Gran tris di maestrale per il gruppo di uscite di Waterwind, che si è trovato a Hyeres da venerdì 30 gennaio a domenica 1 febbraio 2015. Tre giorni di vento impegnativo, in una vera palestra per il windsurf!
Norbi aveva lanciato l'allerta già a metà della settimana scorsa, e le previsioni stavolta sono state pienamente confermate. Anzi la giornata di sabato 31 è andata decisamente meglio del previsto.
Questa volta, presenti il sottoscritto, Michele (ormai immancabile), Norbi e Rolando (che ha iniziato a frequentarci da poco), a cui abbiamo subito riservato una prima spettacolare. Peccato per alcune defezioni all'ultimo momento, anche se poi le condizioni incontrate si sono rivelate adatte solo per chi aveva tavole tra i 70 e i 90 litri.
Due macchine sono partite da Milano venerdì mattina: nella prima io e Rolando, nella seconda Michele e Norberto. La nostra, un Ford Galaxy, è stato stipato di ogni ben di Dio....: 4 tavole, 10 vele, 5 boma, borse, mute, oltre agli umani a bordo...
Siamo partiti da Milano verso le 8, dopo una notte di nevischio. Chiacchierando, il viaggio di 490 km è passato più rapidamente. Verso le 13, siamo arrivati sullo spot prescelto di Hyeres (La Madrague), pronti già per la prima uscita. Hyeres ci accoglie subito con 25 nodi medi di maestrale, orientato più da ovest. Spiego a Rolando, che non ha mai provato lo spot, le condizioni al contorno, mentre mangiamo al volo un panino. Rolando è subito affascinato dal meraviglioso paesaggio naturale dello spot.
Comodi, comodi.... verso le 14,00 arrivano anche i nostri compagni di merende, Norbi e Michele, con la scusa che a Legnano c'era traffico per la neve.....
Non capita spesso, ma questa volta le condizioni sono prettamente invernali: 10-12 gradi di temperatura reale, 0-2 gradi di temperatura percepita. Queste saranno le condizioni che contraddistingueranno tutti e tre i giorni (sabato, in realtà, meno freddo, e domenica picco minimo). A dire il vero, il freddo maggiore lo abbiamo sentito a terra, e non in acqua (io sono uscito sempre con muta 5 mm).
Alle 14,00 di venerdì, il vento si stabilizza sui 30 nodi medi, poco rafficati, con punte solo di poco superiori. Non c'è molta onda (il maestrale è entrato solo dal giorno prima). Non ci sono dubbi sull'attrezzatura. Io tiro fuori la Neil Pryde Zone d'annata... da 4,1 mq che armo con un "pino" della Amex sdm al 40% di Carbonio (non ho di meglio al momento...), da abbinare al Tabou 3s 86 litri (il 110 litri rimarrà tutto il we al caldo in macchina, come lo slalom di Rolando); Michele inaugura l'RRD hard core 76 litri, e spacchetta dal celophan.... l'ennesima nuova.... Gastra pure 4,2; Norbi il fidato quad 76 quad della goya con la gaastra IQ 4,2, e Rolando abbina il suo Starboard Evo 83 litri, spesso tenuto a riposo al lago, ad una mitica Art 4.1 d'epoca. Ha anche una Art 3.6 Wave Pro. "Sono del secolo scorso. Il decennio non lo ricordo. La prima direi anni '90. La seconda anni '80".
Questo week end vedremo un Norbi in special edition: venerdì, si è svegliato quasi presto..... ed indossa cappuccio in neoprene e guanti, ma neanche a queste temperature rinuncia a surfare a piedi nudi .... brrrr.....
Il primo giorno prendiamo tutti confidenza con le condizioni, ma subito si rivela una buona giornata anche per la regolarità del vento. In acqua, finalmente, poca gente (per Hyeres una rarità), anche se ci sono un po' di Kiters, ormai onnipresenti (ragazzi ci stanno soppiantando, dobbiamo recuperare!!). Il vento è quasi completamente on shore, con uno shore break contenuto. Io faccio abbondante pratica con la beach start, per niente facile in queste condizioni e con la 86 litri. Mi tocca la gavetta. Ma alla fine del we già andrà molto meglio. Una volta partiti, è un gran piacere: la 86 litri si rivela perfetta per queste condizioni: tiene bene il mare ed è molto manovrabile. Cerco di fare qualche virata ma le condizioni, per me sono troppo toste. Rolando, mi consiglierà poi di tentare le strambate perché più facili. Il giorno dopo, infatti, cercherò sempre di strambare in planata, arrivando quasi a chiudere due power jibe... (cado sempre sulle nuove mure, perchè mi scordo di invertire la posizione dei piedi prima o in contemporanea al passaggio della vela). In queste condizioni, tutto deve avvenire in un batter d'occhio. Vedo Michele andare subito alla grande con la nuova attrezzatura. Questa volta le condizioni sono più abbordabili dei 40 nodi dell'ultima volta che siamo venuti qui (4 gennaio, vedi report). Dopo circa due ore in acqua, rientriamo. Il momento di togliersi la muta bagnata, rimanendo per un attimo in costume, è drammatico per il freddo.... Peraltro, io questa volta non ho chiuso bene il collo, ed ho provato dei piacevoli brividi in acqua.... (ma mai ho realmente sofferto il freddo), e sono uscito con due polpacci degni di Hulk, per aver commesso l'errore di indossare i calzari sotto la muta (nelle planate, sentivo infatti salirmi l'acqua dal basso....). Cerchiamo di renderci presentabili per l'arrivo al B&B (vedi recensione spot di Hyeres per le possibilità di pernottamento in zona).
