Per i principianti armare una vela da windsurf e preparare al meglio la tavola, valutando il risultato ottenuto, è un'operazione piena di incognite. Riceviamo nel forum di Waterwind tante richieste al riguardo. Visto che dalle performance della vela e della tavola in acqua dipende una parte importante del nostro divertimento, abbiamo ritenuto opportuno pubblicare questo articolo - scritto a 4 mani da Nico e Fabio - per alleviare le pene dei "giovani" surfisti.
Windsurf: la preparazione della tavola e della vela
Eccoci qua. Dopo aver scelto (grazie anche alla nostra guida per i principianti per la scelta dell'attrezzatura), noleggiato o acquistato l'attrezzatura per iniziare, è il momento di passare all'azione… o quasi!
Sì, perché se siamo andati in un centro specializzato come quelli sul Lago di Garda, la tavola ed il rig sono già pronti per essere messi in acqua, altrimenti dovremo preparare il tutto per la nostra prima avventura. Vediamo allora questo secondo caso.
Avremo: la sacca in cui è custodita la vela, due pali in vetroresina o carbonio, cioè le due sezioni dell'albero, un tubo più o meno ad elisse, cioè il boma, un innesto a tappo con carrucole, ormai sempre provvisto di un tubo-prolunga, il piede d'albero, ormai sempre con snodo flessibile da attaccare alla tavola, nel binario del track.
Il "pezzo di tubo" di cui si parlava sopra, in alluminio (o carbonio), è appunto la prolunga, e va messa tra il piede d'albero e l'albero, e serve per allungare l'albero di quel tanto che basta per la vela che possediamo. Teniamo conto che, invece, se la vela ha il vario-top, cioè una specie di cappuccio in cima da regolare con un nastro o con delle corde, e l'albero è appena più lungo della tasca d'albero della stessa, la prolunga potrebbe non servire (questo avviene di solito sulle vele scuola e sulle misure piccole delle vele wave). Non è però detto che con questa soluzione, si ottenga il miglior risultato in termini di performance. L'albero più lungo potrebbe risultare più rigido di quello raccomandato per la vela, che, quindi, potrebbe risultare in acqua più "nervosa", con accelerazioni indotte alla tavola più nervose.
Dalla parte della tavola, avremo: la tavola appunto, la deriva a scomparsa (nelle tavole beginner), la pinna attaccata sotto a poppa, e la basetta d'albero, molto spesso, oramai diremmo sempre per le moderne attrezzature, integrata con lo snodo flessibile (l'insieme è detto piede d'albero); è un componente che andrà avvitato nel track della tavola, e collegato solo all'ultimo momento al rig.
Consiglio pratico: indipendentemente dalla presentazione che segue, sarà meglio preparare e portare in spiaggia prima la tavola, completa di pinna e piede d'albero, e solo dopo poi il rig, specie in presenza di vento medio o forte, e in luoghi dove la vela se lasciata da sola potrebbe volare via.