Il nostro Sud Africa 2020 è partito subito bene, in uno spot classico. Sunset beach ci ha regalato due belle sessioni di windsurf al tramonto, a due passi da casa, anche con onde già di buona misura.
Windsurf, report sessioni: Sunset Beach, Cape Town, Sud Africa, 13 e 14 gennaio 2020
Siamo stati fortunati, in questa nostra vacanza Sudafricana 2020. Il vento ha soffiato tutti i giorni dal nostro arrivo sino alla partenza.
Il 13 gennaio sbarchiamo all'aeroporto di Cape Town alle 11,20, ed alle 17,00 circa siamo già in acqua..... Sullo spot becchiamo subito tanti amici, qui già da alcuni giorni, che purtroppo non hanno beneficiato finora delle belle condizioni che caratterizzeranno la nostra vacanza. Salutiamo subito Livia, Alessio e Pasquale, sono intenti già ad armare.
Subito, entro in acqua con la Ezzy Elite 4.2 2017, e con l'unica tavola che mi sono portato: la Tabou Da Curve 2016 TE 80, settata con le pinne K4 (Scorcher 16 centrale, e Shark 10 laterali).
La vela si rivelerà un po' grossa: a Sunset, al pomeriggio, il vento spinge sempre bene. Le pinne k4, iniziano subito a stupirmi positivamente, soprattutto con vento sostenuto: rendono la tavola piacevolmente morbida sotto i piedi, più in controllo in andatura (circostanza che apprezzo moltissimo), e molto reattiva al momento di girare tra le onde. Direi che con la 3.7 e la 4.2 sono la scelta migliore, mentre con la 4.7 preferisco settare la tavola con le pinne MFC G10 Side10 TF/FW combo, e con la centrale originale T-Lab Zinger 16.
Le prime sensazioni sono subito magnifiche: è bello essere tornati in acqua in Sud Africa, e fare windsurf con l'incomparabile sfondo di Table Mountain. Rimaniamo in acqua fino alle 19,40. Che bello, siamo in estate! E l'acqua, in questi primi giorni, dopo un periodo di bonaccia, non è poi nemmeno così fredda.
Il giorno dopo inizio a portare Max e Margherita, miei compagni di viaggio, in giro a scoprire i panorami incredibili del Sud Africa. E partiamo subito alla grande. Dopo una breve tappa a Muizenberg, regno del surf da onda, raggiungiamo Scarborough e Witsand, gli spot ubicati su uno dei tratti di costa, per me, più affascinanti.
Gli spot, però, si presentano con condizioni non estreme, ma fisicamente e tecnicamente impegnative (soprattutto Scarborough): onde di 1,5-2 metri, ma vento molto rafficato. L'onda bella a Scarborough si alza davanti alla famigerata scogliera, e perdona ancora qualche errore se si cade sopra vento, ma non perdona se si cade sotto vento, dove il vento latita, e non si riesce sempre a ripartire prima che un'onda ti porti a scogli... Decidiamo di non uscire qui: siamo all'inizio della vacanza e non è il caso di rompere subito qualcosa, andando a scogli, come capita invece ad un intrepido amico di Modena....
In acqua, si avvistano subito un po' di pro (è una delle cose belle del Sud Africa): F585, Alexandre Grand-Guillot, atleta Fanatic, Duotone, o riders comunque molto bravi, come David Jeschke (Fanatic, Gunsails), di cui invidio la tecnica, ma soprattutto l'età (in media intorno ai vent'anni).
Dopo aver ammirato lo spettacolo della nebbia, che minaccia di arrivare sugli spot ed oscurare il sole (non sarà un caso se da queste parti c'è uno spot che si chiama Misty Cliffs), io decido di puntare ad una sessione al tramonto ancora a Sunset beach, dove il vento sta entrando.
Ed infatti, ancora una volta, Sunset Beach, ci regala una bella sessione al tramonto, anche con belle onde di swell, intorno ad 1,5 metri. Esco all'inizio con la Goya Guru 2020 4.7 (armata con la bugna bassa), per poi passare alla Ezzy Elite 2017 4.2, che però si rivelerà grossa ( ...e l'avevo intuito). Solo dopo le 19,00, quando il vento cala leggermente, riesco a risultare invelato correttamente, ed a godermi di più l'uscita. Sunset Beach è un posto magico, e basta arrivare al parcheggio di Hastula way per sentirsi bene. Rimango in acqua fino alle 19,30 anche oggi.
Purtroppo, in occasione di questa sessione, per colpa di un kitesurfer che in uscita non mi da la precedenza, rimedio un doloroso colpo al costato. Il kiter, infatti, mi costringe a poggiare sul lip di un'onda mentre sto uscendo, esattamente il contrario di quello che si deve fare in questa situazione, considerato che sulla cresta dell'onda, puntualmente si viene investiti da una raffica. Il vento mi strappa l'attrezzattura, ed io cado con il petto proprio sul boma. Le botte al costato non passano facilmente, e questa condizionerà non poco il resto della vacanza. Al diavolo le mode: d'ora in poi, in queste situazioni, tornerò ad indossare un provvidenziale impact vest!
I giorni successivi promettono vento in crescendo, e noi siamo pronti!
Aloha. Fabio
Clicca qui, per la slidegallery di Scarboroug del 14 mattina.
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