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Mi sono tolto anche questa soddisfazione: ho fatto la ferrata del Piz Trovat, in Engadina, Svizzera, che vi porta ad arrampicare al cospetto delle magnifiche cime del gruppo del Bernina, e dei suoi imponenti ghiacciai. 

 

Ferrata del Piz Trovat (3146 m), Engadina, Svizzera

 

Avevo qualche dubbio se fare questa ferrata. Mi domandavo, infatti, se l'arrivo alla stazione di monte della funivia del Diavolezza, con il panorama incredibile che già si gode dalla terrazza della Berghaus, non annullasse buona parte della meraviglia e della bellezza che si può apprezzare dalla via ferrata. E vi dirò subito che non è così, perchè anche la ferrata vi regala ulteriori emozioni, ed altri punti di vista fantastici su queste montagne incredibili.

Per effettuare questa bella salita, studiata da tempo, ho sfruttato un weekend, in cui sono fuggito dal caldo di Monza e sono stato in campeggio al Maloja, sfruttando anche il pomeriggio di venerdì per una bella sessione di windsurf a Silvaplana. L'Engadina è fantastica perchè, oltre alla bellezza della vallata e dei suoi monti, offre la possibilità di fare veramente tante attività all'aria aperta.

Domenica mattina, 28 luglio 2024, quindi avendo constatato le buone condizioni meteo, e le previsioni favorevoli, mi sono diretto in macchina alla stazione di valle della funivia del Diavolezza, poco prima del passo del Bernina. Il biglietto di andata e ritorno è constato 44 CHF. La funivia porta ai 2978 m del Diavolezza. Da qui, si possono facilmente raggiungere a piedi i 3065 metri del Sass Queder, attrezzato per un barbecue d'alta quota. Il Piz Trovat, invece, vi appare come un dente scuro evidente verso Sud Est. Di fronte a voi, svettano il Bernina, Piz Palù, ed il Cambrena, da cui scendono morbide, pannose, ed abbaglianti coltri glaciali, che poi si rompono in movimentate serraccate, ed infine in estese lingue glaciali che si insinuano nelle valli sottostanti (ghiacciaio di Pers e del Morteratsch).

Per raggiungere l'attacco delle due ferrate (la I, più facile, e la II, più impegnativa), invece, s'imbocca la traccia che parte a sinistra della terrazza panoramica, indicata dai cartelli. E non fate come il sottoscritto, che, per la foga di iniziare ad arrampicare, è sceso inizialmente lungo il tapis roulant coperto (parte degli impianti da sci), per poi ridiscendere sul sentiero giusto. La traccia in circa 30 minuti vi fa scendere tra pietre e massi, per poi risalire, faticosamente, all'attacco della ferrata, chiaramente indicato da un cartello con le istruzioni. 

 

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Una volta imbragati, si attacca quindi la ferrata, a quota 2846 metri. Il percorso attrezzato è unico per una buona parte iniziale delle due ferrate. Noi abbiamo raggiunto la cima del Piz Trovat, percorrendo la Piz Trovat I. Il percorso è interamente attrezzato, e non ci sono praticamente tratti dove si cammina. E' quindi impossibile perdersi. Diciamo subito che il tracciato è ben attrezzato, con molte staffe, e scale metalliche. Volendo, si può quasi evitare di mettere le mani sulla roccia. Tecnicamente, non è troppo impegnativo, ma considerate che vi sono molti passaggi verticali, ed anche diversi punti dove dove salire in obliquo con l'ausilio delle staffe, e quindi è richiesta buona forma fisica, un po' di forza, ed anche un po' di malizia nei movimenti di mani e piedi. Insomma, la ferrata è divertente. Ma quello che più conta, si arrampica, sospesi ad una parete verticale, con vista sulle lingue glaciali sempre più basse sotto di voi, e l'incombente presenza delle candide e luminose coltri glaciali che scendono dalle vette, a fianco e sopra di voi, dall'altra parte della valle. Insomma, l'ambiente è mooolto suggestivo ed emozionante. Il bivio tra le due ferrate, si trova dopo il tratto pianeggiante del Cambrena poco prima del ponte sospeso. Siete oltre la metà della Piz Trovat I, se proseguite su questa. Non ci sono particolari indicazioni (e sarebbero opportune). Comunque, la I prosegue a sinistra in orizzontale; la II inizia a destra in discesa in corrispondenza di alcune staffe. Tenete conto che, oltre ad avere diversi passaggi strapiombanti, ed a richiedere quindi più forza fisica, la Piz Trovat II, prevede una fune tirolese di 35 metri, che richiede, per essere percorsa in sicurezza, l'apposito dispositivo (carrucola).

