Chiunque ami la vita e gli sport all'aria aperta sogna di avere un piccolo camper o un furgone camperizzato, per la libertà che regala viaggiare con un mezzo del genere. In questo articolo, vi racconto la mia esperienza di camperizzazione di un Ford Transit Custom.
La Camperizzazione di un furgone (Ford Transit Custom)
Parto subito col dire che la camperizzazione di un furgone non è una passeggiata. Non è un lavoro impossibile, anche se richiede una certa dose di manualità, ma richiede tante ore di lavoro, e molte energie mentali nella progettazione. Vi troverete a pensare a come risolvere un problema, magari in occasione di un risveglio notturno (e, personalmente, alcune delle migliori genialate mi sono venute in mente di notte). Ovviamente, poi, a lavori fatti, potreste essere molto soddifatti di quello che avete fatto, oltre a potervi finalmente godere il vostro furgone per delle bellissime avventure.
In questo articolo, vi racconterò la mia esperienza sulle varie tematiche inerenti la camperizzazione, premettendo che, non avendo esperienze precedenti, ho cercato in rete, visto molti video su YouTube, ho chiesto a diversi amici che avevano già fatto esperienza, ed ho fatto anche qualche errore, ovviamente. Devo anche dire che sia quanto proposto in rete e su YouTube non sempre è risultato per me convincente, ed in alcuni casi ho fatto scelte diverse. Va infine detto che volendo stipare nel vano di carico del mio Transit anche attrezzattura sportiva, e volendo mantenere spazi ragionevolmente ampi (per non ottenere un risultato claustrofobico), non ho effettuato una camperizzazione massiccia (ad esempio, non ho mai pensato di perlinare l'interno). Detto questo, procedo con ordine a trattare le diverse tematiche, ed a raccontare cosa ho fatto.
Temi trattati: La Coibentazione, la realizzazione del pianale, l'installazione dei finestrini, la realizzazione del letto, l'impianto elettrico, l'impianto idraulico, il riscaldamento, il mobile cucina.
Cliccando qui, verrete reindirizzati alla pagina con le liste della maggior parte dei prodotti da me consigliati o utilizzati per la camperizzazione del van (non ho comprato tutto su Amazon).
I prodotti sono divisi nelle seguenti categorie: Gas, Elettricità, Idraulica, Coibentazione/Isolamento, Rivestimenti/Arredi/Utensili
Nei prossimi mesi, procederò ad ulteriori piccoli lavori di sistemazione del furgone. Ad esempio, dovrò inventarmi come riporre tutti i prodotti ed utensili per la cucina, per il bagno, nonchè il vestiario all'interno del vano di carico. Aggiornerò l'articolo per spiegare le ulteriori soluzione ed idee trovate. State sintonizzati e tornate a consultare questa preziosa guida.
Coibentazione
Se, come me, partite da un veicolo commerciale, la prima cosa a cui pensare è la coibentazione del vano di carico del mezzo, che diventerà il vostro alloggio. Esistono varie alternative.
Io ho proceduto come segue. Per quanto concerne il pavimento, ho considerato che la lamiera del mezzo, in questa parte del veicolo, non è a diretto contatto con l'esterno (ma protetta dal rivestimento sotto scocca del furgone). Ho considerato anche che sopra la coibentazione io ho, poi, posato un pianale in compensato marino di 12 mm. Pertanto, ho realizzato una coibentazione di spessore intermedio.
In concreto, ho posizionato dei pannneli da 2 cm di XPS (Polistirene Espanso), che tipicamente si usano in edilizia. Li ho acquistati da Leroy Merlin (ma li trovate anche su Amazon). Sono pannelli da 1200 per 600 mm (a me ne sono serviti 6 per tutto il pavimento). Per ancorarli un po' alla carrozzeria del mezzo, ho usato una schiuma poliuretanica adesiva. Non è un passaggio strettamente necessario, ma è utile quando poi si monta o smonta il pianale, per tenere fermi i pannelli sottostanti. Io ho posato quattro pannelli interi, centalmente; ed altri due, dopo aver tagliati longitudinalmente a metà, li ho sagomati per farli combaciare con il profilo laterale del piano di carico del furgone, in corrispondenza dei passaruota. Per il profilo di taglio, ho prima preso tutte le misure, ed ho disegnato la sagoma sui pannelli, aiutandomi con un foglio di carta per disegnare con una matita la dima del profilo da riportare poi sui pannelli laterali. Per ritagliare la sagoma, ho usato un cutter affilato. Tenete conto che potete, comunque, provare a posare i pannelli sul pavimento del furgone, ed eseguire tagli di aggiustamento con il cutter, fino ad ottenere un risultato soddisfacente.
Posando i pannelli così ritagliati, e quelli centrali fianco a fianco, gli stessi rimangono già abbastanza "incastrati". La schiuma adesiva rende la loro sistemaziona ancora più stabile. L'XPS, normalmente usato come sottofondo di coibentazione dei pavimenti negli edifici, ha buona resistenza al calpestio (ma non ci mettete sopra un ginocchio, o lascerete il segno).
Per quanto riguarda le pareti laterali ed il tetto del furgone, ho invece proceduto come segue.
