Finalmente, ho coronato un sogno: fare la ferrata De Luca - Innerkofler al Monte Paterno, nelle Dolomiti di Sesto, una via attrezzata che si sviluppa in uno scenario iconico dominato dalle Tre Cime di Lavaredo.
Ferrata De Luca - Innerkofler al Monte Paterno, Dolomiti di Sesto
Le Tre Cime di Lavaredo, ed in generale le Dolomiti di Sesto, sono famose in tutto il mondo, e sono paragonabili a meraviglie naturali quali il Gran Canyon, o le scogliere bretoni o irlandesi. E' chiaro quindi che d'estate, in particolare intorno alle Tre Cime, vi sia un discreto affollamento di turisti. E' con questi dubbi che ho approcciato la Ferrata del Monte Paterno, tanto più che, per venire incontro ad alcune esigenze familiari, sono stato costretto a salire al Rifugio Locatelli non dalla Val Fiscalina, ma partendo dal Rifugio Auronzo. Ed a Misurina, sabato 19 agosto 2023, ovviamente, c'era mezzo mondo....
Comunque, è andata molto meglio del previsto, ed una volta lasciate a valle le folle, sulla ferrata ho trovato più gente che sulla Strada degli Alpini, ma il livello di affollamento è stato tutto sommato accettabile. Ed in ogni caso, ne è valsa la pena di affrontare qualche disagio, perchè fare la Ferrata De Luca-Innerkofler è un'esperienza indimenticabile. Cliccate qui, per gustarvi la slidegalley completa dell'escursione.
Per quanto concerne il resoconto della mia salita (vedete la mia traccia qui sotto), ho raggiunto la Forcella di Lavaredo dall'Auronzo, e poi ho percorso il sentiero alto sui detriti per portarmi alla "Salsiccia di Francoforte", dove vi è l'attacco della Ferrata Innerkofler, com'è propriamente chiamata, la via attrezzata che sale al Paterno dal lato Nord (mentre quella che sale dal lato Sud, partendo poco sopra la Forcella di Lavaredo, viene denominata Ferrata De Luca). Se volete verificare le condizioni delle ferrate, potete consultare il sito della scuola di alpinismo delle Tre Cime di Lavaredo.
La scelta di effettuare il percorso in questo senso mi è sembrata valida, sia perchè affrontate subito la parte più spettacolare dell'itinerario, passando dalle gallerie del Paterno, ed arrivando in vetta, tramite i tratti attrezzati più verticali; sia perchè il ripido e faticosissimo canalino su detriti, sul lato est della Forcella dei Camosci, è meglio affrontarlo in discesa.... Invece, la traccia alta, su detriti, dalla Forcella di Lavaredo alla Salsiccia di Francoforte, è risultata scomoda e lenta, e credo che sia meglio e più rapido mischiarsi tra la folla e seguire la carrozzabile dalla Forcella di Lavaredo al Rifugio Locatelli, e quindi alla Salsiccia di Francoforte dove inizia la Ferrata Innerkofler.
Qui sotto, trovate la mappa ed i dettagli del mio itinerario.
Potete anche ascoltare un podcast riassuntivo della mia escursione.
Per quanto concerne la difficoltà tecnica e l'impegno fisico richiesto dalla Ferrata, evidenzio che, pur non trattandosi di una via di estrema difficoltà tecnica, il tratto noto come Via Innerkofler prevede molti passaggi attrezzati verticali. Insomma, questa è una vera e propria via ferrata, che prevede molti punti di arrampicata, e non solo passeggiate assicurate in cenge orizzontali, o moderatamente inclinate (come per esempio la Strada degli Alpini, intorno alla cengia della Salvezza). L'impegno fisico, invece, è importante, ma non così elevato come quello richiesto dalla Strada degli Alpini. Non si sta in ballo così tante ore.