 

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A noi, per questa volta, sono bastate le abbondanti emozioni che ci ha regalato la Piz Trovat I (e vedremo se un giorno fare anche la II). Ed, infatti, dopo il tratto in piano, si arriva al ponte sospeso, che supera una profonda gola. Agganciate i moschettoni alla fune metallica più alta, e tenetevi con le mani alle due laterali più basse. Siete in sicurezza, ma le oscillazioni e gli scricchiolii del ponte vi procureranno qualche piacevole brivido. Comunque, il ponte è lungo solo una decina di metri .....

Con un ultimo tratto attrezzato verticale, di circa una decina di minuti, finalmente, si raggiunge la tozza vetta del Piz Trovat, una bella pietraia, con una panca di legno.... e diversi ometti (in Svizzera non si usa mettere croci sulle cime). La ferrata richiede 1,5 - 2 ore, in aggiunta all'avvicinamento (Komoot non gestisce bene le ferrate, ed ha rilevato solo 33 minuti complessivi in movimento).

Oltre alla soddisfazione per l'ascensione, ed alla giusta stanchezza (ma, almeno per me, nulla di eccessivo), verrete rapiti dallo scenario intorno, che, per lo più, è sempre quello descritto in precedenza, ma da un punto di vista ancora più sospeso nel vuoto ed aereo. Stupendo.... Verso Ovest, si vede bene anche il passo del Bernina, con il lago Bianco, la linea ferroviaria retica e la strada che lo raggiungono. A Nord Est, i monti dell'Austria fino al Grossglockner; a Nord, il Piz Languard, che ho salito l'anno scorso, e verso Nord Ovest le alpi del Vallese (Eiger, Jungfrau.....). Ma indubbiamente sono Cambrena, Palu e Bernina che dominano la scena.

 

 

Ero, relativamente, preoccupato per la discesa, perchè sul sito della funivia del Diavolezza, viene descritta con queste parole: "La discesa avviene seguendo la cresta nord-orientale con l’attraversamento di una zona impervia e ghiaiosa. I passaggi in parte molto ripidi, richiedono piede fermo e passo sicuro".

Posso subito tranquillizzare tutti. La discesa è sì ripida, ma non è assolutamente esposta. Ho attraversato, in Dolomiti, tratti non attrezzati ben peggiori. Domenica, ho iniziato la discesa attraversando un nevaio di circa 50 metri. La neve era abbastanza molle da consentire agli scarponi di affondare e fare presa adeguatamente lungo la traccia, ed il pendio non è molto ripido. Alcuni ragazzi che scendevano prima di me si sono messi a giocare con le palle di neve, a conferma della tranquillità della tracciato. Dopo il nevaio, il sentiero con pendenza decisa (40-50%), con diversi gradini rocciosi. E' un po' faticoso, ma assolutamente non pericoloso. Per me, sono risultati indispensabili i bastoncini da trekking, per preservare le mie ginocchia. Comunque, in 30 minuti raggiungete la sella sotto il versante NE del Pizz Trovat a circa 3000 metri, e poi con un semplice traverso verso ONO, in un'altra mezz'ora tornate alla Berghaus. Volendo, il sentiero di discesa si può percorrere anche per raggiungere la cima del Piz Trovat, senza fare le ferrate. Ma dovete essere degli stambecchi.....

Sono disceso quindi a valle, di nuovo con la funivia, dovendo rientrare poi a casa. E' stata veramente dura anche questa volta lasciare il verde ed il fresco dell'Engadina, con i suoi ampi e rilassanti panorami.

Ancora una volta, questa vallata Svizzera mi ha regalato delle giornate incantevoli.

Buona salita. Fabio Muriano

Clicca qui, per gustarti l'intera slidegallery della ferrata

 

Video della salita

 

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