La sera si va a mangiare in uno dei posti suggeriti dal Norbi che frequenta lo spot da vent'anni. Rolando e Norberto, che frequentano il lago di Como da anni, scoprono di conoscere un sacco di surfisti storici del lago, e ci allietano la serata ricordando il Michelino, il Samu, il Giova, ecc., ecc. Sembra un raduno di vecchie glorie.....!
Il giorno dopo ci alziamo che non c'è vento. Le previsioni danno maestrale leggero sui 17/20 nodi. Ci fa piacere l'idea di una surfata più tranquilla, tenuto anche conto che per la domenica è prevista la botta. Con Rolando ci facciamo una bellissima passeggiata in maglione da La Capte a La Bergerie.
Poi, ci troviamo con gli amici al porticciolo de La Capte, dove Norberto ci fa l'imitazione di quando un suo amico romano gli spiegò la strambata. Norberto ha sbagliato mestiere, avrebbe dovuto fare il comico... Nel we imiterà, perfettamente, oltre al romano, il bresciano, il croato, il semi tossico... e via discorrendo...
Insieme andiamo a vedere l'Almanarre, dove io prima o poi vorrei uscire. C'è una leggera brezza, poca onda. Il vento entra un po' da Nord Ovest. Lo spot, così, è riparato almeno nella parte più a Nord, e Norberto consiglia di tornare alla Madrague.
Arriviamo qui intorno a mezzogiorno. Il vento sta crescendo, ed è già di nuovo sui 25 nodi. Presto svaniscono le idee di una surfata tranquilla con il 110. Io armo sia la 4,7 che la 4,1. Vorrei farmi almeno una mezz'ora a 25 nodi con la 4,7 per tentare di manovrare un po' di più. Sono il primo ad entrare. La 4,7 si rivelerà adeguata per me (65 kg) per poco tempo, perché, tanto per cambiare, ed in modo inimmaginabile, anche quest'oggi il vento sale presto a 30 nodi. La 4,7 è troppo. Rimango fuori un po' (troppo...) con questa vela perché finisco al termine di una libidinosa planata al centro della baia davanti alla secca, dove a riva ci sono dei cavalloni di 1 metro ed un bel minestrone di posidonia spiaggiata. Ripartire non è facile. Incontro Rolando spiaggiatosi anche lui da queste parti. Il vento è da ovest. Da buono partire mure a sinistra, ma io non voglio allontanarmi ulteriormente dalla Magrague. Riesco a partire mure a dritta, e mi sparo un altro bordo in planata (non si interrompe un emozione), oltrepassando il punto di uscita.... Comunque, dopo un po' riesco a rientrare per cambiare vela e passare anche oggi alla 4,1... (mai usata tanto come in questo mese...). A riva becco, ed immortalo, Michele e Norberto, acconciati come due pinguini.... Si scambiano quattro chiacchiere. Poi, loro escono di nuovo. Ne approfitto per filmarli, riuscendo a cogliere alcune belle sequenze di loro due che navigano vicini (vedi primo video), e qualche foto.
Poi, riesco con la 4,1, ma le braccia non hanno più molte forze (anche se mi sono allenato duramente tutta settimana per non farmi cogliere impreparato, e questa volta l'impegno è servito). Prevale, però, la cocciutaggine, e rimango in acqua fino alle 16,30, sapendo che oggi stiamo tutto il giorno a Hyeres, fino a quando il vento diventa troppo irregolare per la 4,1, con degli scarsi ingestibili.
Il Maestrale, che è entrato di nuovo questo pomeriggio, non ci mollerà più. La notte metto i tappi nelle orecchie perché fuori c'è continuamente roba che sbatte. Mi tornano in mente le parole del gestore di un negozio di nautica sul Garda, al quale avevo detto che erano fortunati perché avevano tutto quel vento: "Si, ma dopo un po' rompe i ...."
La mattina dopo ci svegliamo che c'è ancora vento teso. Se il giorno prima è passato da 0 (la mattina), a 30 nodi (il pomeriggio), oggi ......?
Ci affacciamo alla Bergerie per valutare un'uscita con vento meno forte off shore ed acqua piatta. Ma non ci fidiamo. Dopo neanche 100 metri dalla riva, l'acqua frigge di nuovo, ed in acqua ci saremmo quasi solo noi. Troppo rischioso.
