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Come superare lo shorebreak
- Paolol
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12/04/2021 19:15 #12270 da Paolol
Risposta da Paolol al topic Come superare lo shorebreak
Volentieri ! Mi ci trovi tutto l'anno tranne l'estate....
Per Paolo prima o poi ci incontriamo li da Marinaretti ad Anzio.
Un saluto e a presto
Bruno
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- Grit
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12/04/2021 18:55 #12269 da Grit
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Risposta da Grit al topic Come superare lo shorebreak
Grazie Fabio,
consigli molto utili.
Effettivamente la pratica è la cosa migliore infatti sto tentano di fare qualche uscita in più al mare, magari facendo qualche chilometro in più però cercando di avere più dimestichezza con le onde.
Per esempio quello che mi manca è trovare il timing giusto per scegliere di partire.... oppure scegliere l'andatura.
Il video che hai messo è spaventoso non penso sarò mai in grado di cavalcare onde oceaniche di quella portata, ma divertirmi sui nostri mari e primo o poi lo farò, come ho imparato a planare, partenza dall'acqua e uscire con una tavola non galleggiante... piano piano ci riuscirò.
Per Paolo prima o poi ci incontriamo li da Marinaretti ad Anzio.
Un saluto e a presto
Bruno
consigli molto utili.
Effettivamente la pratica è la cosa migliore infatti sto tentano di fare qualche uscita in più al mare, magari facendo qualche chilometro in più però cercando di avere più dimestichezza con le onde.
Per esempio quello che mi manca è trovare il timing giusto per scegliere di partire.... oppure scegliere l'andatura.
Il video che hai messo è spaventoso non penso sarò mai in grado di cavalcare onde oceaniche di quella portata, ma divertirmi sui nostri mari e primo o poi lo farò, come ho imparato a planare, partenza dall'acqua e uscire con una tavola non galleggiante... piano piano ci riuscirò.
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- ita4012
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12/04/2021 15:03 #12264 da ita4012
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Risposta da ita4012 al topic Come superare lo shorebreak
Alcune buone intuizioni, Paolo. Ma quando l'onda ti frange o ti sta per frangere davanti, la prua va sempre impennata!
In questo weekend, vi ho pensati, perché superare shore break ed onde grosse (alcune sui 3 metri, per fortuna non frangenti, quando così grosse) in uscita a Carbonifera, non era affatto facile. Avrei voluto fare un filmato con la GoPro, ma c'era troppo il rischio di spaccarla o perderla, in una lavatrice.
E' comunque il miglior modo di entrare in acqua, l'ha scoperto rrd, che mi ha girato questo video :
In questo weekend, vi ho pensati, perché superare shore break ed onde grosse (alcune sui 3 metri, per fortuna non frangenti, quando così grosse) in uscita a Carbonifera, non era affatto facile. Avrei voluto fare un filmato con la GoPro, ma c'era troppo il rischio di spaccarla o perderla, in una lavatrice.
E' comunque il miglior modo di entrare in acqua, l'ha scoperto rrd, che mi ha girato questo video :
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I seguenti utenti hanno detto grazie : Paolol
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12/04/2021 14:39 #12263 da Paolol
Risposta da Paolol al topic Come superare lo shorebreak
Non posso dare consigli, però posso raccontare sensazioni. Uscendo esclusivamente al mare se aspettassi l'assenza di onda uscirei ben poco. Ovviamente quando le condizioni sono, per me, difficili resto a guardare.
Ovviamente quando il vento è on shore è la condizione più impegnativa. Bisogna bolinare per uscire. Per bolinare occorre prima avere un po' di velocità ed acquisirla con l'onda sul bordo non è semplice. Inoltre mettere la prua contro l'onda significa andare nell'angolo morto proprio quando servirebbe spinta.
Con il vento side io agisco così : la situazione peggiore è avere l'onda che frange sulla prua quindi cerco di anticiparla pompando forte o temporeggio poggiando e rallentando quanto possibile.
Ovviamente non sempre le due situazioni mi riescono. Spesso sbaglio i tempi o sbaglio la valutazione arrivando puntuale sul ricciolo che frange davanti. In questo caso ho 2 strategie.
Se ho "speranza" di mettere la prua sull'onda prima che franga sono leggero con il piede di prua e con il boma, spingo con il piede di poppa per impennare la tavola e (cercare) di metter la prua sull'onda prima che franga. Se riesco l'onda frange sotto la tavola ed inverto il peso sui piedi spingendo più su quello di prua per appiattire e riequilibrare la tavola.
Se al contrario stimo di non poter mettere la prua sopra ma di avere l'onda che frangerà sulla mia tavola metto peso sul piede anteriore, leggero su quello di poppa, postura molto raccolta e una forte spinta sul boma. Come se volessi, idealmente, rompere l'onda con la prua.
