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L'alta val Brembana offre la possibilità di fare escursioni in quota davvero appaganti. In questa occasione, abbiamo percorso l'itinerario che da Carona conduce al Rifugio Fratelli Calvi.

 

Trekking: da Carona al Rifugio Fratelli Calvi (Alpi Orobie)

 

Dopo 27 anni da un memorabile giro fatto in gioventù, in cui avevamo scalato il Monte Grabiasca, il Monte Madonnino ed Pizzo del Fargno, innevati a maggio, sono tornato al Rifugio Calvi. È rimasto un gran bel posto, con un panorama di monti notevole, tra cui spiccano le piramidi del Pizzo del Diavolo di Tenda, e quella del Diavolino.

L'escursione è lunga ma tecnicamente elementare. Parcheggiata l'auto in paese, s'imbocca via Pagliari, strada carrozzabile inizialmente asfaltata e poi lastricata (vedi nostra traccia qui sotto). Mezz'ora dopo aver iniziato a camminare (1,6 km) si incontra il borgo di Pagliari (bar con ristoro), antico nucleo montano con alcune case ristrutturate, in pietra, che merita davvero una sosta, all'andata o al ritorno. Poco dopo Pagliari, potete anche ammirare la bella cascata della Val Sambuzza.

La strada carrozzabile prosegue con pendenza costante ed accentuata, ma mai estrema, particamente fino alla diga del Lago di Fregabolgia, che si raggiunge con un percorso spesso nel bosco, e che attraversa anche un piacevole alpeggio, dove si trova il lago del Prato (e che può essere anche un piacevole punto per pic-nic, e per famiglie con bambini, facendo attenzione a rispettare prati e proprietà private). Dopo l'alpe, con uno strappo, la carrozzabile sale alla diga (7,6 km, 2000 metri circa, 2 ore e 20 minuti, con passo tranquillo).

 

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Raggiunta la diga, il più è fatto. Infatti, ancora poco più di 1 km in leggera salita, e si raggiunge il rifugio (8,5 km dalla partenza; 2 h 45 minuti), che sorge in mezzo alla conca, contornata da una bella cherchia di monti, e gestito da simpatici ragazzi, che servono dei bei piatti, del buon vino e del buon caffè, pure! Non ho potuto fare a meno di commentare, come, tanti anni fa, nei rifugi fosse scontato che caffè e vino facessero schifo, ed invece oggi le cose sono assai migliorate.

Contemplando il panorama di monti intorno al rifugio, non ho potuto fare a meno di andare alla memoria a quell'escursione di quasi 30 anni fa, in occasione del ponte del 1 maggio. Le cime e l'alta valle presentavano ancora un'abbondante copertura nevosa. Freschi dei corsi del Cai, con un amico salimmo prima al rifugio Laghi Gemelli, da cui poi scalammo il Pizzo del Fargno, e poi raggiungemmo il Rifugio Calvi, per salire il Monte Grabiasca ed il Madonnino. Devo dire che vedendo domenica i pendii ben innevati ancora a giugno, di queste due ultime cime, sono rimasto stupito per la loro pendenza, superata sia in salita che in discesa con fatica ed attenzione, e con la tecnica (passo dell'orso) insegnataci ai corsi del Cai. Ed ho rivissuto anche la tensione provata per scalare, in libera, la parete rocciosa iniziale del Grabiasca, partendo dalla sella nevosa sottostante, oltre la quale c'è la valle Seriana; parete rocciosa che sembra "appoggiata", poco pendente, ma che presentava una roccia rotta che non dava molta fiducia. Incoscenza giovanile....

 

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Per scendere dal Rifugio e tornare a Carona, 1 km circa dopo la diga (11 km dalla partena, vedi nostra traccia), abbiamo imboccato sulla sinistra il sentiero 247, che con un giro più ampio, in sponda sinistra del giovane fiume Brembo, alternando tratti in piano, tratti in discesa accentuata (anche con qualche gradonata), ritorna a Pagliari, sviluppandosi per lo più nel bosco.

Da Pagliari, con un ultimo tratto di carrozzabile, si ritorna a Carona (17 km in tutto).

Raccomandiamo davvero a tutti questa bella escursione. In zona, merita la salita anche il Rifugio Longo.

Buona passeggiata. Fabio Muriano

Clicca qui, per la slidegallery completa dell'escursione

 

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