Pepi, a settembre, è stato a Karpathos (Grecia), ed ha trovato pane per i suoi denti..... Il Meltemi, infatti, ha soffiato potente per buona parte della settimana di vancanza (come ha fatto spesso questa estate), tanto che lo ha costretto ad usare anche la 3,4, nonostante il suo peso non leggero. Godetevi il suo appassionato racconto.
Windsurf, report sessioni: Karpathos (Grecia), Meltemi a 40 nodi
Premessa: Pietro, in arte Pepi, fa windsurf solo da pochi anni....
L’aereo si sta preparando per la fase di atterraggio, e dal piccolo oblò si riescono già a distinguere le sagome dei surfisti che sfrecciano nella laguna dietro all’aeroporto. La mani cominciano a sudare, e la voglia di entrare in acqua sta prendendo il sopravvento su di me.
Il Meltemi ci dà il benvenuto già sulla scala dell’aereo, facendomi capire che qui non si scherza, e che dovrò sudarmi le planate. Avevo già prenotato presso la Chris Shill (www.chris-schill.com), il centro più famoso dell’isola che ha due sedi proprio dietro all’aeroporto. Qui si trova anche un terzo centro, della Ion, situato in uno spot da dove si esce più in mare aperto rispetto alla baia del Diavolo, dove si trova il centro di Chris.
Presa la stanza e il solito quad, che è diventato il mezzo preferito per le vacanze in Grecia, ci dirigiamo immediatamente sullo spot per un giro di perlustrazione. Decido di non entrare in acqua subito, perché molto stanco del viaggio, cominciato alle 2 di notte, e di prenotare per i 5 giorni successivi una fsw 96 della Fanatic. Costo del noleggio più economico di Fuerteventura (5 gg qui costano come 4 a Fuerte). I ragazzi del centro, tutti giovanissimi e molto simpatici, mi spiegano al volo le regole dello spot, e comincia così la lunga attesa del giorno successivo.
Ma qui il tempo passa in fretta, ed io sono pronto per entrare in acqua con circa 20/25 nodi e una vela 4.7 che presto diventerà una 5.2 per quasi 3 ore e mezza. Il materiale è bellissimo: vele dei marchi Gaastra e North Sails lo fanno da padrone, mentre le tavole spaziano tra le Fanatic, le Tabou e le RRD. Il vento è off shore, e l’acqua è piatta nella baia, lunga circa un chilometro; per prendere un po’ di onda, si deve uscire più al largo con le relative 3/4 boline per rientrare. Primo giorno, 5 ore in acqua a provare e riprovare tutto quello che ho cominciato ad imparare sul nostro lago (di Como, n.d.r.). Secondo giorno, 3 ore full power con la 4.8, e con un Meltemi che mi ha preso di mira.
Terzo giorno, un calo del vento mi ha costretto a usare una 7.2 è una RRD 110 Firemove, ma il tutto è tornato comunque a mio vantaggio, avendo passato più di 3 ore a fare solo bordi cortissimi e mille manovre, come da costanti consigli dell'amico Fabio.
E' la quiete prima della tempesta...., perché il 4 giorno il Meltemi ha deciso di battezzarmi. Non ho mai usato prima d’ora una vela più piccola della 4.0, ma questo è il giorno giusto. Raffiche fortissime di vento, e le vele scelte da quelli già in acqua, mi fanno capire che il momento è quello giusto. Entro la prima mezz’ora con una 4.0, ma devo scendere subito alla 3.7 per circa un’ora e mezza, per finire l’ultima mezz’ora con la 3.4!!! Sfrecciare tra le raffiche di 35/40 nodi, con una fsw 86 e la 3.4 mi ha fatto, oltre ad entrare in modalità chiappe molto strette, sentire veramente vivo, con l’adrenalina che scorre a fiumi nelle poche tracce di sangue rimaste in circolo.
È stata una esperienza a dir poco surreale per me. E non sono riuscito a resistere alla tentazione di farmi ancora un’ora anche nel pomeriggio sempre con la 3.4 .... L’ultimo giorno, arrivato sullo spot, i ragazzi mi dicono che è calato un po’ rispetto al giorno precedente, passando dai 40 ai 35 nodi ....: quindi, altre 3 ore al mattino, e una al pomeriggio, con la 3.7 full power.
Ero venuto qui con il desiderio di provare il forward, ma il karma ha deciso che dovevo provare i 40 nodi, facendomi capire quanta strada ho ancora da fare. Ho capito, però, che anche le cose che sembrano impossibili possono diventare abbordabili con il giusto allenamento e ascoltando i giusti consigli. Planare a bomba con una 3.4, mi ha aperto un mondo nuovo fatto di sensibilità estrema e tempi di reazione, che devono essere cortissimi. Quelle poche strambate che sono riuscito a chiudere, con raffiche da 40 nodi, sono state una conquista enorme per me, e sicuramente un passo avanti verso le prossime sfide.
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