Ogni tanto riesco a passarla, ovviamente io parlo di onde umane sotto il metro e mezzo.
Ovviamente quando il vento è on shore è la condizione più impegnativa. Bisogna bolinare per uscire. Per bolinare occorre prima avere un po' di velocità ed acquisirla con l'onda sul bordo non è semplice. Inoltre mettere la prua contro l'onda significa andare nell'angolo morto proprio quando servirebbe spinta.
Con il vento side io agisco così : la situazione peggiore è avere l'onda che frange sulla prua quindi cerco di anticiparla pompando forte o temporeggio poggiando e rallentando quanto possibile.
Ovviamente non sempre le due situazioni mi riescono. Spesso sbaglio i tempi o sbaglio la valutazione arrivando puntuale sul ricciolo che frange davanti. In questo caso ho 2 strategie.
Se ho "speranza" di mettere la prua sull'onda prima che franga sono leggero con il piede di prua e con il boma, spingo con il piede di poppa per impennare la tavola e (cercare) di metter la prua sull'onda prima che franga. Se riesco l'onda frange sotto la tavola ed inverto il peso sui piedi spingendo più su quello di prua per appiattire e riequilibrare la tavola.
Se al contrario stimo di non poter mettere la prua sopra ma di avere l'onda che frangerà sulla mia tavola metto peso sul piede anteriore, leggero su quello di poppa, postura molto raccolta e una forte spinta sul boma. Come se volessi, idealmente, rompere l'onda con la prua.
Ogni tanto riesco a passarla, ovviamente io parlo di onde umane sotto il metro e mezzo.
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- ita4012
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09/04/2021 22:48 #12253 da ita4012
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Come superare lo shorebreak è stato creato da ita4012
Riprendo qui la domanda posta da Grit, in questa discussione (per non andare fuori tema di là):
www.waterwind.it/new/it/forum-it/resocon...,-2-aprile-2021.html
"Mi potete segnalare qualche altro articolo che spiegano come superare lo shorebreak?
Un saluto e grazie ancora per i consigli
Grit"
Non ti segnalo un articolo, ma inizio a darvi qualche dritta io, in base alla mia esperienza.
Il video che hai segnalato di Colin Dixon suggerisce parecchie cose utili, già a partire da come deve essere gestita l'attrezzatura, quando ci si accinge a fare la beach start, in una zona dove arrivano i frangenti.
Anch'io, tenendo l'attrezzatura dall'albero, spingo la prua della tavola nell'onda che sta frangendo, per opporre meno resistenza possibile, ed evitare che l'onda cerchi di portarmela via. E' chiaro che più la tavola è piccola, e più è facile gestirla in questa situazione. Quindi, tra le onde meglio non andare con tavole troppo grosse, anche per questo.
Per partire, poi, bisogna sempre osservare il mare, ed aspettare un momento di maggiore calma, tra un set e l'altro di onde, in cui la superficie dell'acqua è più piatta. Quando si intuisce che sta per verificarsi tale situazione, nel momento in cui sta per frangere l'ultima onda del set, ci si prepara, ed appena la schiuma dell'onda è arrivata a noi, a razzo, si sale sopra la tavola, facendo la beach start.
A questo punto, la situazione che si può presentare può variare molto, a seconda che siamo in condizioni europee (Mediterraneo), o in condizioni oceaniche...
In Mediterraneo, il vento è quasi sempre on o side on, al massimo side. Sono pochi gli spot Mediterranei da wave, con vento side off, off shore.
Con vento, side on, e soprattutto onshore, superare lo shore break può essere problematico sopratutto per chi non è esperto. Il segreto, in tali casi, è quello di non avere fretta a puntare l'onda con la prua della tavola, ma piuttosto la priorità deve essere quella di poggiare nel mare piatto tra due onde, prendere più velocità possibile, per arrivare con buona potenza all'impatto dell'onda successiva. A questo punto, ovviamente, per un breve momento, la prua della tavola va rivolta quasi verso l'onda, per superarla più facilmente (se l'onda prende la tavola di lato, facilmente cadrete); ma subito dopo averla scavalcata, bisogna poggiare di nuovo e riprendere subito velocità, e così via, fino a quando non si è fuori dalla zona dei frangenti.
Chariamente, per fare tutto ciò non si può essere agganciati al trapezio, cosa che limiterebbe molto la gestione del rig per orzare e poggiare rapidamente, e che potrebbe essere pericolosa in caso di frullata. Ci si aggancia fuori dalla zona dei frangenti.
In condizioni oceaniche, il superamento dello shore break può essere facilitato da alcuni (pochi) aspetti, e complicato da molti altri.....