Ho scartato l'idea iniziale di rivestire pareti e tetto con pannelli in XPS, sia perchè mi avrebbero ridotto un po' troppo le dimensioni interne del vano di alloggio del furgone, e sia perchè è una soluzione esteticamente non molto gradevole. Avrei dovuto poi coprire i pannelli in XPS con altri pannelli di legno, sottraendo altro spazio.
Per quanto riguarda la porzione inferiore dei lati e dei portelloni posteriori del vano di carico del furgone, che erano già quasi completamente provvisti di pannelli originali di protezione dal carico trasportato, ho realizzato la coibentanzione con della lana di roccia. Ritengo che si tratti di una soluzione validissima, perchè è di facile attuazione e di costo molto contenuto. I 10 kg che ho comprato a 40 euro sono bastati ed avanzati per tutta la porzione inferiore del vano di carico del furgone. Una prima parte della lana l'ho incollata alla carrozzeria con della schiuma poliuretanica adesiva, e la rimanente parte l'ho incastrata facilmente strappandone manualmente delle pezze delle dimensioni necessarie. Poi, ho rimontato i pannelli di protezione, che ho preventivamente verniciato con due mani di smalto ad acqua come fondo, e due mani di smalto a solvente, per conferire impermeabilità agli stessi. Ho dovuto realizzare io due pannelli che mancavano, utilizzando dell'mdf che ho sagomato al bisogno con una dima fatta con un foglio da pacco, su cui ho disegnato con un pennarello il profilo da tagliare. Oppure, potete utilizzare un foglio di plastica trasparente.
Per quanto riguarda, invece, la parte superiore di pareti e portelloni posteriori, e per il soffitto, alla fine ho deciso di ricorrere all'Armaflex. Si tratta di un prodotto che ha un certo costo, ma ha una qualità davvero eccellente, e con elevata resistenza termica. Ho preso 5 m2 di spessore da 9 mm, sufficienti per pareti e soffitto ed anche per i passaruota. Sono anche molto soddisfatto della finitura estetica finale, una sorta di velluto nero, simile a quella dell'abitacolo di un'automobile. Preventivamente, ho proceduto ad insonorizzare le pareti con un tappetino isolante autoadesivo in alluminio butilico.
Vedrò, in futuro, se posizionare anche un rivestimento di sughero adesivo (più per motivi estetici) sui montanti della carrozzeria del vano di carico.
Realizzazione del pianale
Fatta la coibentazione del pavimento, sono passato alla realizzazione del pianale di compensato, visto che il furgone da me comprato ne era sprovvisto. Tra le opzioni offerte da un rivenditore all'ingrosso di compensati della mia zona c'erano le seguenti scelte particolarmente indicate allo scopo:
1) Compensato marino Okoumè
2) Compensato marino Mogano
3) Compensato marino filmato (resinato)
Per il pianale, bisogna optare su un compensato marino, ovvero un multistrato di un legno particolarmente adatto a sopportare condizioni di umidità, senza assorbire troppo l'acqua o l'umidità, e deformarsi. In genere, nei veicoli commerciali si sceglie il terzo prodotto sopra elencato. Ma io volevo ottenere, come risultato finale, una sorta di Parquet, con le venature del legno a vista. Pertanto, ho optato per la prima soluzione. Il Mogano è particolarmente costoso. Ho optato per uno spessore di 12 mm, per non rubare troppo spazio in altezza nel furgone, e per non avere poi un piano troppo pesante da gestire. Un pianale di 12 mm ha già una rigidità sufficiente a sopportare i pesi degli oggetti ed il calpestio.
Io ho realizzato il pianale con una sagoma unica, salvo un'aggiunta posteriore, in corrispondenza dei portelloni (vedi foto). Tenete conto bene delle misure del vano di carico (anche nella parte alta) quando vi fate tagliare il piano grezzo da sagomare, per essere in grado di trasportarlo. Vi assicuro che non è un problema banale!
Poi, anche in questo caso, ho sagomato il pannello lateralmente per adeguarlo al profilo del vano di carico del furgone, con metodo simile a quello dei pannelli di XPS, che ho anche sfruttato per tracciare la sagoma da tagliare nel pianale. Si tenga conto che nel tracciamento della sagoma sul pianale in compensato, ho matenuto un margine (in difetto) di alcuni centimetri (da 1 a 5, a seconda dei punti). Infatti, il vano di carico del mio Ford Transit è irregolare, e non ha la stessa larghezza in alto ed in basso (in alto, è più stretto). Se avessi tracciato una sagoma precisa al centimetro, poi, una volta inserito il pianale di taglio da dietro nel vano di carico, non sarei riuscito ad abbassarlo ed adagiarlo, perchè si sarebbe incastrato nella parte alta della carrozzeria più stretta. In questa operazione di posa, è bene essere in 4 e prendere il pannello ai quattro angoli per movimentarlo con maggiore facilità e senza fare danni.
Dopo aver tagliato a dovere il compensato, ho dato due mani di flatting nautico incolore, ottenendo una finitura rossiccia molto bella ed impermeabile, con il legno a vista (vedi foto).
