San Teodoro, con scirocco, è uno spot da urlo! Alcuni amici me ne avevano parlato, ed, in occasione di questa trasferta Sarda, ho avuto modo di confermare l'indicazione, con due sessioni memorabili.
Windsurf, report sessioni: La Cinta, San Teodoro, Sardegna, aprile 2017
Dopo i primi due giorni a Porto Pollo con ponente (leggi report), in occasione della trasferta Sarda del 25 aprile, lunedì 24 e martedì 25, ci siamo spostati nella mitica spiaggia della Cinta a San Teodoro, essendo il vento girato a Scirocco.
La giornata del 24 è subito iniziata nel migliore dei modi, con una visita allo spettacolare promontorio di Capo D'Orso. La cima del promontorio è dominata dalla famosa roccia di granito, lavorata dal vento, e dalla salsedine, a foggia di orso. Dalla vetta, si gode un panorama incredibile su Palau, la Maddalena, e Caprera: uno spettacolo da lasciare senza fiato.
Già in cima al promontorio, arrivano le folate dello Scirocco che sta progressivamente entrando, e che sul mare verso Est sembra già disteso. Arrivo a San Teodoro, verso le 13,00, dove mi incontro con Angelo.
Davide (bxr) e gli amici, oggi, hanno optato per lo spot di Murta Maria, famoso come spot freestyle.
Una volta giunto sullo spot, esploro il posto, per capire dove conviene parcheggiare ed uscire (leggi recensione dettagliata dello spot). In breve, vado in fondo al parcheggio sterrato, per uscire dal punto più sopra vento.
La baia è immensa e stupenda, con sabbia fine e bianchissima ed acqua caraibica... E' una calda, e bellissima, giornata di sole.
Il vento, misurato con l'anemometro, è intorno ai 20 nodi. La direzione è side/onshore. Il fondale rimane basso per 60 metri circa, e lo shore break, alle 13,00, è contenuto. A riva, un po' di alghe spiaggiate dalla mareggiata, quello che noi chiamiamo il paltone, familiare per chi, come noi, frequenta Hyeres. Opto per la Ezzy Tiger 5,5, da abbinare al Tabou 3S 106 LTD 2013, con pinna di serie. A fianco a me, Angelo prepara un Tabou rocket 135 (con un pinnone da 48 cm...), ed una vela Tribord da 5,2. Fa caldo (siamo abbondantemente sopra i 20 gradi). Muta 5 mm (ma siamo al limite della 4/3), piedi e testa nude, guantini (perché dopo due giorni a mani nude, a Porto Pollo, ho le mani piene di vesciche...).
Ci metto pochi metri di bordeggio, per capire che mi trovo in uno spot magnifico. I primi due - trecento metri dalla riva sono caratterizzati da un colore dell'acqua verde smeraldo pazzesco. Sembra di surfare in una piscina. Il vento è side-on, e, quindi, si parte senza problemi (vero Angelo?). Fuori, noto subito che ci sono dei treni d'onda regolari non molto alti (1 - 1,5 metri), ma belli lunghi, in genere non frangenti. C'è spazio per tutti: una quindicina di windsurf, e circa 30 e passa kitesurf, che però sono in prevalenza sotto vento. Escono più a Nord, verso il centro della baia. Solo qualcuno - per lo più camperisti - sconfina, ed esce dove usciamo noi; comunque, la situazione è gestibile.
Il vento è proprio dell'intensità giusta, per un'uscita duratura, in pieno relax, e per fare tutte gli esperimenti che si vuole. Soprattutto, la meraviglia è che è di una costanza incredibile, mediamente sui 20 nodi, e con raffiche che non superano i 25. Durante il bordo non si devono operare troppe correzioni di assetto, e non ci si stanca. Un sogno.... Sono invelato giusto.
Power jibe mure a sinistra (il mio lato preferito) al primo colpo, ed altre a seguire a ripetizione!
Ad uscire, si può saltare bene mure a dritta. Fuori le onde, iniziano a montare (sono però sempre piuttosto regolari), e superano quasi sempre il metro e mezzo. Fuori, è un po' più complicato manovrare, ma l'intensità del vento perdona gli errori. Anche il rientro è una goduria, perché, dopo aver controllato la presenza di altri sottovento, si può accennare una surfata in backside, scendendo anche parecchio dall'onda. Una libidine. Peraltro, a 100 metri dalla riva, si è formata un'onda ripida di un metro, molto divertente. Mi sento tranquillo e sicuro, e mi godo l'uscita senza avvertire la minima stanchezza.
Decido di cambiare tavola, ma non vela, e di passare alla Fanatic Triwave 86 2013, per provarla in assetto single fin (prendo in prestito la pinna freewave da 22 del Tabou 3S 86 che ancora possiedo, ma che ho appena messo in vendita), viste le condizioni sostanzialmente Bump and Jump (il giorno dopo, sempre qui a San Teodoro, la userò tutto il giorno in assetto trifin). Anticipando qui le impressioni sul confronto tra i due settaggi, devo dire che come trifin (pinna centrale tutta indietro e thruster tutti avanti per avere più grip) la tavola mi sembra più libera nei cambi di direzione, ma comunque tiene ottimamente la rotta in andatura (con il corretto stance). Comunque, mi soddisfa anche come single fin, almeno in condizioni come quelle di oggi, senza risultare troppo penalizzata nei cambi di direzione. Devo solo capire ancora, se la tavola come single fin, è un po' più veloce (per la minor resistenza in acqua), rispetto all'assetto trifin. Comunque, al momento, non avverto una particolare necessità a gestirlo come single fin, ma proverò ancora, per capire meglio.