Se il vento è side, agevola il superamento dei frangenti perchè aiuta molto ad acquisire subito velocità nella direzione giusta, perpendicolare all'onda, senza bisogno di poggiare.
Ma questo è quasi l'unico vantaggio degli spot oceanici.
Per il resto, le onde sono più grandi (a Sunset in Sud Africa, spot di sabbia per fortuna, mi sono trovato a volte, a dover superare un'onda frangente di un paio di metri.... già poco dopo la partenza).
Inoltre, il vento side off, o off, rende questa fase più complicata. Dovete tenere un'andatura di lasco o poppa, quanto mai instabile in windsurf, e poi puntare un'onda di prua, quando vi arriva addosso.... Spesso, il vento da questa direzione, sotto riva è rafficato, ed a tratti debole....
Infine, le onde dell'oceano generano molta più corrente. Quindi, il mare tra due onde è più piatto e per più tempo (periodo maggiore tra due onde) che in Mediterraneo, ma nel piatto avete spesso una corrente più forte che vi spinge sottovento in genere, e fa risultare più debole il vento apparente che avete addosso....
Infine, sulla cresta del frangente vi raggiunge una bella raffica in genere (quando siete sulla cresta, siete più in alto e quindi il vento vi investe meglio), che viene da dietro (vento side off/off), e vi vorrebbe strappare la vela. Bisogna prepararsi a questa sitazione, tenere la vela, ed aprire un po'.
Appena superata l'onda peraltro (questo avviene anche in Mediterraneo, in misura minore, in genere), la corrente dietro l'onda vi fa orzare di brutto la tavola. Importantissimo, in tal caso poggiare con decisione per ripartire e prendere di nuovo velocità (anche qui, tassativo stare staccati dal trapezio).
Non mi dilungherò troppo su come superare lo shorebreak in Oceano, dal momento che molti di quelli interessati all'argomento qui, sarebbero già contenti di sopravvivere alle schiume di Anzio, o Andora, ecc.
Segnalo comunque che anche in Oceano, bisogna cercare di guadagnare più velocità possibile, cercando di entrare anche in planata, se possibile, con una rotta che sarà subparallela, o parallela alla spiaggia, con vento off o side off, per poi poggiare all'ultimo, quando si sta per impattare l'onda, sfruttando, al meglio, la velocità acquisita.
Se si capisce che l'onda sta per diventare ripida, sia in Mediterraneo che in Oceano, meglio anche accelerare, puntarla con decisione, anticipare il momento in cui andrà a frangere, ed andare a saltare, senza esagerare (i salti bruciano energie, e rallentano all'atterraggio). Se ci rompe davanti, superarla diventerà ancora più complicato, anche perchè tenete conto che, tavola e pinne tra le schiume, che contengono molta aria, fanno poca presa, e, pertanto, perdete velocità facilmente, e scarroccerete di più. Se poi, vi rompe addosso.....
Ovviamente, practice makes perfect, come dicono gli anglosassioni. Quindi, per imparere, dovete provare, e provare....
Magari, quando ho tempo, ci farò un articolo più organico.
Ciao. Fabio
P.s. Guardatevi, intanto, questo video relativo a Sal (Capo Verde), in cui si vede cosa può essere lo Shorebreak Oceanico per di più con vento side on....(così vi fate coraggio in Mediterraneo). Per fortuna a Sal (Santa Maria), tali condizioni si verificano raramente solo con mareggiate e vento da Sud...
"Mi potete segnalare qualche altro articolo che spiegano come superare lo shorebreak?
Un saluto e grazie ancora per i consigli
Grit"
Non ti segnalo un articolo, ma inizio a darvi qualche dritta io, in base alla mia esperienza.
Il video che hai segnalato di Colin Dixon suggerisce parecchie cose utili, già a partire da come deve essere gestita l'attrezzatura, quando ci si accinge a fare la beach start, in una zona dove arrivano i frangenti.
Anch'io, tenendo l'attrezzatura dall'albero, spingo la prua della tavola nell'onda che sta frangendo, per opporre meno resistenza possibile, ed evitare che l'onda cerchi di portarmela via. E' chiaro che più la tavola è piccola, e più è facile gestirla in questa situazione. Quindi, tra le onde meglio non andare con tavole troppo grosse, anche per questo.
Per partire, poi, bisogna sempre osservare il mare, ed aspettare un momento di maggiore calma, tra un set e l'altro di onde, in cui la superficie dell'acqua è più piatta. Quando si intuisce che sta per verificarsi tale situazione, nel momento in cui sta per frangere l'ultima onda del set, ci si prepara, ed appena la schiuma dell'onda è arrivata a noi, a razzo, si sale sopra la tavola, facendo la beach start.
A questo punto, la situazione che si può presentare può variare molto, a seconda che siamo in condizioni europee (Mediterraneo), o in condizioni oceaniche...
