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Adriano ci ha mandato un appassionato racconto dell'ultimo suo viaggio in Sardegna. Alcuni momenti li abbiamo condivisi insieme.

 

La Sardegna di Adriano: novembre 2024

 

Non mi abituerò mai!


Quando il traghetto passa il promontorio di capo Figari, si entra nella baia di Olbia per poi attraccare nel porto, l’isola di Tavolara maestosa ti guarda dall’alto e sta iniziando un nuovo giorno in Sardegna con le sue luci e i suoi colori…gli occhi e l’anima si illuminano.
Non riesco e non voglio abituarmi a queste emozioni, nonostante ormai riesca a trascorrere oltre 100 giorni non consecutivi all’anno su questa isola.
Ogni volta che arrivo, so che i giorni futuri mi riserveranno cose belle, e non solo per il vento ed il windsurf, ormai non guardo più le previsioni per partire, devo semplicemente partire, tanto comunque vada sarà bellissimo.

 

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Questa volta però le condizioni meteo riservavano grandi cose: una settimana di vento tutti i giorni, il che, in questo periodo, non è poi così strano.
Questa volta invece di andare diretto a casa da Filippo, con Elena abbiamo deciso di passare un paio di giorni sull’isola di Caprera e stare immersi nella natura col nostro furgone e Leo, cane esploratore, sicuri che a novembre l’isola è praticamente deserta, e si può godere della natura incontaminata lontano dai rumori e dalla frenesia. Le temperature regalano momenti di benessere al sole e l’acqua del mare frizzantina riattiva tutti i sensi, con albe e tramonti mozzafiato.
Trascorsi un paio di giorni tra La Maddalena e Caprera, ci dirigiamo a casa a Barrabisa da Filippo ed il ponente inizia a posizionarsi come da previsioni. Trascorriamo i primi tre giorni facendo windsurf a chilometro zero.


Portopollo si presenta, per me, nella sua forma migliore in questo periodo, ormai tutte le attività turistiche sono chiuse, la stagione estiva è ampiamente conclusa, ed il tutto riaprirà ad aprile con l’arrivo progressivo di turisti da tutte le provenienze.

Adesso, gli spazi sono a disposizione dei pochi amanti degli sport acquatici e l’atmosfera è molto rilassata, si armano i “giocattoli” scambiando quattro chiacchiere con i compagni di divertimento, ci si gode la tranquillità essendo consapevoli di quanto si stia bene in questo posto. Le condizioni sono da freestyle e vele da 4.4 – 4.8.


Passo svariate ore in acqua con Filippo e tutti i ragazzi terribili del Portopollo Team. Tutti eseguono manovre alla grande, decido di fare un po’ di foto a Filippo che alterna momenti di “scazzo” ad altri di estrema potenza con speed loop atterrati in planata e svariate manovre aeree, flaka, shaka, spock e altre diavolerie!


La giornata successiva si prospetta impegnativa perché a Portopollo sono previsti tanti, tanti nodi di vento da maestrale, il che rende impraticabile lo spot; quindi, con Filippo decidiamo di spostarci alla Ciaccia, a Valledoria, per fare una uscita wave tra le onde. Troviamo sul posto al nostro arrivo Fabio (Mr. Waterwind, appena scappato dal continente, chissà perché?) Alessio da Stintino e altri amici milanesi in trasferta sarda.

 

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Arriviamo verso le 12 e le condizioni sono toste, vela 3,6 per Filippo e 4,0 per me, entrambi con le Gun “Yeah” del mio piccolo bimbo, che cambierà con i modelli 2025 appena gli arriveranno, e queste le passerà a me (il mio destino ormai con l’attrezzatura del figliuolo).


Filippo entra in acqua bello carico e sicuro, io invece sono un po’ più timoroso, ma “stringo le chiappe” e vado. C’è molta corrente laterale a riva e per superare gli schiumoni bisogna lanciarsi al lasco per prendere velocità…e se perdi il controllo dell’attrezzatura…ciaooooo ci si rivede a riva centrifugati, a me è successo due volte. Il vento è forte ed io la 4,0 mq la tengo non senza difficoltà, le masse d’acqua sono importanti e nel bordo in uscita cerco di limitare i decolli perché, ahimè, sono con poco controllo! Insomma, uscita impegnativa e molto fisica, ma tutto serve come training in vista del ritorno a fine gennaio a Città del Capo per bissare l’esperienza bellissima dell’anno scorso.


