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Doppia P: pinne e principianti.
- Livia
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27/09/2017 14:39 #3779 da Livia
Risposta da Livia al topic Doppia P: pinne e principianti.
L'intenzione era proprio quella, di dare una visione di insieme per un livello base.
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- ita4012
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27/09/2017 14:34 - 27/09/2017 14:55 #3778 da ita4012
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Risposta da ita4012 al topic Doppia P: pinne e principianti.
Dunque, dunque, dunque......
Grazie Livia per le dritte. Su questa materia, hai scritto tanto, ed hai scritto poco, allo stesso tempo.
E' un argomento molto più vasto di quello che si possa credere.
Non mi metterò a fornire ulteriori considerazioni, perchè (vi rivelo questa chicca in anteprima) ho commissionato a Danilo Lanteri (noto costruttore ligure di pinne e tavole custom) un articolo su questo argomento, che sarà a breve disponibile per tutti i supporter di Waterwind).
Quanto all'importanza di questo elemento dell'attrezzattura, mi limito a citare una considerazione di Danilo, ovvero che quel pezzettino con una superficie così ridotta deve, quasi da solo (pensate a cosa succederebbe senza), compensare i 50 e passa kgi di spinta che la tavola, per effetto del vento, applica all'acqua.
Infine, a proposito dello spin out, aggiungo che a volte capita anche quando non ci si è accorti di un improvviso salto di direzione del vento, e si entra nel vento (cioè con il vento che viene quasi da prua) in piena planata. Quindi, è bene fare attenzione anche a questo particolare.
Ciao. Fabio
Grazie Livia per le dritte. Su questa materia, hai scritto tanto, ed hai scritto poco, allo stesso tempo.
E' un argomento molto più vasto di quello che si possa credere.
Non mi metterò a fornire ulteriori considerazioni, perchè (vi rivelo questa chicca in anteprima) ho commissionato a Danilo Lanteri (noto costruttore ligure di pinne e tavole custom) un articolo su questo argomento, che sarà a breve disponibile per tutti i supporter di Waterwind).
Quanto all'importanza di questo elemento dell'attrezzattura, mi limito a citare una considerazione di Danilo, ovvero che quel pezzettino con una superficie così ridotta deve, quasi da solo (pensate a cosa succederebbe senza), compensare i 50 e passa kgi di spinta che la tavola, per effetto del vento, applica all'acqua.
Infine, a proposito dello spin out, aggiungo che a volte capita anche quando non ci si è accorti di un improvviso salto di direzione del vento, e si entra nel vento (cioè con il vento che viene quasi da prua) in piena planata. Quindi, è bene fare attenzione anche a questo particolare.
Ciao. Fabio
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Ultima Modifica 27/09/2017 14:55 da ita4012.
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- Livia
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27/09/2017 13:43 #3777 da Livia
Doppia P: pinne e principianti. è stato creato da Livia
Riporto per gli amici di waterwind, qualche parola sulle pinne, che ho scritto, su richiesta di un caro amico, in altra sede.
Sono solo poche parole per dare uno sguardo di insieme ad un “mare magnum” di informazioni che, per chi sta muovendo i primi passi, è sufficiente esplorare solo in superficie senza addentrarsi in profondità.
La pinna non è altro che quell ’elemento che compone la nostra attrezzatura necessario per dirigere la tavola, creando il giusto connubio tra angolo di bolina e velocità;
ce ne sono di vario genere,a seconda di ciò che vogliamo fare, e quindi in base all’attrezzatura di cui disponiamo.
Mi limito ad indicare tre tipologie, senza aggiungere troppa carne al fuoco, :
Pinne wave: si usano sulle onde, sono caratterizzate da un profilo molto curvo e vanno da una lunghezza tra i 18 ed i 28 centimetri;
Pinne free ride: di misura tra i 28 ed i 52 centimetri, che vanno bene fondamentalmente per planare in acqua piatta;
Pinne freestyle: naturalmente le mie preferite, di limitate dimensioni, tra i 18 ed i 26 centimetri, permettono gli stacchi e manovre; di contro, essendo molto piccole, sono più difficili nella gestire la bolina (n.b. come in ogni situazione, sarà il rider a fare la differenza).
La lunghezza della pinna si sceglie in base a due elementi essenziali: litraggio della tavola e metratura della vela, il tutto proporzionato al peso del rider.
Naturalmente, non va tralasciata la pinna anti alga, molto inclinata allo scopo di far scivolare, le alghe, anche le più insidiose.