Durante il cambio di tavola, incontro Angelo che mi dice che non è neanche riuscito a partire.... Sicuramente non ha l'attrezzatura idonea allo spot oggi, ma, parlando con lui, mi rendo conto che le lezioni prese nelle diverse scuole, non gli hanno insegnato minimamente a gestire l'attrezzattura a riva! Come è difficile trovare una scuola di windsurf seria......
Così è in completa balia del vento e delle onde, che gli strappano la vela, e gli spostano la tavola. Oggi, per me, è difficile decidere di uscire dall'acqua.... visto il godimento totale, ma gli prometto di dedicargli un po' di tempo dalle 17,00 in poi. Del resto, ricordo di quando il buon Norby da Legnano mi dedicò qualche minuto a Hyeres nel 2013, per insegnarmi a gestire la vela dalla pena, vedendomi rotolare spesso nei cavalloni....
Così, dopo tre ore di sessione (ma avrei potuto continuare fino al tramonto), smetto e mi dedico ad Angelo. Gli spiego come gestire la vela dalla penna con un dito.... senza fare fatica minimamente, come cambiare lato alla vela, portando la bugna al vento...., e ad orzare e poggiare la tavola, stando con entrambi i piedi piantati ancora sul fondale. Accenniamo anche qualche beach start, ma mi rendo conto che Angelo deve ancora lavorare bene sulle fasi precedenti, anche se riesce a partire una o due volte. Alle 18,00 decidiamo di smettere. Disarmiamo ed andiamo ad esplorare lo spot di Murta Maria (ormai deserto, sono le 19,30). Il tramonto sulle lagune retrostanti è affascinante (meno la speculazione edilizia delle case nei dintorni....). Ci prendiamo una birra insieme, e ci congediamo che sono le 20,40. Arrivo a Porto Pollo per le 22,00, e mi cucino un'amatriciana al volo, mentre mi faccio la doccia.
Il giorno dopo lo spettacolo si ripete.... Riesco a convincere anche Davide, con gli amici a venire qui. Prima, mi faccio un giro a Porto Cervo ed in Costa Smeralda, per approfittare della tranquillità del periodo. La costa è meravigliosa, Porto Cervo suggestiva, ordinatissima, ma, fondamentalmente, un po' finta. Passo anche da Porto San Paolo, per fotografare l'incredibile isola di Tavolara.
Oggi, le previsioni, danno scirocco ancora più forte, ma sia windfinder che windytv, in genere, sottostimano, e non è mai facile capire quanto vento farà effettivamente. Armo la Ezzy Elite 4,7, avendo misurato circa 25 nodi medi, con raffiche, come al solito, non molto superiori. Quanto alla tavola, opto subito per il Triwave settato come trifin, ma preparo anche il 3S (che rimarrà in macchina....). Si ripete la magia del giorno prima....
Il vento, però, rimane da 4,7 per me (70 kg), solo per meno di un'ora, poi cedo perché non la tengo più, soprattutto in manovra, e, per non stancarmi ulteriormente, preparo ed esco di nuovo con la Ezzy tiger 4,2. Per farla breve, il vento raggiungerà i 30 nodi medi, con frequenti punte sui 35! Ci sarebbe stata anche la 3,7.... Davide per cambiare, rimane tutto il pomeriggio con la 4,7, ed esce morto, ma molto soddisfatto dall'acqua intorno alle 16,00 dopo circa tre ore. Oggi, l'onda è un po' più grossa, in particolare al largo, dove ogni tanto mi rompono addosso, mentre sto facendo una waterstart, panettoni di due metri. In acqua, meno kite (soprattutto nella nostra zona di sopra vento). In breve, mi difendo bene durante la sessione riuscendo, come sempre, a strambare meglio mure a sinistra.
In acqua, c'è un ragazzo tedesco, biondo ossigenato, che vira in maniera spettacolare (vedi video)..... Passa al di là della vela, con la tavola che è ancora in planata a tutta velocità, e poi gestisce il backwinded fino a ripartire sul nuovo bordo. Voglio virare così! Capisco, definitivamente, che, sia per quanto riguarda la virata veloce, che per la Power jibe, non esiste unico modo di virare e strambare, ma diversi modi, che si adattano alle diverse condizioni del piano d'acqua, e del tipo di tavola utilizzata. Questo modo di virare realizzato dal ragazzo tedesco è sicuramente quello migliore (se non forse l'unico) da utilizzare con tavole piccole (ha un Tabou pocket 75), e con mare formato. Anche per quanto riguarda la power jibe, con tavole piccole e mare formato, è meglio farla con un raggio di curvatura stretto, che molto ampio, tenendo il lasco per troppo tempo, in quanto la tavola sobbalzerebbe troppo tra le onde (e spesso tra due onde, non c'è nemmeno lo spazio per un curva ampia, senza droppare l'onda davanti), con tavole wave, meno plananti, si finirebbe per perdere la planata.
Alle 16,30 esco dall'acqua anche io, stremato dai 35 nodi... La sera devo di nuovo imbarcarmi per Livorno.
Con una certa tristezza (mitigata in parte dalla consapevolezza della possibilità di una nuova uscita con lo scirocco il giorno dopo in Toscana), ma con la felicità di aver scoperto una terra fantastica da esplorare per il windsurf (e non), ed in cui tornare appena possibile, termino questa mia vacanza in Sardegna.
Hang loose. Fabio
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