Le perturbazioni invernali ci hanno riportato, finalmente, tanto vento. Andora, domenica 10 gennaio 2016, ha regalato una buona giornata di Libeccio, entrato prepotentemente a metà giornata, spazzando via i dubbi dei molti surfisti accorsi sullo spot da tutto il Nord Italia già dalla mattina presto.
Abbiamo seguito le previsioni per tutta la settimana, cercando di sciogliere i dubbi sulla direzione del vento sull'alto Tirreno e sul Mar Ligure per la giornata di domenica: Ovest, e quindi Calambrone o Vada, in Toscana, oppure Sud Ovest, e, quindi, ponente ligure? Alla fine, siamo andati in Liguria, confortati dalle previsioni di Libeccio del sabato pomeriggio, ed anche della domenica mattina. Almeno, come direzione ed intensità del vento non abbiamo sicuramente sbagliato, considerato che gli spot della Toscana, domenica non hanno lavorato granchè, a quanto ci hanno detto.
Andora, come spesso accade in queste occasioni, ha registrato il pienone, con un colpo d'occhio in acqua emozionante. Veramente tante le facce note, incontrate sullo spot: Roberto e Marco, amici del Garda; dal lago di Como, Cassik (windnews.it), e Adolfo (windsurfcremia.it); Norberto da Legnano; Carlo, Angelo (con la mia amata ex RRD FSW, che gli ho venduto, e che un po' nell'uscita ho rimpianto), Giacomo, e Matteo da Milano; Pino (amico dell'ASD Windsurf Andora), sempre presente; Marco di Torino (con il quale è sempre piacevole parlare, e che ad Andora "si sente a casa"), e tante altre facce note del popolo di surfisti, che puntualmente incrocio in occasione delle trasferte. Infine, con me in macchina Alessandro e Francesco, lecchesi.
Windfinder e gli altri siti, in genere, davano l'ingresso del vento per le 13. Ma si sa, i surfisti sono pessimisti ed impazienti. Così tra la folla arrivata tra le 10 e le 11 in un Andora assolata e tiepida (15 gradi), è subito iniziato a serpeggiare un po' di pessimismo. E quanto accaduto serva di lezione a molti. Bisogna avere fiducia e pazienza, aspettare che il vento entri come previsto, e valutarne bene l'intensità. Alle 12, i primi hanno iniziato ad entrare in acqua (Michelino tra questi), in un mare azzurro, ed ancora con poca onda. Ma nel giro di un'ora, le condizioni sono cambiate radicalmente, ed entro le 13 le raffiche sono arrivate a terra già a 25 nodi.
Io in questa uscita avevo da provare la nuova tavola, appena comprata usata da Sergio: RRD Firewave 102 Ltd 2014, un wave entry level, a detta dei più, che intendo usare come tavola da vento forte. Quindi, scelta della tavola obbligata, settata con le pinne di serie. Per la vela, dopo la misurazione con l'anemometro a terra dei 25 nodi di raffica, ho optato per una Ezzy tiger 4,7, pentemendomene poi decisamente, in quanto avrei dovuto aspettare ancora una mezz'ora, per valutare la reale intensità del vento, poi entrato al largo, bello tosto, da 4,2, o anche qualcosa in meno (peso 70 kg). Muta 5 mm bifoderata, calzari due millimetri e guanti leggeri, nonchè berretto in neoprene. Assolutamente nessun problema di freddo.
Anche Alessandro ha optato per una 4,7 Ezzy Elite, da abbinare alla sempre valida Tabou 3s 106. Giacomo è uscito prima con l'80 litri, decidendo troppo tardi di usare il 70 litri....
Al momento del nostro ingresso in acqua, verso le 13, l'onda non era ancora particolarmente formata.