Ho quindi protetto i bordi del pianale, in corrispondenza delle porte laterali e di quelle posteriori, con dei profili ad U di plastica, con aspetto simile al legno. Inoltre, per evitare che sabbia o sporco si infilino ai lati sotto il pianale, ho sigillato il perimetro del pianale, ovvero lo spazio tra questo e la carrozzeria, con un nastro adesivo, anche questo con aspetto simile al legno, largo quasi 6 cm.
Installazione fenestrature
Avendo comprato un veicolo commerciale con pareti chiuse, ho dovuto prevedere l'installazione di due finestrini sulle porte scorrevoli laterali. Guardando alcuni video su YouTube, ho avuto modo di constatare che alcuni provvedono autonomamente al taglio della carrozzeria ed all'installazione e sigillatura dei finestrini. In fondo, per tagliare la carrozzeria bastano un trapano per il foro iniziale, ed un seghetto alternativo per il taglio vero e proprio. Ma avendo preso un mezzo in buone condizioni, ed essendo alla mia prima esperienza al riguardo, ho voluto evitare di fare errori, e mi sono affidato ad un'officina che si occupa di camperizzazione. Ho comprato dei finestrini non originali per il Ford Transit Custom (marca Carbest), ma compatibili, e con vetri oscurati. Devo dire che il risultato finale mi ha soddisfatto molto. Il centro di camper di Brescia che ha fatto il lavoro ha lavorato in maniera molto professionale.
Realizzazione del letto
Per la realizzazione del letto, ho preventivamente predisposto un progetto schizzando la struttura su dei fogli di carta, sia per prevedere possibili problemi di realizzazione, sia per definire la quantià di legno necessario. Ho anche preso qualche spunto da Internet.
Come diversi altri che si sono cimentati nella camperizzazione, ho progettato e realizzato un letto singolo, espandibile a letto a due piazze. A tale scopo, ho realizzato un sistema con doghe che si incastrano per la larghezza come i denti di un pettine (vedi foto per capire). Ho voluto realizzare una struttura facilmente rimovibile, modulabile (divisa in due per la lunghezza)
In primis ho realizzato il telaio, e poi ho fissato le doghe.
Ho utilizzato solo legno di abete piallato, in parte comprato da Leroy Merlin, in parte ordinato su Piallato.it. L'abete è un legno leggero, robusto e di facile lavorabilità. Ho riflettuto parecchio sulle misure del letto. Alla fine, ho realizzato un letto di 190 x 80 cm (che arriva a 150 quando si amplia a due piazze), con gambe alte 50 cm. L'altezza delle gambe è il miglior compromesso che ho trovato tra necessità di stipare principalmente l'attrezzatura da windsurf sotto il letto e vivibilità del furgone, ovvero la possibilità di stare seduti sul letto senza toccare con la testa il soffito del mio Transit (che è abbastanza alto). La larghezza arriva a sfruttare buona parte della larghezza del vano di carico. La lunghezza tiene conto del fatto che addossato alla parete divisoria tra cabina di guida e vano di carico ho un mobile cucina, e non volevo che sormontasse troppo il letto, per ragioni pratiche, visto che sotto il mobile ho i serbatoi dell'acqua, la bombola del gas, e l'inverter.
Ho diviso il letto in due parti per la lunghezza, per poterlo rimuovere facilmente. Un pezzo è lungo 120 cm, con le gambe che si posizionano da una parte all'altra dei passaruota; l'altra parte è lunga 70 cm, ed è quella che normalmente è situata verso il divisorio tra vano di carico e cabina (ed è quella su cui poggiano i piedi). Ma questa modularità, mi consente anche di invertire l'ordine (parte più grossa collocata vicino al divisorio), in modo che, estendendo in lunghezza solo la parte più piccola, ottengo una sorta di divano ad L, comodo per mangiare intorno ad un tavolo, o rilassarsi in più persone.
Le gambe e le traverse hanno una sezione di 4,5 x 4,5 cm. Le doghe hanno dimensioni di 15 mm x 80 cm x 10 cm (ma la larghezza giusta, vedi dopo, è risultata di 9,5 cm, e quindi ho dovuto rettificarla). Per giuntare le gambe alle traverse longitudinali, e laterali del telaio del letto ho usato delle piastere angolari in acciaio fissate al legno con delle viti, oltre ad aggiungere colla Millechiodi nei punti di contatto del listelli di legno. La struttura risultante mi sembra robusta e solida. Questo sistema è risultato abbastanza pratico e veloce, anche se ha richiesto comunque un po' di malizia a manualità. Segnalo solo che il serraggio finale delle viti ha sempre spostato leggermente la piastra angolare, facendo in modo che i bordi dei listelli giuntati non collimassero perfettamente. Magari, consiglio almeno di procurarsi delle piastre con un invito per la testa della vite. Oppure, suggerite voi nei commenti altre soluzioni.
