Molti mi avevano detto che Funtana Meiga, nella penisola del Sinis, in Sardegna, fosse un vero parco giochi. In occasione di questo ponte di Novembre, ho finalmente avuto l'occasione di fare due uscite in questo spot, che hanno confermato alla grande tutte le migliori aspettative.
Windsurf session: Funtana Meiga (Sardegna), 29-30/10/2017
Dati tecnici delle uscite:
29 ottobre 2017
Vento: Maestrale, intorno ai 25 kts (side/side-on).
Piano d'acqua: onde belle regolari e surfabili, di altezza compresa tra 1 e 2 metri.
Vela: Ezzy Elite 4,7 2015
Tavola: Fanatic Triwave TE 86 2013, settata a thrusther.
Peso del Rider: 70 kgs
Abbigliamento: Muta lunga 4/3, calzari, capo e mani nude.
30 ottobre 2017
Vento: Maestrale, intorno ai 20 kts (orientato più da ovest, e quindi più onshore).
Piano d'acqua: onde belle regolari e surfabili, di altezza compresa tra 1 e 2,5 metri.
Vela: Ezzy Tiger 5,5 2013
Tavola: Fanatic Triwave TE 86 2013, settata a trusther.
Peso del Rider: 70 kgs
Abbigliamento: Muta lunga 4/3, calzari, capo e mani nude.
Commento delle uscite
Ancora riaffiora nella mia mente l'immagine del lip di una delle onde che mi insegue, mentre io scendo, imposto il bottom, e rivolgo lo sguardo alle mie spalle, per accennare il cut back. Il waveriding è una droga, ed ormai questa immagine è diventata il mio sogno ricorrente....
Già l'arrivo a Funtana, domenica mattina (29 ottobre) verso le 9,00, è stato un piacere. Devo ancora una volta ringraziare Lorenzo Beltrani di Windcam.it, per le dritte per raggiungere lo spot (e per non avermi mandato a quel paese, per avergli detto di essere a Funtana), oltre al Local e nostro collaboratore Gian Lorenzo Loria di Alghero, ed all'amico Fabrizio di Venezia, per le ulteriori preziose informazioni (leggi la nostra dettagliata recensione dello spot, che condensa tutte le indispensabili informazioni per godersi pienamente questo magnifico posto).
Con l'amico Andrea (il dottore), abbiamo percorso le meravigliose strade (in questo periodo, poco trafficate), che attraversano la campagna nell'entroterra della penisola del Sinis, ed abbiamo raggiunto il parcheggio sulla duna litoranea che scende a mare, in corrispondenza dello spot. L'atmosfera mi è subito apparsa quella giusta: il parcheggio era già parzialmente occupato da van e macchine di windsurfers locali, ma anche e soprattutto provenienti dal resto d'Italia (Toscana e Nord Italia, per lo più), e dal Nord Europa (Germania, ed Austria, principalmente). La Sardegna, in particolare fuori stagione, è ancora una terra sufficientemente selvaggia, per regalare quella meravigliosa sensazione di vacanza on the road, a contatto con una natura maestosa e potente.
Sullo spot, domenica, abbiamo incontrato i nostri amici Thomas di Monaco, e Sergio di Monza, che hanno dormito sullo spot (Sergio in tenda!). Le prime immagini dello spot sono state subito eccitanti e rassicuranti allo stesso tempo.
Oltre alla bellezza del tratto di costa, chiusa a Sud dalle meravigliose spiagge di San Giovanni Sinis, un discreto maestrale, ancora non forte (ma in rinforzo dal pomeriggio secondo le previsioni), ci ha accolto, promettendo una giornata divertente. Inoltre, le onde sono apparse subito belle: finalmente, non le solite onde disordinate degli spot dove il mare è in tempesta, ma lisce, regolari e di altezza giusta, presenti in molti punti dello spot. Infine, il tepore della magnifica giornata di sole ha fatto il resto per metterci di buon umore. Insomma, siamo entrati in acqua senza particolari ansie, vogliosi di metterci alla prova, e di buttarci in quel ben di Dio... I primi riders sono entrati verso le 9,30, con vele poco sopra i 5 metri. Si sono potuti godere le onde, già piacevoli, in beata solitudine. Per non cambiare vela, io ho preferito aspettare.