Le mie impressioni sull'uscita risulta pesantemente condizionata dalla difficoltà di prendere confidenza con una tavola con uno shape per me nuovo. Quindi, la mia valutazione della sessione non fa molto testo, complice anche la sovrainvelatura. Probabilmente, con la vecchia RRD FSW sarebbe stata un'uscita divertente, paragonabile a quella del gennaio 2015 (leggi report). Se qualche lettore, volesse postare, nei commenti a fine articolo, le sue impressioni sull'uscita, farebbe cosa gradita.
Della tavola wave ho rilevato subito la notevole manovrabilità (con i piedi si sposta in un attimo, ancora più del FSW), e la tendenza ad orzare brutalmente appena il peso va a poppa. Nel bordo verso il largo (con onda in faccia), non ho avuto grandi problemi a bolinare, dopo aver preso confidenza nei primi metri per trovare l'equilibrio tra il rischio di andare troppo all'orza e quello di poggiare troppo, rischiando qualche catapulta (equilibrio, comunque, non banale in una giornata con vento e/o onda al largo variabili). Nel bordo di rientro, invece, ho avuto sempre difficoltà, in primo luogo per la qualità del vento negli ultimi 100-200 metri, purtroppo veramente molto instabile, e ruotato da Ovest (talora side off, tanto più quanto si scadeva verso la foce del fiume, ed il porto); in secondo luogo, oltre alle condizioni difficili, e che richiedavano estrema sensibilità e buon piede, ci ho messo un attimo a rendermi conto che la tavola wave non può essere portata a stringere più di tanto, sia perchè altrimenti finivo in spin out, e sia perchè non le si può più di tanto far perdere velocità, per non perderne il controllo sotto i piedi. Infine, come mi ha spiegato poi Adolfo a riva, nei buchi di vento, l'onda da dietro (nella parte centrale dell'uscita, diventata notevole), andava assecondata, e non presa di lato, dal momento che ciò avrebbe comportato perdita di velocità, e solo scarroccio.
E' stato impressionante constatare quanto velocemente il mare sia montato durante l'uscita, con onde che al largo hanno presto raggiunto i quasi tre metri, ed a riva i quasi due nella zona della foce del fiume, dove alcuni riders sono andati apposta in cerca di surfate adrenaliniche, e soprattutto prima della scogliera del porto (in tale zona, talora frangenti anche al largo). Notevole anche la corrente in prossimità delle scogliere.
Il sottoscritto ha scarrocciato parecchio... Infatti, per tenere il bordo al rientro in planata, e rimanere veloce, tornando a riva, ho deciso di tenere una rotta più larga. La sovrainvelatura, nonostante il discreto allenamento, mi ha affaticato parecchio. Morale: tavola wave da riprovare in condizioni più semplici, ovvero meno rafficate.
Degli amici con me, Alessandro si è divertito. Credo che abbia provato le stesse sensazioni provate da me le prime volte che sono riuscito a godermi Andora. La tavola più semplice e polivalente lo ha aiutato, è stato bello incrociarlo in acqua in qualche bordo. Francesco ha lottato con lo shorebreak come molti (grande folla e battaglia a riva), come, credo anche Angelo, con la mia ex tavola: a loro una pacca di incoraggiamento. La gavetta serve sempre. Comunque, consoleatevi: ieri le condizioni ad Andora non erano banali.
Gli altri riders sono usciti ad Albenga ed alla Spiaggia d'oro ad Imperia. Di quest'ultima, sappiamo di un grande affollamento. Delle condizioni offerte da Albenga e da Diano Marina (se qualcuno è uscito qui), non sappiamo nulla, e ci piacerebbe avere qualche ritorno in merito (sempre nei commenti).
La porta dell'inverno si è spalancata. A noi sta, ora, scegliere e sfruttare le migliori occasioni.
Aloha. Fabio
Per vedere la ricca sligeallery della giornata, ad opera di Adolfo Pennacchini (windsurfcremia), cliccate qui.
Mandateci i report (anche brevi) delle vostre uscite con foto e video. Li pubblicheremo su Waterwind, per condividerli con tutti!
Qui sotto, un breve video della sessione
Sullo spot presente anche il Pro Matteo Iachino, qui ripreso nella prima parte della giornata