Io e Filippo ci siamo portati, in questa trasferta, il nostro super cane Leo che vagava per il parcheggio della Ciaccia in cerca di qualche biscottino dai surfisti, e siccome è parecchio insistente qualcosa è riuscito a portare a casa. Durante la nostra uscita lui scrutava l’orizzonte dal furgone, guardando quegli strani individui con quelle “cose” colorate che vanno avanti e indietro nel mare.

 


Durante il ritorno alla base, ci siamo fermati a trovare l’amico Niki, che ha da poco trasferito la sua attività lavorativa in località Capannaccia a Palau. Camperizza furgoni con maestria e talento, se avete bisogno, o semplicemente volete fare una bella chiacchierata con una buona birra, passate a trovarlo (instagram: nikimusajo).


La sera cena con Fabio con una buona pizza a Palau e belle chiacchiere. Come ormai sostengo da tempo, la differenza la fanno le persone con cui trascorri del tempo, se poi ti trovi in posti belli e condividi emozioni, il tutto rende speciali i momenti insieme.
L’indomani, giornata tranquilla in attesa della nuova botta di venerdì a chiusura della settimana di vento. Sono uscito ai “Gabbiani” con la 5.2 ed il freestyle, però con poca soddisfazione, maestrale rafficato, girato poi a libeccio ma sempre con poca decisione, ma va bene così.
Il venerdì la giornata si presenta complicata (per quando possa definirsi complicata una giornata in cui bisogna decidere dove andare a surfare). Fabio si è trasferito in zona Oristano per prendere le condizioni previste nel parco giochi di Funtana Meiga.


Nella costa Nord della Sardegna la situazione è variabile. Le varie info provenienti dagli spot danno La Ciaccia con vento forte però troppo da mare, forse meglio Platamona. Anche Cala Pischina con vento e mare un po’ così, Marina delle Rose con mare grosso e schiumoni…quindi boh! Impegni lavorativi mi trattengono davanti al computer fino a mezzogiorno, e nel frattempo la zona di Portopollo è flagellata dal maestrale furioso.


Insieme a Filippo e Alessandro ci dirigiamo verso la Costa Smeralda a cercare uno spot di cui mi avevano parlato, lo troviamo e per entrare in acqua bisogna percorrere qualche centinaio di metri a piedi con l’attrezzatura attraverso una stradina; poi armare in una spiaggia di pochi metri quadrati, quindi uno alla volta. Insomma, non è molto accessibile e comodo. Una volta entrati in acqua bisogna fare attenzione alle rocce e…stare fuori. Per rientrare, bisogna poi centrare il canale per accedere alla micro-spiaggia. Lo spot però è molto bello e nella baia si creano delle belle onde su cui fare dei bei salti. Il vento è forte, sempre tra la 3.6 di Filippo e la 4,0 per me e Alessandro. In acqua un altro ragazzo, anche lui di nome Filippo, di Milano, ma spesso in Sardegna.


Il mio Filippo si accorge dopo qualche bordo di aver praticamente rotto il tendon del piede d’albero, e non avendo un piede d’albero di scorta decidiamo di alternarci nell’uscita, così da non rovinare la giornata; ma l’altro Filippo, già in acqua da due ore toste, gli presta molto gentilmente il suo sulla fiducia di riaverlo, e qui mi viene data conferma che la differenza la fanno le persone. I due omonimi si scambiamo i riferimenti per ribeccarsi e restituire il fondamentale accessorio prestato con potenziale birretta a seguire!


Stiamo in acqua un bel po’, più di due ore in uno scenario strepitoso, colori bellissimi dell’acqua e delle rocce di quel rosso particolare che il sole del tardo pomeriggio illumina.
Sabato mattina il vento è finito, quindi io e Leo raggiungiamo Filippo e la sua banda a Rena Maiore dove sfruttano le onde per fare surf, e anche in questa situazione il Leo cane va a rompere le scatole ai surfisti sulla spiaggia. Nel pomeriggio chiudiamo alla grande con un trekking io e Leo, che ci porta sulla spiaggia di Cala di Trana partendo da Costa Serena, dove viene a recuperarci in gommone Filippo, per poi andare a godere il tramonto a Spargi.


Chiudo con la stessa frase con cui ho iniziato: Non mi abituerò mai!

Ritorno in continente con l’entusiasmo di prenotare il biglietto per il prossimo traghetto che mi riporterà in questa isola strepitosa, il che succederà tra poco.

Ajo! Adriano

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