Inizialmente, ho previsto di posizionare 17 doghe larghe 10 cm, complessivamente nella porzione centrale dei due moduli, più 2 da 5 cm all'estremità di ogni modulo (nella parte principale e non nell'estensione, dove ho messo solo le doghe normali). Ma al momento di posizionarle, prima di fissarle con le viti alle traverse longitudinali, mi sono reso conto che non c'era spazio per tutte le doghe, e comunque esse avrebbero fatto fatica a scorrere le une tra le altre, incastrandosi a pettine. Ho quindi fatte rifilare ad una larghezza di 9,5 cm quelle da 10. Inoltre, nel modulo più piccolo, per evitare di avere doghe troppo distanziate sotto il materasso, nella parte principale e nell'estensione, ho dovuto posizionare i listelli da 5 cm come segue (vedi foto): uno ad un'estremità della parte principale, e l'altro all'estremità della prolunga. In mezzoo, sfalsati, sono stati posizionati gli altri 6 listelli da 9,5 cm. Sarebbe stato più semplice prevedere una misura del letto da 180 cm o da 200 cm. Oppure, avrei dovuto studiare una larghezza diversa per i listelli. Comunque, la soluzione adotatta mi soddisfa.
Per gli altri dettagli della struttura, rimando alle foto qui sotto che mostrano come è stata realizzata e come funziona.
Infine, ho verniciato tutto con lo stesso flatting nautico incolore, che ha conferito al letto una bellissima finitura brillante, ed impermeabile.
Impianto elettrico
I calcoli e le spiegazioni di seguito esposti possono sembrare noiosi e complessi. Ma vale la pena di perderci un po' la testa, perchè con la corrente ed i rischi connessi al suo utilizzo non si scherza! Altrimenti, rivolgetevi ad un elettricista, o ad un amico competente.
Per quanto concerne l'impianto elettrico, procedendo dalla produzione al consumo finale di energia, ho scelto il seguente schema di impianto.
Innanzitutto, ho installato sul tetto due pannelli solari monocristallini Eco Worthy da 130 W e 12 V, flessibili, con uno spessore di soli 2,4 mm. I pannelli sono stati incollati sulla parte posteriore del tetto del furgone con un apposito sigillante, il Sikaflex 522. A questo riguardo, vorrei subito dire che il Sikaflex è un collante fantastico ed efficacissimo. Vi basterà appoggiare il pannello sopra il tetto del furgone cosparso di collante e la presa sarà quasi immediata, con possibilità comunque di spostarlo leggermente per qualche piccolo aggiustamento. Il Sikaflex comunque ha bisogno di circa 24 ore per asciugare definitivamente. E' un collante progettato per garantire tenuta e resistenza agli agenti atmosferici per circa 10 anni. I racconti che si leggono in rete, di pannelli che sono volati via in autostrada, sono probabilmente legati all'impiego di collanti diversi e sbagliati.
Prima di attaccare i pannelli sul tetto, è buona norma poggiarli sul tetto, e disporre tutti gli elementi dell'impianto a loro posto (magari, fissando solo provvisoriamente i cavi con del nastro adesivo lungo il percorso desiderato), per accorgersi di eventuali problemi di installazione. Una volta fatta la prova, e constatato che non ci sono problemi, segnate con un pennarello sul tetto la posizione dei pannelli (basta segnare i 4 angoli di ciascun pannello). Quindi, disegnate una serpentina con il collante nell'area dove poserete il pannello, tracciando anche delle linee lungo il perimetro, soprattutto lungo il lato sopra vento, dove l'aria che si infila sotto potrebbe fare più leva per sollevarlo. Una volta posato ciascun pannello, lasciate il veicolo fermo al riparo (meglio se ad una temperatura sopra i 15 gradi per accelerare l'asciugatura del collante), Io ho anche messo del Grey Tape (bianco nel mio caso), lungo il bordo sopra vento di ciascun pannelo, per evitare che l'aria si infili sotto e tenda a sollevarlo. Tenete però conto che una certa circolazione d'aria sotto il pannello, male non fa. Infatti, il rendimento dei pannelli descresce all'aumentare della temperatura, e, quindi, è bene che d'estate passi un po' d'aria sotto gli stessi per rinfrescarli. Qualcuno suggerisce anche di bagnarli con dell'acqua, quando il vostro veicolo è fermo sotto il sole, sempre allo scopo di raffreddarli un po'.
Ho raggruppato i raccordi con i connettori dei miei due pannelli sul tetto con delle fascette di plastica e con del nastro autoagglomerante bianco, e poi li ho fissati sul tetto con del Grey Tape.
A valle dei raccordi, i cavi del pannello da 6 mm2 sono stati fatti passare attraverso un passaggio per fortuna appositamente predisposto allo scopo, presente all'altezza dei fanali, in ciascuno spigolo posteriore della carrozzeria, nascosto dietro le porte. Il passaggio è già abbastanza protetto da un profilo in rilievo dalle infiltrazioni d'acqua (io comunque, dopo aver fatto passare i cavi, ho messo anche del Grey Tape). La presenza di questo passaggio mi ha evitato di forare la carrozzeria, operazione sempre non banalissima.
I cavi del pannello, fatti passare in una traccia a soffitto in tubo corrugato, raggiungono un regolatore di carica (in dotazione con il KIT che ho comprato), per poi arrivare alla batteria AGM da 140 Ah e 12 V, nel mio caso, comodamente posizionata in cabina di guida, sotto il sedile del passeggero.
A quest'ultimo proposito, ho deciso di dotarmi di una batteria con una generosa capacità di accumulo della carica, e quindi durata, per alimentare alcune utenze particolarmente energivore, ed in primis il boiler per l'acqua calda che ho deciso di installare (vedasi più avanti).
