Trasferta avventurosa a Hyeres (Francia) di un folto gruppetto di windsurfers del team waterwind, condensata nel we del 5-6 marzo 2016. Sabato vento di ponente a 40 nodi. Domenica vento di NW instabile tra i 20 ed i 30, ma a tratti godibile.
Di Hyeres dopo un po' si sente la mancanza... E, quindi, non va bene se passa troppo tempo senza andarci. Questo inverno, Hyeres ha regalato vento, ma raramente a cavallo del weekend. Quindi, questa volta, abbiamo colto al volo l'occasione di due giorni di maestrale a cavallo del fine settimana (ma ha fatto maestrale anche forte tutta settimana scorsa). E così, molti membri del nostro gruppo di uscite hanno avuto la possibilità di aggregarsi, senza bisogno di prendere ferie. La trasferta a Hyeres, per noi milanesi, su due giorni non è il massimo; ci vorrebbero almeno tre giorni, per godersela bene. Ma si sa.... che cosa non si fa per il windsurf!
Il viaggio di andata, per giunta, è stato complicato dalla tormenta di neve con fulmini (mai vista una cosa del genere) incontrata in Piemonte, salendo in autostrada verso il Passo del Turchino, con rallentamento di due ore rispetto al previsto (ma perchè la gente non rispetta l'obbligo di avere le gomme invernali o le catene, o il divieto di transito per i mezzi pesanti?). Peccato, perchè sabato è stata la giornata di vento migliore, e non abbiamo potuto sfruttarla tutti al meglio.
Alessandro e Francesco, partiti presto da Lecco, e scampati al blocco in autostrada, sono arrivati sullo spot (La Madrague), verso le 13,30 ed hanno potuto godersi di più la giornata. O meglio, Alessandro, è riuscito a farsi un'ora abbondante con la 4,7 giusta. Francesco ha sofferto tutto il giorno lo shorebreak ed il vento quasi completamente onshore.
Noi siamo arrivati sullo spot poco dopo le 15 (passando dagli 0 gradi di Ovada, in Piemonte, ai 17 di Nizza: shock termico). Il vento, ancora decisamente da Ovest ed onshore, nel frattempo stava salendo. Le prime misurazioni mi hanno fatto rilevare raffiche a 29 nodi (medio sui 22-24), facendomi ipotizzare una 4,7. Ho iniziato ad armare la tavola, per prendere tempo e studiare la situazione. Poco prima di armare la vela, ho rifatto la misurazione. Medio poco sotto i 30, raffiche a 37 (ma secondo me nel corso del pomeriggio saranno anche superiori).
Decido, fortunatamente.... per la 4.2. Scelgo, come tavola, la 102 RRD firewave ltd, presa da poco, intenzionato a testare la teoria di un amico che la giudica una tavola da vento forte. Simone (windsimo), in macchina con me, opta più saggiamente...., per un goya 85 litri, e la 4.2.
Davide (Bxr) ed Andrea (Venticello)...... sono alla loro prima volta a Hyeres.... Hanno attrezzatura freeride (Jp x-cite ride 122, e Jp Magic ride 118), e vele più piccole da 4,7 (ho portato per loro anche una 4.1 in più). Anch'io tre anni fa, alle mie prime esperienze a Hyeres, mi presentavo sullo spot con un Tabou Rocket 125... riuscendo a tirare in tutta la giornata non più di 4-5 bordi in planata. Per tutti, la prima volta, può risultare complicato superare lo shorebreak iniziale, con vento onshore. Lo shorebreak non sempre è impegnativo a Hyeres (domenica, ad esempio, è stato quasi inesistente). Ma sabato, per Davide ed Andrea è stato il battesimo del fuoco, perchè le condizioni sono state veramente toste, anche per i più esperti: stando vicino a riva (acqua tra polpaccio e vita), onda già rotta, di mezzo metro; più lontano (acqua al petto), cavalloni frangenti di un metro. Inoltre, la 4,7 era decismente troppo. Risultato: per Andrea e Davide tante frullate, e solo qualche breve bordo.