Chieste ai presenti un po' di dritte, in merito alla dislocazione delle rocce semi-sommerse da evitare, abbiamo iniziato la nostra prima sessione di domenica, entrando in acqua dall'unico punto di ingresso, in prossimità del parcheggio, dove, partendo mure a dritta al traverso del vento, side/side on, non vi è pericolo di imbattersi in qualche scoglio (vedi ancora dettagliata relazione dello spot). Una volta entrati in acqua, è iniziata la giostra.....
Sono entrato in acqua con la 4,7, trimmata grassa, e con la Fanatic Triwave, con la quale ormai ho una buona confidenza. Il feeling con l'attrezzatura mi è sembrato subito buono, avendo la sensazione di essere correttamente invelato, e con una tavola adatta alle condizioni.
Già in uscita, le onde ripide e frangenti consentivano di saltare facilmente, grazie anche alla direzione side/side on del vento.
Nei primi bordi, non conoscendo lo spot, ho cercato di osservare gli altri. Al largo, il mare è apparso subito abbastanza formato, con i classici panettoni, raramente frangenti, sui 2 metri, o poco più. Nel bordo di rientro mure a sinistra, avvicinandosi alla costa, si entrava nella zona dove si alzano le onde da surfare, prima che queste inizino a frangere, a circa 100 metri dalla riva. Questa è la zona erogena.....dove si desidera tornare di continuo per cavalcare le onde (quindi, bordi corti il minimo indispensabile al largo, per guadagnare l'acqua persa sopra vento).
Il primo giorno, nel cercare di cavalcare le onde, ho avuto le stesse difficoltà che si erano manifestate alla Coudouliere qualche settimana fa, con l'onda che mi è scappata spesso sotto la tavola, quando cercavo di partire per iniziare a scenderla. Comunque, forse più per caso, sono riuscito a prenderne subito qualcuna, provando l'ebbrezza di iniziare a scivolare sul suo fronte e di prendere velocità. Molto bella anche la sensazione di trovarsi sulla stessa onda con altri windsurfer, sia per il fascino dell'immagine da un punto di vista visivo, sia perchè era bello constatare le evoluzioni dei più bravi. A questo proposito, è subito risultato importante, vista la presenza di non pochi riders in acqua (ma nulla di impossibile), rispettare le regole di precedenza del waveriding, per evitare incontri troppo ravvicinati. I miei primi veri bottom sono risultati ancora molto ampi, e troppo poco aggressivi, ed i cut back altrettanto timidi, ma l'esperienza del primo giorno, mi è già tornata utile, ed il secondo giorno le cose sono andate già meglio da questo punto di vista.
Surfate, o meno.... le onde, a circa 50 metri dalla riva, è meglio strambare o virare, per evitare di finire troppo vicino al tavolato roccioso sommerso in prossimità della linea di costa, in caso di caduta. La cosa bella di Funtana Meiga è che lo spot è sostanzialmente sicuro, in quanto in caso di wipe out, le onde che arrivano verso la spiaggia sono ormai smorzate, e non sono in grado di produrre grossi danni. Domenica sono entrato in acqua a ripetizione, e sono rimasto in tutto circa 3 ore. Nella parte centrale della sessione, essendo il vento rinforzato, ho provato a smagrire la vela, ma devo dire che la Ezzy Elite con poca pancia mi è sembrata un po' nervosa, e non mi è piaciuta molto. Pertanto, l'ho sventata in balumina, ma le ho ridato un po' di pancia, nella parte finale della mia sessione. Anche gli altri amici si sono divertiti, anche se siamo tutti usciti un po' provati dalla sessione (il waveriding è molto divertente, ma faticoso).
Nella parte centrale del pomeriggio, è arrivato sullo spot anche il fortissimo rider locale Matteo Spanu con il figlio, che ci è sembrato molto cordiale, e con il quale abbiamo scambiato chiacchiere, chiedendogli qualche consiglio per raggiungere Putzu Idu e Capo Mannu. Infatti, messa a posto l'attrezzatura, dopo la sessione, abbiamo deciso di andare ad esplorare anche gli altri spot del Sinis (nella mattina avevamo visitato Torregrande). La visita di Capo Mannu è stata elettrizzante, ed è stato emozionante assistere alla sessione al Capo, di Roberto Festa, un altro surfista di alto livello della zona (leggi l'articolo su Capo Mannu).