La batteria, con cavi adeguatamente dimensionati (accennerò al calcolo tra poco), è collegata ad un inverter da 2000W, con picco a 4000 W 12V 220V-230V ad Onda Pura DC AC. Ho voluto installare questo inverter perchè il boiler richiede una potenza massima di 1200 W, e vorrei usare saltuariamente anche uno scaldino con potenza da 1000-2000 W, o un phon con potenza sempre intorno ai 2000 W. Phon, scaldino, funzioneranno per alcuni minuti (10-30 minuti max) nell'arco di una giornata. Il Boiler, per portare l'acqua alla temperatura necessaria per la doccia, deve rimanere acceso a 1200 W per circa 20 minuti.
Ho, pertanto, calcolato la carica consumata dal Boiler durante il suo funzionamento per definire la capacità di accumulo della carica della batteria.
Il Boiler consuma 1200 Watt (Joule/s) di energia, e come detto deve funzionare per circa 20 minuti. Moltiplicando la potenza per il tempo, si ottiene la quantità di energia consumata dal boiler in questo arco di tempo, quindi: 1200 J/s x 20 minuti x 60 s/min = 1440 KJ. La batteria lavora ad un voltaggio di 12 V, ovvero a 12 J/C, cioè ogni carica elettrica di 1 Coulomb, conferisce un'energia di 12 Joule. Quindi, dividendo la quantità di energia consumata dal Boiler, per l'energia per unità di carica elettrica, si può calcolare la quantità di caricare elettrica totale consumata, cioè trasferita da un polo all'altro nella batteria (che poi bisognerà ricaricare per ripristinarne l'accumulo): 1440 Kilo Joule : 12 Joule/Coulomb = 120 x 103 Coulomb.
La capacità di accumulo della carica delle batteria si misura in Ah. L'Ampere (A) è l'unità di misura dell'intensità di corrente, ovvero della portata di cariche nel circuito nell'unità di tempo. 1 A è uguale ad una portata di 1 Coulomb/s. Quindi, un'intensità di corrente di 1 A per 1 secondo è uguale ad 1 Coulomb. Ne consegue che 120 x 103 Coulomb, ovvero la carica consumata sopra calcolata, corrisponde a 120 x 103 A x s. Un'ora è uguale a 3600 s, quindi dividendo per tale fattore di conversione, in definitiva ottieniamo: 120 x 103 A x s x 1 h/3600 s = 33,3 Ah.
Ripetendo il calcolo, e considerando dispositivi che consumano 2000 Watt, per tempi analoghi, il consumo della batteria arriva circa 40 Ah. Ho pertanto giudicato insufficiente (da sola) la batteria di cui disponevo da 80 Ah. Infatti, questa è la carica che la batteria possiede quando è piena, mentre quando è solo parzialmente carica, la batteria può disporre di una carica troppo vicina a quella consumata dai dispositivi elettronici sopra elencati, con conseguente possibilità di esaurire quasi completamente la batteria. Pertanto, ho preso la batteria da 140 Ah, che mi garantisce idonea riserva. Vedrò con l'esperienza se utilizzare entrambe le batterie per disporre di ancora più riserva di carica. Magari, lo farò in caso di trasferte in luoghi con poco irraggiamento solare, e quindi poca ricarica dei pannelli solari. Nel caso, le batterie andranno collegate in parallelo, e non in serie (altrimenti, raddoppierebbe il voltaggio!).
Fate però attenzione che conta anche la capacità della batteria di erogare le cariche elettriche con una certa intensità di corrente. Verificate quindi bene anche questo dato di targa. Nel mio caso, la batteria da 140 Ah, è in grado di erogare un amperaggio di 860 A. Nel seguito, vedremo che l'intensità di corrente da me richiesta è al massimo di 167 A.
Considerando le potenze richieste dai dispositivi elettronici che uso, ho comprato l'inverter sopra indicato, in grado di erogare tali potenze con buon margine di sicurezza, e che mi può fornire corrente a 220 V, come richiesto dai sopra citati dispositivi.
E' importante collegare batteria ed inverter con adeguati cavi, per evitare dispersioni di energia eccessive e pericolosi surriscaldamenti dei cavi, e per far arrivare al dispositivo finale l'energia (o meglio la tensione, cioè l'energia per unità di carica) che questo richiede. A questo riguardo, infatti, è importante tenere presente che, siccome il circuito tra batteria ed inverter è a 12 V, cioè a bassa energia trasportata per unità di carica, l'intensità di corrente (cioè la portata di cariche) sarà molto alta.
Per la legge di Ohm, la caduta di tensione, cioè la perdita di energia elettrica durante il trasporto delle cariche nel circuito è proporzionale all'intensità di corrente, ovvero ΔV = Ri, con R che rappresenta la resistenza elettrica che si misura in Ohm (Volts/Ampere), ovvero il coefficiente di proporzionalità tra le due grandezze. R a sua volta, considerando il circuito complessivo, è pari a
dove R è la resistenza, L è la lunghezza del cavo del circuito, A è l'area della sezione del circuito, e ρ è la resistenza specifica o resistività elettrica, in pratica la resistenza per unità di lunghezza e per unità di area. E' tipica del materiale di cui è fatto il cavo e varia al variare della temperatura. Nel caso del rame, di cui sono fatti i cavi da me utilizzati, la resistività a 20°C è pari a 1,68 x 10-8 Ohm x m2/m .