Andiamo a fare un primo sopralluogo alla Madrague: 35,6 nodi alle 10,00....... Andiamo all'Almanarre: 15 nodi al parcheggio sterrato, 20 nodi 100 metri più a sud lungo alla spiaggia. Vento bucato da NW. Qui, inoltre, c'è una risacca impossibile. Grossi cavalloni fin sotto riva, ed il fondo diventa subito relativamente profondo.
Torniamo alla Madrague alle 11,00. Il vento è ancora sui 30 nodi ed oltre. Fa decisamente freddo.... Oggi, c'è un'onda già più formata. Va bene, entreremo in acqua. Sarà un po' una prova di sopravvivenza. Questo è uno spot sicuro dove si possono provare venti così forti, anche se c'è sempre il pericolo di ricevere un'alberata in testa, o di farsi male, o spaccare in occasione di una frullata. Armiamo quanto di più piccolo abbiamo..... e Rolando tira fuori l'Art Pro Wave 3,6, rammaricandosi che non sia una 3,5....
Per quanto mi riguarda, una volta entrato in acqua, andrà meglio di quanto credessi, e peggio di quanto sperassi. Ormai riesco a partire quasi sempre. Il problema oggi è poggiare a razzo e prendere subito velocità per stabilizzare la tavola e mettersi in assetto. Se si aspetta troppo, un cavallone preso troppo lentamente sicuramente ti frulla. Se si azzarda a portare un po' avanti la vela al momento sbagliato sotto una raffica di quelle più tremende, la catapulta è scontata. Quando sono quasi scoraggiato, riesco finalmente a decollare. Tiro prima dei bordi verso la parte sud dello spot. E' una zona della baia bella. Il vento (oggi da NW), qui, entra bene, ma c'è un po' meno onda e traffico di kiter. A riva, però, ad un certo punto la spiaggia finisce e inizia un tratto di costa rocciosa. Plano, plano, plano, cercando di controllare la tavola in piena velocità tra le onde, fino a che decido, ahimè, di non rischiare e di tentare la virata per non spingermi troppo nel tratto roccioso. Dopo un po' , riparto, e raggiungo il culmine della mia giornata: tiro un bordo lunghissimo verso nord fino al centro della baia. Mi colpiscono le condizioni dell'assetto. Bolino bene, contro il vento di NW, rimanendo parecchio orzato, con la vela che è appena puntata nel vento (ma più che sufficiente, vista la sovrainvelatura, per mantenere una velocità notevole). La vela è veramente neutra: non tiro con il corpo e neanche con le braccia, che in questo bordo lavorano veramente poco e non si affaticano. Controllo qualche incrocio, con qualche poggiata ogni tanto (sono mure a sinistra). Mentre mi dirigo a tutta birra verso il centro della baia, mi dico che non dovrei andare così tanto avanti e raggiungere le boe: è la zona della secca dove si forma onda sia fuori che a riva, e poi rischio di avere difficoltà a ripartire. Ma il bordo è troppo bello, e poi l'acqua al centro della baia è di un bel verde smeraldo e mi piace tanto surfare in quella zona quando ci arrivo. Qui spesso vengo, solo per il colore dell'acqua da ammirare sotto la tavola, a tentare le strambate. Finisco alla secca e cado.... Il mare mi frulla a riva, e rischio di spaccare la pinna quasi sul bagnasciuga, perchè si pianta nella sabbia, mentre le onde frullano il rig (ed il sottoscritto). Mi faccio un pezzo sulla spiaggia, per evitare di rientrare in acqua dove ci sono i cavalloni (ed un minestrone di alghe)... Poi rientro e con alcuni bordi non in planata e ripetute cadute, torno al punto di uscita. Provo a ripartire, ma capisco che ormai per me è troppo. Con l'anemometro, alle 14,00, poco prima di andare via, misurerò una raffica a 45 nodi!!!!
Mi metto a filmare, e riprendo alcuni salti veramente notevoli, ed una manovra aerea (sapete qual è?) di un vero drago... Io , involontariamente, a volte ne faccio di quasi simili....
Scambio di impressioni rapido con gli amici a terra. Ho visto Rolando navigare parecchio al largo con la sua 3,6, che probabilmente era la vela più adatta per oggi. "Rolando, mi sa che ti sei divertito più di ieri" - gli dico. Ed infatti mi conferma la sua soddisfazione per aver sfidato con successo simili condizioni. Michele mi dice, invece, di essere stato frullato anche lui (benvenuto tra i mortali...).
Poi, ci salutiamo con Michele e Norbi che partono prima. Alle 15,00 partiamo anche noi. Anche il viaggio di ritorno passa via abbastanza rapidamente, ed alle 19,30 circa siamo di nuovo a Milano.
Ci congediamo, consapevoli di aver vissuto insieme una tappa da ricordare nella nostra carriera di surfisti. Ora, dopo 5 uscite consecutive con venti minimo di 30 nodi, mi farei volentieri un giretto anche a 20 nodi....
Aloha. Fabio Muriano
(Ringrazio Michele e Rolando per la gentile concessione di alcune immagini ed alcuni video pubblicati in questo articolo)
Clicca qui, per vedere la slidegallery completa della trasferta.
Qui sotto i video del sabato e della domenica.