Lunedì 30 ottobre, le previsioni promettevano un vento più leggero, ma onde più grosse. E così è stato (Windy.com si sta rivelando sempre più affidabile). Io ho scelto di mantenere una tavola piccola ed agile sotto i piedi, ma di avere un motore potente. Ho armato la 5,5, piuttosto smagrita in balumina. Anche questa scelta, si è rivelata azzeccata, e mi ha consentito di stare in acqua per circa due ore. Solo nel finale la vela è risultata un po' grossa. Lunedì il vento è risultato orientato un po' più da ponente (e quindi un po' onshore, soprattutto al largo), scontentando i palati più fini. Francamente, la possibilità di giocare ancora con quelle meravigliose onde, mi ha fatto apparire la sessione una meravigliosa conferma di quanto possa essere libidinosa Funtana Meiga.
Lunedì il mio waveriding è andato meglio. Le onde, essendo più grandi, erano più facilmente leggibili, ma io ho anche capito due cose fondamentali. Innanzitutto, che quando si entra nella zona delle onde, per riuscire a prendere quando queste si alzano, bisogna andare piano, e non bisogna planare a palla. Bisogna saper rallentare ed aspettare, guardare sopra vento, e leggere il piano d'acqua, per vedere le onde che si stanno formando. Per questo probabilmente, nei migliori spot wave, i riders esperti non amano il vento forte. La seconda importante constatazione, che mi ha consentito di prendere finalmente più onde, è che bisogna iniziare ad accelerare (magari pompando un po' con la vela), appena è passata un'onda e si è nel cavo prima di quella successiva, perchè le onde sono molto più veloci di quanto si possa credere. Questo mi ha consentito di prenderne molte di più lunedì, e di eseguire diversi bottom turn, iniziando ad impostare la tecnica. Per il cut back, c'è ancora un sacco di lavoro da fare.... L'uscita dal bottom ancora non sufficientemente veloce ha spesso fatto si che sia arrivato sul lip dell'onda troppo lento, e che mi sia fermato, diventando preda dell'onda frangente, e rimediando una bella serie di wipe out. La direzione più onshore del vento, da questo punto di vista, sicuramente, lunedì non mi ha aiutato.
Ho anche provato l'esperienza di andare a rocce.... Ed ho pensato alle parole del buon Lorenzo Beltrani di Windcam, che, quando mi consigliò la fanatic triwave, mi disse "vacci a rocce", proprio per farmi capire che con il wave non bisogna avere paura di mettersi in gioco. Per la smania di surfare le onde quanto più possibile, sono arrivato a strambare troppo vicino alla riva, e chiusa la strambata, mi sono trovato subito di fronte un'onda frangente che mi ha fatto cadere.... Quella successiva, ha portato quasi a riva me e l'attrezzatura.... MI sono così trovato a camminare sull'irregolare tavolato roccioso. Comunque, come ho detto, le onde non sono cattive, e si tratta solo di avere la pazienza di rifare la waterstart e riconquistare il largo. La preoccupazione principale, francamente, è stata quella di mettere i piedi su un riccio.... Per fortuna avevo le scarpette.
Verso le 12,15, dopo due ore di puro divertimento, ho deciso di uscire dall'acqua. Poco prima di uscire, nel bordo mure a sinistra per tornare, involontariamente, mi sono trovato sul lip di un'onda veramente bella grossa, che accennava a frangere. L'immagine mi si è stampata nella mente. Peccato che le batterie quasi esaurite, mi hanno indotto dopo un po' di metri a lasciarla andare (dopo averne già prese tante), per non scarrocciare ulteriormente, ed essere costretto a fare due bordi ulteriori prima di rientrare.
In definitiva, Funtanta Meiga mi è entrata nel cuore, ed insieme a Gruissan, La Coudouliere, e San Teodoro, la metto tra i miei spot dove la qualità dell'uscita è assicurata.
Ajò. Fabio
Cliccate qui, per guardare la slidegallery completa ad alta risoluzione delle foto fatte il 29 ottobre
Cliccate qui, per guardare la slidegallery completa ad alta risoluzione delle foto fatte il 30 ottobre
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Il video delle sessioni di domenica e lunedì
Un video di un freestyler molto bravo, presente a Funtana in quei giorni