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Imperia 4,5 novembre
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Quanto alle donne: sì in Francia, lo noto tutte le volte, se ne vedono di più; mi piacerebbe vederne di più perché amo questo sport e più siamo (uomini e donne) meglio è.
E poi, per quanto con me tutti siano in larga misura molto educati, cordiali e propositivi, è bello non essere l'unica donna in mezzo a circa 50 uomini, anche per lo stimolo a progredire: in Brasile vedere tante donne fare acrobazie, mi ha dato un grande input per migliorarmi.
Basta scegliere l'attrezzatura in base alla propria costituzione; è una questione di proporzioni.
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Livia ha scritto: ..... Tra l'altro, cosa che ancora non mi era capitato di vedere, ho visto una prolunga di carbonio completamente spezzata e mi sono chiesta: meglio allora quella in carbonio che si spezza, ma non rompe l'albero o c'è comunque possibilità che si rompa l'albero?
Altra cosa che non ho detto nel report, ma cui tengo molto, è aver incontrato Sonja, un'amica che avevo conosciuto in Brasile bravissima (fa i forward); sono sempre felice di trovare ragazze in acqua perché sono convinta che il windsurf non sia uno sport maschile.
Accidenti, non mi era mai capitato di vedere una prolunga di carbonio spezzata. Immagino, però, che sia più debole di un albero, anche solo per il fatto di essere forata, per il posizionamento del fermo. Quindi, il fatto mi sembra spiegabile.
Quanto alla presenza di donne nel windsurf, ovviamente, ci fa solo piacere. Il windsurf non è assolutamente uno spot SOLO maschile, tanto più oggi che i materiali lo hanno agevolato, e reso un po' meno fisico. Purtroppo, in Italia di donne windsurfer (ed ahimè sportive in generale) non se ne vedono tante, anche se al Prà de la fam (Lago di Garda) la presenza media è maggiore che negli altri spot. Se vai in Francia, le cose vanno un po' meglio.
Qua su Waterwind, sarete sempre le benvenute!!!
Ciaooo. Fabio
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Forse ho un po' rischiato il primo giorno, ma ne è valsa la pena perché il giorno successivo avevo già un'idea di quali erano le difficoltà che caratterizzano quello spot, ovviamente con un livello di difficoltà minore rispetto al giorno precedente.
Tra l'altro, cosa che ancora non mi era capitato di vedere, ho visto una prolunga di carbonio completamente spezzata e mi sono chiesta: meglio allora quella in carbonio che si spezza, ma non rompe l'albero o c'è comunque possibilità che si rompa l'albero?
Altra cosa che non ho detto nel report, ma cui tengo molto, è aver incontrato Sonja, un'amica che avevo conosciuto in Brasile bravissima (fa i forward); sono sempre felice di trovare ragazze in acqua perché sono convinta che il windsurf non sia uno sport maschile.
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- ita4012
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Ciò detto, brava per martedì, non era, comunque, facile uscire: è stata per te una bella prova psicologica, e la conferma che sei migliorata tanto. Lunedì, invece, secondo me, ti sei presa un rischio inutile, perché la D'Oro era veramente in condizioni eccessive. Fabio Calò è Fabio Calò, ma anche lui, al primo tentativo, è stato risputato a riva, e questo la dice lunga sulle condizioni della giornata, e solo la sua esperienza ed abilità gli hanno evitato di avere problemi seri.
Martedì, invece, è stato davvero divertente, anche se l'affollamento alla D'Oro non ti consente spesso di surfare in scioltezza al rientro. Io continuo a preferire la Coudou, ed anche il Carrò, in quanto la scogliera del Porto di Imperia è veramente antipatica. Se rompi il piede d'albero, o hai qualche altro problema, la situazione può diventare complicata. Ma quando le condizioni sono belle ed umane, visto anche che dista solo 2,5 h da Monza, cerco di non perderla. Anche perché la location mi piace veramente tanto, come si capisce dal report: www.waterwind.it/new/it/windsurf/report-...19-parco-giochi.html
Speriamo quindi di ribeccarci presto da quelle parti!
Ciao. Fabio
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Prima di tutto, sono stata felicissima di rivedere tanti volti che non vedevo da un po’ e mi ha fatto troppo piacere vedere Fabio Waterwind.
Domenica, l’ho passata praticamente “in panchina” perché era troppo impegnativo, diciamo che era per pochi. Sono stata ammirata nel vedere entrare in acqua Fabio Calò ( tra l’altro, ma è duracell? Non si è mai fermato) praticamente per superare le prime onde non aveva vento e ha dato una bella dimostrazione pratica per come affrontare queste situazioni, anche cadendo dopo l’onda nel modo corretto per riuscire a partire immediatamente senza venire mangiati dall’onda successiva. Magari, anzi sicuramente, per molti è qualcosa di scontato, ma l’ho trovato veramente importante. Era finito per forza di cose sottovento, ma poi è uscito dopo le onde con veramente grande abilità. Io sono rimasta ammirata!! All’apice della difficoltà di domenica erano in pochissimi in acqua ed io ero incantata ed incredula.
L’ammirazione è aumentata quando poi, nel mio piccolo, ho provato ad uscire nel pomeriggio con l’aumento del vento.
Dopo innumerevoli tentativi, sono riuscita ad arrivare a “metà strada” , poi reinterpretando Forrest Gump mi sono detta “visto che sono arrivata fino a qua, tanto vale che ... torni indietro” ; ero infatti arrivata nel punto in cui la realtà si trasformava da light wind a 4,2 eccessiva. Quindi ho girato la prua ed ho “approfittato” di un passaggio non richiesto di qualche onda. Il casco, che normalmente uso in questi casi, sarebbe stato utile, ma lo avevo dimenticato a casa.
Come sempre vale il principio “tentare non nuoce” ed il giorno successivo la spiaggia d’Oro è stata molto più benevola.
Sono uscita dapprima con la 4,7 poi con la 4,2, che bella la sensazione quando si scende di misura! Sono riuscita a stare sopravvento ed a navigare con consapevolezza; il che ha reso tutto molto divertente.
Tanti tanti sorrisi in acqua che sono il metro migliore per misurare, secondo me, la qualità di un’uscita. Ho moltissimo da migliorare, ma sono già felice di divertirmi così tanto, vuole dire che ho il controllo della situazione.
Hang loose a tutti.
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