La prima parte della Via Innerkofler si sviluppa all'interno delle gallerie del Paterno, dove non è nemmeno richiesto assicurarsi. Indispensabile, invece, avere una torcia elettrica, in quanto alcune gallerie sono davvero buie, e per tratti non brevi. Vietato soffrire di claustrofobia! E' un tratto del percorso subito affascinante (e rinfrescante), dove ci si immerge profondamente nella storia della prima guerra mondiale passata su questi monti. Ed a fine percorso, non si potrà fare a meno di trovare stridente il contrasto tra la sofferenza e la brutalità di una guerra che ha strappato la vita a tanti ragazzi giovani, e la bellezza che la natura offre in questi luoghi.
In questo tratto, ho dovuto, ogni tanto, aspettare un po' quelli in direzione opposta, prima di salire. In alcuni passaggi, sono anche stati attrezzati due cavi, che separano quelli che salgono e quelli che scendono. Ho anche, però, avuto il piacere di salire con alcune comitive simpatiche, tra cui alcuni emiliani, che facevano in diretta la radiocronaca della via, per quelli meno esperti. Segnalo che sulla via sono comparsi dal nulla giapponesi, inglesi, spagnoli, francesi, ed altri escursionisti dell'Europa dell'Est.
Raggiunta la Forcella dei Camosci, vi sono ancora alcuni tratti attrezzati verticali, prima di arrivare al sentiero su detriti che porta alla croce di vetta (circa 1,5 ore dall'attacco della ferrata). La Forcella è un crocevia: si può scendere verso la via De Luca, oppure salire ancora percorrendo il Sentiero delle Forcelle - Schartensteig in tedesco (anche Sentiero della Pace) fino al Rifugio Pian di Cengia.
Se già l'ambiente naturale che ci circonda nella salita è affascinante, lo scenario dalla vetta è di quelli da togliere il fiato. Le tre signore, le 3 Cime di Lavaredo, ovviamente rapiscono subito il nostro sguardo. Ma tutto il resto non è da meno, con la conca dove sorge il Rifugio Locatelli, la guglia della Torre di Toblin, la cima Tre Scarperi, la Croda Rossa, la Cima Undici, il Popera, la Croda dei Toni, le Vedrette di Ries, il Grossglockner (!) con il suo ghiacciaio, e le montagne intorno a Misurina (i Cadini di Misurina ed il Cristallo) a completare la scena.
Dopo la foto alla croce di vetta, e dopo essermi riposato e rifocillato un po', ho iniziato la discesa, studiata un po' sulla cartina. Sono tornato alla forcella dei Camosci, sono sceso dal sottostante scomodo canalino, e poi ho raggiunto la cengia che conduce alla Forcella del Passaporto (che separa il Paterno dalla Cima del Passaporto). Questo tratto è facile, e molto panoramico, con alcune finestre nella roccia da cui ammirare le Tre Cime.
Raggiunta la Forcella del Passaporto, consiglio di non fare l'errore che ho fatto io, e di non seguire la mia traccia (peraltro, in galleria il GPS del mio telefono ha avuto qualche problema).
Forse, non ho visto alcune indicazioni. Fatto sta che, seguendo alcuni escursionisti davanti a me, ho imboccato una traccia stretta che scende subito dalla Forcella verso Ovest/Sud-Ovest, su detriti instabili ed esposta. Francamente, un tratto breve ma per nulla piacevole. Bisogna invece oltrepassare la Forcella, proseguire sull'ampia traccia che dirige verso Sud, per passare dopo poco per una comoda e breve galleria che vi consente facilmente di portarvi sul lato Ovest della montagna e scendere verso la Forcella di Lavaredo.
Attenzione! Non pensate di togliere l'imbrago, perchè più avanti vi sono ancora alcuni tratti attrezzati, in alcuni dei quali è meglio essere assicurati al cavo metallico. Un'ultima buia e bassa galleria ci conduce alla fine del percorso attrezzato e quindi al sentiero che scende alla Forcella di Lavaredo.
Inevitabile voltarsi ed ammirare con soddisfazione la vetta del Paterno verso Nord, e ringraziare questi monti per averci regalato un'altra giornata stupenda. Se avete considerazioni, o commenti, postateli qui sotto a fine articolo.
Buona escursione. Fabio Muriano
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Il video della mia escursione
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