Per ridurre la resistenza complessiva del circuito, è quindi opportuno non prevedere cavi troppo lunghi ed aumentare adeguatamente la sezione. Mantenere i cavi più corti possibile nel collegamento tra batteria ed inverter è anche una questione economica, perchè i cavi elettrici di sezione generosa hanno un costo non banale!!!
In concreto, io ho previsto di posizionare la batteria a 1,5 metri di filo dall'inverter. Si noti che la lunghezza complessiva del circuito è la somma del cavo per il polo positivo (quello rosso) e di quello per il polo negativo (nero). Quindi, nel mio caso, la lunghezza complessiva del circuito è di 3 metri.
In genere, si consiglia di contenere il calo di tensione (cioè la perdita di energia per unità di carica) entro il 3% per evitare troppe dispersioni e surriscaldamenti, e per far arrivare effettivamente al dispositivo finale (l'inverter nel mio caso) quasi 12 V. Quindi, considerando la tensione garantita dalla batteria, avrò 12 V x 0,03 = 0,36 V di caduta di voltaggio ammessa.
Dalla legge di Ohm, si ricava che R = ΔV/i. Considerando una potenza assorbita di 2000 W (quella garantita dall'inverter, ed assorbita dai dispositivi più energivori), l'intensità di corrente che scorre nei cavi è di circa 167 A. In definitiva, quindi per contenere la caduta di tensione a 0,36 V, con una simile intensità di corrente, R non deve superare 0,0022 Ohm (V/A).
Dalla formula che lega resistenza e resistività sopra indicata, si ottiene quindi:
Area cavo = 1,68 x 10-8 Ohm x m2/m x 3 metri / (0,0022 Ohm) = 2,3 x 10-5 m2. Poichè, 1 m2 = 106 mm2, la sezione del cavo necessaria è di 23 mm2. In concreto, si valuta poi cosa esiste in commercio. Io, per avere un ulteriore margine di sicurezza, ho preso due spezzoni di cavo (nero e rosso) da 35 mm2!
Aggiungo, infine, un consiglio datomi da un amico ingegnere sul circuito complessivo:
Attenzione ad un altro fattore:
Il regolatore di carica che dai pannelli solari carica la batteria risulterebbe in parallelo tra la batteria stessa e l'inverter.
Se l'inverter sta spento non c'è nessun problema, il regolatore carica lentamente la batteria
Ma quando accendi l'inverter, viene richiesta una corrente alta.
Verifica cosa succede al regolatore se viene richiesta troppa corrente, se ha dei sistemi di protezione.
La corrente verrebbe data dalla batteria ma in questo caso il regolatore vedrebbe la sua uscita come se fosse in corto, quindi va capito se lo supporta, altrimenti dovrai mettere uno stacco manuale.
Alla luce di questo consiglio, ho verificato che il regolatore di carica avesse delle protezioni contro l'eccessivo amperaggio. Il mio regolatore ha tale protezione. Comunque, può essere utile sezionare il circuito installando un pulsante di stacco dopo il regolatore di carica, e prima della batteria.
Infine, segnalo che ho installato due prese 12 v ed Usb sul lato destro, al centro e sul retro, del furgone, per attaccare frigo, cellulari, o doccino esterno. Ho incassato queste due prese in due scatolette da me realizzate in fibra composita spessa 10 mm (ottimo materiale, facilmente lavorabile, ed impermeabile), con semplici giunzioni con viti. Ho poi rivestito le scatole con carta adesiva in tinta con i pannelli interni protettivi della carrozzeria, e le ho poi fissate ai passaruota ed al pannello protettivo con biadesivo con buona tenuta (sono refrattario e forare la carrozzeria del furgone...).
Riscaldamento aria
Per quanto concerne il riscaldamento del vano di carico del furgone, al momento non ho previsto soluzioni tipo webasto, o altri sistemi di riscaldamento a gasolio. In commercio, ne esistono diversi, a costi anche contenuti. Ma presuppongono di forare la carrozzeria per realizzare le prese d'aria e lo scarico dei fumi. Inoltre, a meno di non realizzare un collegamento con il serbatoio carburante del veicolo (operazione da far eseguire a personale esperto), è necessario prevedere almeno una tanica per il gasolio, e ricordarsi di verificarne il livello.
Io ho fatto altre scelte. Siccome il vano di carico del furgone ha un volume di soli 6 m3, è piuttosto semplice scaldare questo ambiente. E' chiaro che poi serve un'efficace coibentazione per mantenere il calore al suo interno. Inoltre, come detto, mi sono dotato di una batteria abbastanza capiente e di un inverter in grado di erogare anche 2000 W, e l'energia elettrica mi viene prodotta gratuitamente dai pannelli solari. Infine, non prevedo di andare in montagna con il van d'inverno, ma di dover affrontare al massimo temperature di poco superiori agli 0 °C.