Peraltro, questo we, per la mareggiata, il bagnasciuga di Hyeres, come spesso succede in periodo invernale nelle spiagge sopravento di questa località, era invaso dalle poseidonie appassite, e spiaggiate (....il paltone.... come lo chiamiamo noi). Pertanto, facendosi frullare a riva tra le alghe, il passato di verdure con surfista era perfetto....e sgradevole.... A loro posso solo rivolgere parole di incoraggiamento (Andrea, in particolare, mi è apparso molto frustrato dalla giornata). Hyeres s'impara ad amarla poco alla volta, quando si inizia ad imbroccare qualche beach start in più, e si inizia a planare, e saltare sulle onde a palla, magari beccando qualche giornata con maestrale più clemente (non è sempre da 40 nodi). Poi, quando si riesce a godere surfisticamente dello spot, e ad abbinare l'adrenalina delle sessioni alla meraviglia del panorama naturale e dei posti intorno, l'alchimia diventa perfetta, e non si vede l'ora di tornarci.
Io e Simone entriamo in acqua verso le 15,30. Anche per Simone è la prima volta a Hyeres. In partenza, essendo da Ovest, dà leggermente buono mure a sinistra. Parto e punto verso l'Almanarre. Ma subito il firewave 102 mi da sgradevoli sensazioni. Oggi, per venire fuori dallo shorebreak, bisogna poggiare, o almeno viaggiare brevemente dopo la partenza al traverso, prendere rapidamente velocità, e poi dirigere la prua leggermente verso le onde, essendo già in planata in caso di cavallone frangente. Ma la 102 richiede di essere buttata troppo al lasco per entrare in planata, e prendere velocità, ed, oggi, non si può andare troppo al lasco partendo con acqua alla vita, perchè si finisce nella zona di acque troppo basse (soprattutto, nel cavo dell'onda), dove, peraltro, è presente la melassa di alghe che ti frena. Inoltre, la 102 anche presa un po' di velocità, appena si cerca di stringere, facilmente la perde. Insomma, non mi sembra una tavola per beach start con onda formata, in condizioni onshore. Comunque, riesco a portarmi verso il centro della baia, ma in realtà senza essermi allontanato troppo dal bagnasciuga, e dalla zona dove i cavalloni frangono. Ed al centro della baia i cavalloni che frangono sono quasi di due metri... La beach start, o waterstart, mure a dritta è ancora peggio, per la direzione del vento che, al traverso, fa puntare verso riva...
Rimedio anch'io numerose frullate..... In waterstart, peraltro, basta mettere il piede posteriore sulla poppa (o poco più avanti) della tavola, che questa schizza all'orza. Conviene fare la waterstart con tutti e due i piedi già sulla tavola, per spingere e far poggiare la tavola con quello anteriore. Poggiare portando avanti la vela, è più complicato, in quanto il vento veramente cattivo e la sovrainvelatura, facilmente, spingono in catapulta direttamente. In più i cavalloni ti frangono adosso.... Comunque, ogni tanto riesco a ripartire... ma la tavola, anche in andatura non mi sembra equilibrata: troppo instabile, in condizioni di sovrainvelatura, e con un piano d'acqua così mosso. Gira troppo facilmente anche con le pinne di serie, ed oscilla tra la straorza e la strapoggia. Insomma, ripeto l'esperienza di Andora (10 gennaio 2016), e Vada (10 febbraio 2016). E tre indizi fanno una prova.....
Ovviamente, non ho problemi a dire che io non posso essere il tester più autorevole in una tavola wave, essendo questa la mia prima tavola di questo tipo, ed avendo fatto solo qualche accenno di waveriding in spot neanche veramente wave. Nella prossima trasferta a Tenerife di Aprile, avrò la possibilità di provare molte tavole wave (anche quad), e cercherò di capire se: a) sono io ancora inadatto alle tavole wave, per il mio modo attuale di fare windsurf; b) se il problema è il modello di tavola.