Sui materiali e sulle scasse, anche qui si aprono universi paralleli, dai quali è meglio stare lontani; le mie sono per lo più in g10, pesano un “botto”, ma in compenso sono molto resistenti (il che non significa che non sia in grado di distruggerle). Le ultime tre tavole che ho avuto, avevano tre scasse differenti, quella attuale è una slot box, ma davvero non abbiamo bisogno di entrare nel dettaglio dei vantaggi, presunti, percepiti e/o percepibili dagli esseri umani.
Due parole prima di concludere sullo spin out, mio amico fedele quando avevo un 116 litri ed una pinna di 23 centimetri; ce ne accorgiamo subito che siamo in spin out, la tavola, durante la planata, non ha direzione, scivola sulla superficie dell’acqua, senza controllo. Tricktionary, per primo ma non solo, imputa lo spin out ad una pinna sbagliata, magari troppo piccola, ed aggiunge che il più delle volte dipende da un assetto sbagliato, troppo arretrato, ecco il perché ho fatto riferimento alla mia situazione con il 116 litri: in quel caso la pinna era della misura giusta per il litraggio, ma all’epoca, adesso molto meno, ma quando mi agito ci ricasco, ero molto arretrata e la tavola andava in spin out. In questi casi, la cosa migliore è portare il peso in avanti, sul piede anteriore, il che comporta anche una maggiore velocità e durata in planata, nonché una riduzione esponenziale del rischio di fare una catapulta.
Non aggiungo altro, le fonti sono state un mix tra internet, trickitionary (versione spagnola), ed esperienza personale; per arrivare a scrivere questi concetti basilari, c'è voluto un po' di tempo, studiando, leggendo, molto più di quanto riportato.
Besos,
Livia.
Sono solo poche parole per dare uno sguardo di insieme ad un “mare magnum” di informazioni che, per chi sta muovendo i primi passi, è sufficiente esplorare solo in superficie senza addentrarsi in profondità.
La pinna non è altro che quell ’elemento che compone la nostra attrezzatura necessario per dirigere la tavola, creando il giusto connubio tra angolo di bolina e velocità;
ce ne sono di vario genere,a seconda di ciò che vogliamo fare, e quindi in base all’attrezzatura di cui disponiamo.
Mi limito ad indicare tre tipologie, senza aggiungere troppa carne al fuoco, :
Pinne wave: si usano sulle onde, sono caratterizzate da un profilo molto curvo e vanno da una lunghezza tra i 18 ed i 28 centimetri;
Pinne free ride: di misura tra i 28 ed i 52 centimetri, che vanno bene fondamentalmente per planare in acqua piatta;
Pinne freestyle: naturalmente le mie preferite, di limitate dimensioni, tra i 18 ed i 26 centimetri, permettono gli stacchi e manovre; di contro, essendo molto piccole, sono più difficili nella gestire la bolina (n.b. come in ogni situazione, sarà il rider a fare la differenza).
La lunghezza della pinna si sceglie in base a due elementi essenziali: litraggio della tavola e metratura della vela, il tutto proporzionato al peso del rider.
Naturalmente, non va tralasciata la pinna anti alga, molto inclinata allo scopo di far scivolare, le alghe, anche le più insidiose.
Sui materiali e sulle scasse, anche qui si aprono universi paralleli, dai quali è meglio stare lontani; le mie sono per lo più in g10, pesano un “botto”, ma in compenso sono molto resistenti (il che non significa che non sia in grado di distruggerle). Le ultime tre tavole che ho avuto, avevano tre scasse differenti, quella attuale è una slot box, ma davvero non abbiamo bisogno di entrare nel dettaglio dei vantaggi, presunti, percepiti e/o percepibili dagli esseri umani.
Due parole prima di concludere sullo spin out, mio amico fedele quando avevo un 116 litri ed una pinna di 23 centimetri; ce ne accorgiamo subito che siamo in spin out, la tavola, durante la planata, non ha direzione, scivola sulla superficie dell’acqua, senza controllo. Tricktionary, per primo ma non solo, imputa lo spin out ad una pinna sbagliata, magari troppo piccola, ed aggiunge che il più delle volte dipende da un assetto sbagliato, troppo arretrato, ecco il perché ho fatto riferimento alla mia situazione con il 116 litri: in quel caso la pinna era della misura giusta per il litraggio, ma all’epoca, adesso molto meno, ma quando mi agito ci ricasco, ero molto arretrata e la tavola andava in spin out. In questi casi, la cosa migliore è portare il peso in avanti, sul piede anteriore, il che comporta anche una maggiore velocità e durata in planata, nonché una riduzione esponenziale del rischio di fare una catapulta.
Non aggiungo altro, le fonti sono state un mix tra internet, trickitionary (versione spagnola), ed esperienza personale; per arrivare a scrivere questi concetti basilari, c'è voluto un po' di tempo, studiando, leggendo, molto più di quanto riportato.
Besos,
Livia.
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