Per questi motivi, al momento, quando ho bisogno, mi porto dietro uno scaldino, ovvero un termoventilatore elettrico che assorbe una potenza di 1000 watt circa, e con il quale riscaldo rapidamente l'ambiente interno del furgone. Chiaramente, lo tengo acceso solo per poche decine di minuti al massimo, per non scaricare troppo la batteria.
Impianto idraulico
Dopo tutto il resto, potevo farmi mancare l'acqua corrente (ed anche calda) nel mio furgone? No.
In breve, il mio schema di impianto idraulico è il seguente.
Mi sono dotato di due taniche di plastica rettangolari da 30 litri, con tappo piccolo. Una è adibita alle acque chiare, l'altra alle acque scure. Le taniche sono posizionate sotto il mobile cucina (sotto il lavello, per l'esattezza), ancorate ad uno dei ganci del vano di carico, mediante un tirante.
Non ho avuto bisogno di prendere le più costose taniche a bocca larga, in quanto pesco l'acqua pulita mediante una pompa autoadescante ad aspirazione con un tubo di gomma da 3/8 di pollice (9,5 mm), e scarico l'acqua nella tanica delle acque scure con un tubo corrugato da 1 pollice (2,5 cm) che si origina dal lavello. In realtà, avevo già anche una tanica a bocca larga, che userò con il doccino a 12 V, per le docce esterne, estive. Il doccino ha una pompa che non passa dal collo stretto delle normali taniche.
La pompa che ho preso è in grado di erogare 4,3 l/minuto, a 2,4 bar di pressione (circa 24 metri di colonna d'acqua). Funziona con corrente a 12 V ed è autoadescante, ovvero è munita di un pressostato che avvia la pompa quando apro il rubinetto, o si svuota lo scaldabagno elettrico (vedi dopo), e l'arresta quando chiudo il rubinetto, ed il boiler è pieno. Ho anche previsto un interruttore per scollegarla dalla batteria quando non mi serve (come consigliato nel manuale del prodotto).
La tubazione di mandata della pompa è sempre costituita da un tubo di gomma (PVC) da 3/8 di pollice, che poi collego con i necessari raccordi ai tubi flessibili dell'impianto idraulico. Un deviatore ad Y mi serve a ripartire l'acqua della pompa tra il flessibile che porta l'acqua fredda al rubinetto, e quello che alimenta lo scaldabagno. Dallo scaldabagno, poi, l'acqua calda raggiunge il rubinetto miscelatore che ho installato nel piano del mobile cucina. Il rubinetto è dotato di doccino estraibile, con possibilità di far uscire anche un getto normale. Il doccino è comodo sia per sciacquare il lavello, sia per farmi la doccia fuori (tubo flessibile lungo 1,5 m), o dentro il furgone (a quest'ultimo riguardo, sto ancora studiano la questione e devo sperimentare alcune idee che ho in mente).
Il rubinetto scarica in un lavello in acciaio inox con dimensioni di 355 x 260 x 150 mm, che ho incassato nel piano del mobile cucina (lato destro). Esistono in commercio anche dei lavelli (vaschette) in plastica, utilizzabili per sciacquare alimenti, e muniti di tappo, che possono essere appiattiti e trasformati in un tagliere, che possono essere ugualmente incassati in un piano di legno. Io ho voluto optare per qualcosa di più robusto e duraturo. Una piletta collega lo scarico del lavandino al corrugato che convoglia le acque sporche nella tanica delle acque grigie.
Tra le altre cose, ho ragionato su come avere l'acqua calda in furgone, visto che potermi sciaquare con acqua calda, anche d'inverno, a fine sessione di windsurf, in luoghi con temperature esterne non troppo basse, ma neanche confortevoli, è per me imprescindibile.
Una prima alternativa consiste nell'acquistare un piccolo scaldabagno portatile a gpl, come questo disponibile su Amazon . Costo intorno ai 190 euro, più il costo dalla bombola (50-60 euro, per la bombola vuota da 5 kg). Ovviamente, durante il suo funzionamento andrebbe appeso all'esterno per evitare formazione di monossido di carbonio (a meno di non studiare una presa d'aria e di scarico direttamente con l'esterno), ed inoltre comporterebbe di posizionare nel vano del furgone una bombola di GPL , che ha un certo ingombro.
In più, ci sarebbero da prevedere tutti i tubi di collegamento in giro. I vantaggi consisterebbero nella disponibilità di acqua calda pressochè immediata, e nel fatto di non consumare energia elettrica, non sempre disponibile.
Altrimenti, si deve optare per uno scaldabagno elettrico, abbastanza piccolo, ma non minuscolo, che ha il vantaggio di poter funzionare anche all'interno, che costa circa 80/100 euro, che non richiede la bombola aggiuntiva, ma ha purtroppo lo svantaggio di funzionare con la corrente 220 v e di assorbire 1200-1500 W, che non sono pochi. Bisogna, quindi, installare anche un inverter adeguato ed affidabile, tipo questo , che costa 190 euro circa.
Come descritto nel paragrafo relativo all'impianto elettrico, alla fine ho optato per l'installazione dello scaldabagno elettrico.
