, e Federico Morisio. Questa era la mia heat nel Round 2. Condizioni: vento leggero e onde tra i 4 ed 8 metri. Molto difficile, difficilisimo già solo entrare in acqua e surfare in queste condizioni ed ancora di più battere questi riders. Ma devo essere sincero: sentivo che questa era la mia occasione per lasciare il segno, per far sentire la mia presenza e mostrare che posso stare tra questi nomi e anche batterli. Ero pronto, arrabbiato e motivato. Inoltre battendo Philip Koster avrei dato una grande svolta alla lotta per il titolo mondiale PWA favorendo Victor Fernandez, Marcilio Browne e Ricardo Campello.
La giornata seguente si conferma in condizioni grosse e difficili con vento leggero. Prima della mia batteria riesco ad uscire dal canale senza finire a rocce e come inizia la mia heat commetto subito uno stupido errore di impazienza: prendo un’onda che pensavo fosse buona ma che in realtà si scopre corta e moscia; come esco dall’onda quella dietro è il doppio e mi rompe in testa. Dopo varie frullate non riesco neanche a ripartire in waterstart poichè il vento era calato ancora di più. Anche Robby Swift prende un’onda, cade e si ritrova a nuotare davanti alle rocce senza un filo d’aria. Ad un certo punto, dopo 5 minuti nuotando e cercando di fare un waterstart, sento la sirena del giudice di gara e vedo che la heat è stata cancellata per troppo poco vento. Meno male, ho pensato, perchè ho fatto un grande errore che non ripeterò più.
Esco dall’acqua in qualche modo e discuto con il mio coach Ferdinando Loffreda sui miei errori e sulle condizioni mentre mi preparo in caso la heat venga rifatta. Il vento aumenta di nuovo e decidono di mandare in acqua la heat dopo la nostra: la mia batteria sarebbe stata la seguente. Mi preparo e vado in acqua 20 minuti prima della batteria per evitare di finire a rocce ed arrivare sulla line up in tempo mettendomi anche in una situazione di priorità per poter prendere l’onda migliore.
Inizia nuovamente la mia heat, stesse condizioni, stessi avversari e vento leggermente più forte e stabile. Ero gasato e pronto.
Purtroppo però ho fatto degli errori imperdonabili. Non ho surfato come so. Sono stato troppo “safe” e mi sono meritato il 3° posto nella heat, non passando così al 3° Round... E’ stata una grande mazzata psicologicamente. Sapevo che avrei potuto soffrire queste onde cosi grosse e disordinate, ma da giorni mi stavo preparando mentalmente perchè volevo arrivare preparato e gasato. Ma una volta che mi sono trovato nella heat ho sofferto mentalmente e non ho surfato come avrei dovuto. Non ho attaccato le onde come so ed ho commesso degli errori stupidi che di solito non commetto. Anzi, di solito in gara performo meglio che in free-sailing, ma queste condizioni mi hanno fatto soffrire. All’ultimo minuto della batteria ho trovato un’onda bellissima sui 4-5 metri che “apriva” e che mi avrebbe permesso di fare 4-5 turns e probabilmente ottenere un punteggio che mi avrebbe permesso di passare al 2° posto, buttare fuori Koster ed andare al 3° Round. Ma al secondo turn mentre abbassavo la vela la penna ha toccato l’acqua, sbilanciandomi e facendomi uscire dall’onda. Un disastro. Un errore fatale che mi è costato la heat.
Ci sono rimasto davvero male perchè sapevo di poter passare e battere almeno 2 di questi riders; ma mi sono meritato di non passare e da questa esperienza ho di nuovo imparato tanto e sento forte il fuoco dentro di me per migliorare e fare meglio la prossima volta. Ogni heat è questione di vita o di morte, non si può non rischiare affatto e neanche rischiare troppissimo; bisogna trovare quel sottile equilibrio tra fare al meglio quello che sai fare, spingere i tuoi limiti, rischiare e allo stesso tempo non finire sulle rocce dopo la prima onda o rompere l’attrezzatura durante la batteria. Ma io questa volta ho davvero rischiato troppo poco e non ho attaccato queste onde come so e come avrei dovuto. Lezione imparata. Adesso avanti tutta per la prossima volta!!!!!
Oltre a questa sconfitta, a causa della mancanza di condizioni, non siamo neanche riusciti a fare la Double Elimination (la seconda opportunità) e purtroppo non ho avuto l’occasione di rifarmi. Siamo stati molto vicini a fare la heat per 2 giorni di fila, con condizioni di onde grosse e vento leggero side-onshore, ma ogni volta prima della mia heat la gara veniva cancellata per la giornata perchè le condizioni erano troppo estreme: troppa gente finita a rocce e anche un infortunio. Quando Ho’okipa è cosi grande e pure con vento side-onshore diventa davvero una mission-impossible andare in acqua e surfare! Alla fine ho preferito che non abbiano continuato la gara in queste condizioni perchè obiettivamente era solo un rischio inutile: un rischio di farsi male e rompere tanta attrezzatura sulle rocce.
Chiudo così l’Aloha Classic 2019 al 17° posto, deludente per me, e la classifica generale del International Windsurfing Tour al 4° posto generale, per il terzo anno consecutivo. Nonostante tutto sono contento; perchè ho di nuovo imparato tanto e perchè mi sono reso conto di poter surfare davvero bene qui. Per quanto riguarda i risultati in generale sento che quest’anno ho pensato troppo ai numeri ed al voler far bene per arrivare terzo e ecc.. Ho pensato troppo ai numeri invece che semplicemente godermi ogni gara, divertirmi e dare il massimo! Penso che questo sia stato l’errore più grande e per l’anno prossimo voglio davvero stare più tranquillo e gareggiare perchè voglio, perchè mi diverte e per mostrare il mio livello di windsurf, e non per un numero o una posizione!
Sono felicissimo perchè sembra che l’Aloha Classic IWT e PWA sia confermata anche per l’anno prossimo; quindi ci sarà da divertirsi e ci rivediamo qua tra 12 mesi! ;)
Un saluto grande a tutti i lettori di Waterwind e grazie mille per l’attenzione! Spero che il report vi sia piaciuto e di essere riuscito a trasmettervi un po’ di emozioni! Ciao e vi auguro tanto vento!!
Federico Morisio
Qui sotto, potete gustarvi la slidegallery inviataci da Federico, con le foto dell'evento.
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