Dopo aver perso un'ora di tempo, con la frustrazione di essere quasi tornato al livello delle mie prime uscite a Hyeres, decido che è il momento di tirare fuori il Tabou 3S 86 litri (un FSW). Beh... c'è poco da dire; con la 86 (sempre abbinata con la Ezzy Tiger 4.2) mi faccio 30 - 40 minuti di libidine pura! In beach start, la tavola entra in planata in un attimo, quasi più orzata del traverso, prende subito velocità, supera e salta le onde facilmente, rimanendo facilmente in controllo. Il vento, forse, è leggermente calato, ma rimane sempre abbondantemente sopra i 30 nodi, e sulle raffiche è d'obbligo aprire un po' la 4,2. Comunque, con la 86 sono in controllo. Facilmente, prendo il largo e mi ritrovo al centro della baia, a duecento metri dal bagnasciuga. In andatura, la tavola rimane facile da far girare in maniera rapida, ma non troppo bruscamente. Anche in waterstart, rimane più ferma (questione di pinne?). Inoltre, ma questo dipende dal volume, quando un cavallone la solleva, prende meno aria da sotto, e si ribalta meno spesso. Arrivo al centro della baia, zona della secca, dove oggi le onde sono veramente belle: direi un 2,5 metri lunghe e surfabili (anche se con vento non side...). Non posso stare fuori tanto, in quanto ormai sono le 17,30. Il sole inizia a calare, anche se le giornate ormai si stanno allungando, e gli amici aspettano. Inoltre, l'ora fuori con la 102 un po' mi ha stancato fisicamente.
Si disarma, e si va a farsi una meritata doccia calda al B&B Hotel, dove abbiamo prenotato tutti. Il mio corso di francese da sopravvivenza della Zanichelli funziona, ed alla reception riesco a proferire il necessario, ed a capire quasi tutto quello che mi viene detto (però, l'addetta dell'Hotel, due parole di inglese potrebbe anche spiccicarle...).
A cena, si va al ristorante self service Flush, vicino al Mercure Hotel, con "frites et lugumes a volontè". Ci saziamo, cercando di contenere i costi, visto che le trasferte surfistiche sono continue...
Giretto serale per il centro storico di Hyeres, sempre bello, ma in questa stagione quasi deserto. Poi, a nanna, tutti stanchi per la giornata intensa.
Domenica, ci svegliamo di buon ora. Prima di andare a vedere gli spot, faccio fare agli altri un giro turistico: Almanarre, dove un'enclave di italiani, qui trasferiti, gestisce degli appartamenti. Oggi il vento è da NW e l'Almanarre è più riparata. Comunque, si conferma che qui c'è più risacca, per via del fondale che va giù subito. Poi, si va a La Capte, con sosta alla mitica pasticceria Paroncinì (anche questa fondata da Italiani...), e prima perlustrazione alle spiagge sottovento con Maestrale: l'acqua qui è piatta, ma il vento, sottoriva, è rafficato/bucato (e forte al largo - 100 metri - ma pericoloso perchè offshore). Poi, si va alla Bergerie (sempre sottovento, con condizioni simili a La Capte).
Poi, porto il gruppetto in paese a Giens, in cima alla Presqu'ile de Giens, dal quale si gode un meraviglioso panorama sulla baia dell'Almanarre, sugli stagni, sull'altra baia che guarda verso Est, sull'Ile de Proquerolles, e le altre dell'arcipelago, verso sud. In cima, il vento è già forte.