In futuro, vedrò se installare uno scambiatore a piastre per integrare il sistema e recuperare calore dall'acqua calda del motore, ovviamente non per sfruttarla direttamente, ma per scaldare l'acqua di un circuito indipendente che alimenta l'impianto idraulico sanitario del van. L'idea è molto interessante ma non è di immediata realizzazione, perchè comporta la difficoltà di modificare l'impianto idrualico di raffreddamento del motore del mezzo, deviandolo a monte del radiatore, e soprattutto la difficoltà di realizzare un circuito idraulico per portare l'acqua riscaldata dal vano motore, al vano di carico del furgone. Se avete idee e suggerimenti al riguardo, scrivetelo nei commenti.
Il mobile cucina
Il mobile cucina è stata "la madre di tutte le battaglie".... Ho dovuto studiare a lungo il progetto per stabilire tutte le mie esigenze, definire tutte le misure, ed anche così non è bastato; ho dovuto apportare delle varianti in corso d'opera. E' stata anche l'unica fase dei lavori in cui mi sono infortunato (lieve stiramento ad una gamba per movimentare il mobile)!
Comunque, andando al sodo, ho progettato un piano di 160 x 40 cm, in compensato marino Okoumè 12 mm (ho sfruttato uno scarto avanzato dal pianale) dove:
- incassare il lavello in acciaio inox (35 x 26 x 15 cm), con annesso rubinetto con doccino
- posizionare un fornello da campeggio a tre fuochi alimentato da una bombola a butano da 2 kg
- appendere l'inverter per avere la corrente a 220, ed i regolatore di carica dei pannelli solari
Per realizzare le gambe di questo piano, ho utilizzato dei robusti listelli di abete piallato con sezione di 4,5 x 4,5 cm (come quelli usati per il letto). Ho previsto un'altezza del piano di 90 cm di altezza in modo da avere all'incirca 50 cm tra il piano ed il soffitto del furgone. Le gambe sono in tutto 6, 4 all'estremità laterali ed una centrale, più una a 30 cm di distanza da quella laterale posteriore di sinistra, sempre lungo il bordo posteriore del piano. Quest'ultima, e quella posteriore all'estremità laterale vicina sullo stesso lato, in realtà sono alte 135 cm, perchè ad esse ho fissato lo scaldabagno. Ho inserito i tasselli in un robusto listello orizzontale che giunta i listelli verticali in questione nella parte alta. Le gambe sono state giuntate in basso da listelli orizzontali di rinforzo.
Infine, ho fissato al bordo posteriore del piano un pannello, sempre in compensato marino (altro avanzo del pianale), giuntato verticalmente al piano da robuste piastre in acciaio. Il pannello funge da protezione del divisorio tra vano di carico e cabina di guida del pannello, onde evitare schizzi dovuti alla cottura dei cibi, o derivanti dal lavello.
Ho verniciato il mobile con lo stesso flatting nautico usato per il pianale, con lo stesso piacevole risultato estetico (e di protezione) ottenuto per il pavimento del furgone.
Ho posizionato due ganci in acciaio nella parte alta delle gambe posteriori del piano, in modo da poterlo efficacemente ancorare ai ganci del vano di carico del furgone, per evitare pericolosi movimenti o oscillazioni del mobile quando il veicolo è in movimento.
Quando ho inserito il mobile nel furgone ho purtroppo constatato che le misure del pannello verticale non tenevano conto della rastremazione verso l'alto dei lati e delle porte del furgone, e così ho dovuto procedere a dei tagli di sagomatura per aggiustare la forma del pannello.
L'incasso del lavello non è stato semplicissimo. Volevo realizzare un incasso preciso per evitare movimenti del lavello, ma ho dovuto, anche in questo caso, tagliare più volte l'incasso per correggere le misure inizialmente previste. Consiglio di fidarsi delle misure suggerite dal produttore del lavello..... Sto ragionando se, oltre al silicone sul bordo del lavello per fare tenuta, utilizzare un prodotto incollante o riempitivo per renderlo più stabile.
A fianco al lavello, come già accennato sopra, ho installato un bel rubinetto miscelatore, con doccino estraibile, collegato alla pompa dell'impianto idraulico.
Al centro del piano, ho posizionato il fornello a tre fuochi (ancorato al piano con cinghia o fune elastica, o fermi).
Un tubo flessibile da 1/2 pollice lo collega al regolatore di fiamma, e quindi alla bombola da 2 kg, legata alle gambe del piano sotto lo scaldabagno con un tirante.
Sotto il piano, al centro ho fissato l'inverter, cercando di fare in modo che chi dorme nel letto del furgone non lo urti con i piedi. L'altezza di 90 cm del piano è stata definita anche con questo scopo, tenendo conto dell'altezza del letto di 50 cm (+10 cm di materasso).
Le taniche dell'acqua sono posizionate a destra, sotto il lavello. A sinistra, sotto lo scaldabagno, a parte la piccola bombola del gas, non ho voluto posizionare altro, per lasciare spazio all'attrezzatura da windsurf, sistemata sotto il letto (la prua delle tavole raggiunge il divisorio cabina/vano di carico).
Bene, direi che vi ho dato un po' di idee. Non vi resta che mettervi al lavoro! Se avete commenti, idee o suggerimenti, scriveteli nell'apposita sezione qui sotto (solo per gli utenti Supporters di Waterwind).
Buon lavoro. Fabio
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