In Mediterraneo, il vento è quasi sempre on o side on, al massimo side. Sono pochi gli spot Mediterranei da wave, con vento side off, off shore.
Con vento, side on, e soprattutto onshore, superare lo shore break può essere problematico sopratutto per chi non è esperto. Il segreto, in tali casi, è quello di non avere fretta a puntare l'onda con la prua della tavola, ma piuttosto la priorità deve essere quella di poggiare nel mare piatto tra due onde, prendere più velocità possibile, per arrivare con buona potenza all'impatto dell'onda successiva. A questo punto, ovviamente, per un breve momento, la prua della tavola va rivolta quasi verso l'onda, per superarla più facilmente (se l'onda prende la tavola di lato, facilmente cadrete); ma subito dopo averla scavalcata, bisogna poggiare di nuovo e riprendere subito velocità, e così via, fino a quando non si è fuori dalla zona dei frangenti.
Chariamente, per fare tutto ciò non si può essere agganciati al trapezio, cosa che limiterebbe molto la gestione del rig per orzare e poggiare rapidamente, e che potrebbe essere pericolosa in caso di frullata. Ci si aggancia fuori dalla zona dei frangenti.
In condizioni oceaniche, il superamento dello shore break può essere facilitato da alcuni (pochi) aspetti, e complicato da molti altri.....
Se il vento è side, agevola il superamento dei frangenti perchè aiuta molto ad acquisire subito velocità nella direzione giusta, perpendicolare all'onda, senza bisogno di poggiare.
Ma questo è quasi l'unico vantaggio degli spot oceanici.
Per il resto, le onde sono più grandi (a Sunset in Sud Africa, spot di sabbia per fortuna, mi sono trovato a volte, a dover superare un'onda frangente di un paio di metri.... già poco dopo la partenza).
Inoltre, il vento side off, o off, rende questa fase più complicata. Dovete tenere un'andatura di lasco o poppa, quanto mai instabile in windsurf, e poi puntare un'onda di prua, quando vi arriva addosso.... Spesso, il vento da questa direzione, sotto riva è rafficato, ed a tratti debole....
Infine, le onde dell'oceano generano molta più corrente. Quindi, il mare tra due onde è più piatto e per più tempo (periodo maggiore tra due onde) che in Mediterraneo, ma nel piatto avete spesso una corrente più forte che vi spinge sottovento in genere, e fa risultare più debole il vento apparente che avete addosso....
Infine, sulla cresta del frangente vi raggiunge una bella raffica in genere (quando siete sulla cresta, siete più in alto e quindi il vento vi investe meglio), che viene da dietro (vento side off/off), e vi vorrebbe strappare la vela. Bisogna prepararsi a questa sitazione, tenere la vela, ed aprire un po'.
Appena superata l'onda peraltro (questo avviene anche in Mediterraneo, in misura minore, in genere), la corrente dietro l'onda vi fa orzare di brutto la tavola. Importantissimo, in tal caso poggiare con decisione per ripartire e prendere di nuovo velocità (anche qui, tassativo stare staccati dal trapezio).
Non mi dilungherò troppo su come superare lo shorebreak in Oceano, dal momento che molti di quelli interessati all'argomento qui, sarebbero già contenti di sopravvivere alle schiume di Anzio, o Andora, ecc.
Segnalo comunque che anche in Oceano, bisogna cercare di guadagnare più velocità possibile, cercando di entrare anche in planata, se possibile, con una rotta che sarà subparallela, o parallela alla spiaggia, con vento off o side off, per poi poggiare all'ultimo, quando si sta per impattare l'onda, sfruttando, al meglio, la velocità acquisita.
Se si capisce che l'onda sta per diventare ripida, sia in Mediterraneo che in Oceano, meglio anche accelerare, puntarla con decisione, anticipare il momento in cui andrà a frangere, ed andare a saltare, senza esagerare (i salti bruciano energie, e rallentano all'atterraggio). Se ci rompe davanti, superarla diventerà ancora più complicato, anche perchè tenete conto che, tavola e pinne tra le schiume, che contengono molta aria, fanno poca presa, e, pertanto, perdete velocità facilmente, e scarroccerete di più. Se poi, vi rompe addosso.....
Ovviamente, practice makes perfect, come dicono gli anglosassioni. Quindi, per imparere, dovete provare, e provare....
Magari, quando ho tempo, ci farò un articolo più organico.
Ciao. Fabio
P.s. Guardatevi, intanto, questo video relativo a Sal (Capo Verde), in cui si vede cosa può essere lo Shorebreak Oceanico per di più con vento side on....(così vi fate coraggio in Mediterraneo). Per fortuna a Sal (Santa Maria), tali condizioni si verificano raramente solo con mareggiate e vento da Sud...
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