Poi, torniamo alla Madrague. Misuro raffiche sui 32-33 nodi. Sono circa le 10 ed è freschino (è vento di NW e non W, e, quindi, più freddo). Sembra come ieri, per quanto riguarda l'intensità. L'onda, invece, è molto più contenuta. Andrea e Davide decidono che non fa per loro. Simone è indeciso. Alessandro e Francesco si sentono più sicuri qui, nella baia sopra vento. Portiamo Andrea e Davide alla Bergerie. Il vento sembra calato, ed anche sulle raffiche, sotto riva, scarso. Qui, però fa relativamente caldo (piacevole giornata di sole al mare). Simone decide di tornare con me alla Madrague. Iniziamo ad armare. Preparo la 86.... Per la vela, l'idea è quella di armare subito la 4,2, ma inizia a spargersi voce che il vento è in calo (eppure windfinder lo dà in aumento nella giornata). Rimisuro (è quasi a venti nodi massimo...). Sarebbe da 5,5, ma opto per la 4,7 in previsione dell'aumento. Incontro la onnipresente Caterina, piemontese, già conosciuta nella mitica 4 giorni a Hyeres di ferragosto 2015. Quando c'è maestrale qui lei c'è sempre, con le sue tavole mignon (55 tavola piccola, e 76 tavola grossa per questo scricciolo di 46 chili!). Ha fatto in tempo a prendersi anche la sventolata di stamattina presto, ed è appena uscita soddisfatta.
Si entra che sono quasi le 11,30. Ci facciamo un'ora in cui alterniamo bei momenti di vento, con 4,7 piena, e la 86 che ancora viaggia alla grande, ad altri, in cui stiamo a mollo, in attesa che torni il vento per fare la waterstart.... Incredibilmente, centro la mia prima virata veloce sulla 86! Ho su il caschetto con la GoPro, ma come visibile dal video qui sotto, ancora qualche problema di ancoraggio da risolvere.... Per fortuna, o anche la mia fidata ed efficace fotocamera Ricoh subacquea, per fare foto ed alcune riprese in acqua.
Simone, oggi si diverte, lo incrocio più volte in planata, e tiriamo anche qualche bordo a palla insieme.... Meno male, si riconcilia con lo spot. Ieri ha subito anche lui la sventolata, che sarebbe stata, per entrambi, più gestibile con una 3.7...
Oggi, Francesco riesce a fare la beach start, e lo ritrovo al largo, anche in qualche bordo in planata. Tutta un'altra storia... Usciti dalla melassa di alghe a riva, al largo il mare è smeraldino e piacevole da surfare; poca onda, ci sono fuori anche diversi con tavole slalom, e vele grosse. Oggi partire (buono mure a dritta) è più facile, sia per il vento più side, sia per lo shorebreak quasi assente.
Poi, dopo un'oretta il vento ha una pausa, o quasi. Quando è da NW, venendo dalle montagne dell'entroterra, il vento è più instabile. Simone decide di cambiare tavola, e passa dall'85 al 102 Patrick freewave. Lo seguo, e dò un'altra chanche all'RRD firewave 102. Ma, anche in queste condizioni instabili la tavola non mi convince. Bisognerebbe sfruttare le raffiche per partire in planata subito, ma la 102 ha molta più inerzia dell'86, ed anche buttandola al lasco, e sfruttando qualche ondina, fa molta fatica a decollare...
Quando sono quasi le 14, usciamo dall'acqua, ed iniziamo i preparativi per il rientro a casa. Il parcheggio è un pantano (venerdì deve aver diluviato anche qui), e cerchiamo di mettere in macchina (che sembra abbia fatto la Parigi Dakar...) l'attrezzatura più pulita possibile, e con non troppe alghe....
Si parte alle 15 circa. Sentiamo Davide ed Andrea, che sono riusciti a non finire all'Ile de Porquerolles....ed hanno fatto un'uscita molto tranquilla alla Bergerie.
Arriviamo a casa per le 20,15. Ci sarebbe voluto un giorno in più, ma va bene così...E' stata una trasferta comunque bella, servata anche a rinsaldare il legame con Hyeres.
Aloha. Fabio
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Un breve video del week end