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Sottomarina...e speriamo che me la cavo.
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28/10/2016 14:34 #2381 da ita4012
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Risposta da ita4012 al topic Sottomarina...e speriamo che me la cavo.
Ti capisco... anch'io quest'anno ad Andora ho surfato con la febbre...
Ah, dimenticavo, belle le foto!
Ciao
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28/10/2016 11:54 #2379 da Livia
Risposta da Livia al topic Sottomarina...e speriamo che me la cavo.
: )))))))))))))
stanchezza sicuramente. stavo per fare la partenza dall'acqua, poi ho sentito che il mare si stava muovendo in maniera differente, mi sono girata e mi sono trovata.... onde enormi che si stavano alzando. Ero entrata in acqua che avevo già due linee di febbre, ma.... dura resistere al vento.
Insomma.... follia.
stanchezza sicuramente. stavo per fare la partenza dall'acqua, poi ho sentito che il mare si stava muovendo in maniera differente, mi sono girata e mi sono trovata.... onde enormi che si stavano alzando. Ero entrata in acqua che avevo già due linee di febbre, ma.... dura resistere al vento.
Insomma.... follia.
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28/10/2016 11:45 #2378 da ita4012
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Risposta da ita4012 al topic Sottomarina...e speriamo che me la cavo.
Ciao Livia. Grazie per il resoconto che ci ha fatto sentire lì con te. Dai, almeno, il pollice sei riuscito a tenerlo fuori dall'acqua!
Si, in mare, ci vuole calma, lucidità, e rapidità.
In caso di catapulte, cerca di salvare la prua della tavola (es. molla il rig in modo che voli sottovento alla tavola).
Prima o poi, ci becchiamo a Sottomarina. Ciao. Fabio
P.s. Ma come fai a soffrire di mal di mare su una tavola da windsurf? Sei sicura, che non sia semplicemente stanchezza, o altro?
Si, in mare, ci vuole calma, lucidità, e rapidità.
In caso di catapulte, cerca di salvare la prua della tavola (es. molla il rig in modo che voli sottovento alla tavola).
Prima o poi, ci becchiamo a Sottomarina. Ciao. Fabio
P.s. Ma come fai a soffrire di mal di mare su una tavola da windsurf? Sei sicura, che non sia semplicemente stanchezza, o altro?
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- Livia
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28/10/2016 11:10 #2377 da Livia
Sottomarina...e speriamo che me la cavo. è stato creato da Livia
Di andare a Sottomarina ieri, non c'era dubbio alcuno...
Sono arrivata verso le sette e quaranta, c'era Achille, uno dei migliori compagni di windsurf, già pronto con la 4 e 7 ed io con calma, ero un po' addormentata, ho armato la 4 e 8; raffiche sui 25 nodi. Achille planava come una freccia tricolore, ma aveva solo un colore, quello del sole con la sua Goya "amarilla".
Quando sono entrata io il vento era calato un pochino, ma c'era da fare comunque.
Primi momenti poco brillanti, poi è aumentato tutto: vento, raffiche ed onde. Verso la riva c'erano quelle con la schiuma una dietro l'altra, al largo erano belle alte (secondo i miei umili canoni) e più distanziate.
Difficile ancora finire le strambate al mare, in realtà anche solo iniziarle è una piccola avventura, specie quando sono a mure a sinistra, ma quello dipende da un dolore alla spalla che mi sono trascinata da quest'estate e che finalmente sta cominciando a diminuire.
La tavola è sempre lei la Goya Carrera 116 litri, enorme per il mare ed inadatta per le onde, ma è brava comunque perché riesco a farla planare lo stesso e le onde le superiamo ugualmente. Vale sempre il mio amato principio: 90 % windsurfer, 10% attrezzatura.
Bottino riportato a casa: 3 catapulte, solo una perdonabile, molte partenze dall'acqua, due bordi plananti "a stecca" ed un attacco di mal di mare, dovuto a stanchezza fin dall'origine, acqua bevuta e onde grandi al largo. Achille è passato a salutarmi ed a verificare se ero viva, ed il mio pollice alzato che emergeva dall'acqua gli diceva che non c'era da preoccuparsi. Utilissimo il caschetto con il para orecchi.
Risultato dell'uscita: sono tornata a casa viva e con attrezzatura intatta, anche se dispiace sempre quando l'albero precipita in acqua (so già che per mesi lo controllerò per verificare se gli ho procurato lesioni senza saperlo).
La terza uscita a Sottomarina in una mese, la seconda con onde di un certo rilievo, ho imparato che al mare il concetto chiave è: freddezza e fare le cose con consapevolezza e velocità, perché, per quanto Sottomarina sia "sicura", di mare ed onde si sta parlando e non si può fare le cose con troppa calma.
Al mio ritorno Achille, come sempre premuroso con tutti ed ancora pieno di energia, mi ha guardato un po' perplesso, la mia faccia diceva solo "datemi una pastiglia per il mal di mare". Non male per una cresciuta a Venezia e vissuta in acqua.
Un saluto,
Livia.
Sono arrivata verso le sette e quaranta, c'era Achille, uno dei migliori compagni di windsurf, già pronto con la 4 e 7 ed io con calma, ero un po' addormentata, ho armato la 4 e 8; raffiche sui 25 nodi. Achille planava come una freccia tricolore, ma aveva solo un colore, quello del sole con la sua Goya "amarilla".
Quando sono entrata io il vento era calato un pochino, ma c'era da fare comunque.
Primi momenti poco brillanti, poi è aumentato tutto: vento, raffiche ed onde. Verso la riva c'erano quelle con la schiuma una dietro l'altra, al largo erano belle alte (secondo i miei umili canoni) e più distanziate.
Difficile ancora finire le strambate al mare, in realtà anche solo iniziarle è una piccola avventura, specie quando sono a mure a sinistra, ma quello dipende da un dolore alla spalla che mi sono trascinata da quest'estate e che finalmente sta cominciando a diminuire.
La tavola è sempre lei la Goya Carrera 116 litri, enorme per il mare ed inadatta per le onde, ma è brava comunque perché riesco a farla planare lo stesso e le onde le superiamo ugualmente. Vale sempre il mio amato principio: 90 % windsurfer, 10% attrezzatura.
Bottino riportato a casa: 3 catapulte, solo una perdonabile, molte partenze dall'acqua, due bordi plananti "a stecca" ed un attacco di mal di mare, dovuto a stanchezza fin dall'origine, acqua bevuta e onde grandi al largo. Achille è passato a salutarmi ed a verificare se ero viva, ed il mio pollice alzato che emergeva dall'acqua gli diceva che non c'era da preoccuparsi. Utilissimo il caschetto con il para orecchi.
Risultato dell'uscita: sono tornata a casa viva e con attrezzatura intatta, anche se dispiace sempre quando l'albero precipita in acqua (so già che per mesi lo controllerò per verificare se gli ho procurato lesioni senza saperlo).
La terza uscita a Sottomarina in una mese, la seconda con onde di un certo rilievo, ho imparato che al mare il concetto chiave è: freddezza e fare le cose con consapevolezza e velocità, perché, per quanto Sottomarina sia "sicura", di mare ed onde si sta parlando e non si può fare le cose con troppa calma.
Al mio ritorno Achille, come sempre premuroso con tutti ed ancora pieno di energia, mi ha guardato un po' perplesso, la mia faccia diceva solo "datemi una pastiglia per il mal di mare". Non male per una cresciuta a Venezia e vissuta in acqua.
Un saluto,
Livia.
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