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Il Monte Santa Croce è una vetta, se così è possibile definire i suoi 543 metri sopra il livello del mare, del litorale spezzino che divide il capoluogo ligure dal limpido mare delle Cinque Terre. Consigliamo questo trekking a tutti, dalle famiglie con bambini a adulti di qualsivoglia età. Il sentiero parte in centro città e catapulta l’avventuriero nella natura più selvaggia in pochi minuti: il tutto sempre con una meravigliosa vista mare, affacciati sul Golfo dei Poeti. 

 

Trekking: il Monte Santa Croce (La Spezia, Liguria)

Correva l’anno 1928, sull’Italia e il mondo intero spiravano già venti di guerra, e il Golfo della Spezia aveva la necessità di proteggere ed essere protetto al tempo stesso. Appositamente, quindi, fu costruita una ‘Batteria’ sul Monte Santa Croce (543 m). Innovativa per l’epoca, si adattava perfettamente alla conformazione del territorio collinare spezzino. Nascosta, tanto che non fu progettata nessuna strada carrabile che portasse ad essa (solamente nel 1939 verrà costruita una teleferica che ne permettesse l’approvvigionamento). Armata, con cinque cannoni Ansaldo da 102 mm, costruiti a Genova nel 1918, utilizzabili sia come contraerea che come antinave. 

Correva l’anno 1945, la guerra era finita. La batteria viene dismessa, ma la sua posizione, così poco raggiungibile, non permise di disarmarla; così gli armamenti vennero semplicemente smontati e lasciati sul posto.

Corre l’anno 2020. Saliamo al Monte Santa Croce e ripercorriamo un pezzo di storia cittadina. 

Votati all’anticonformismo non scegliamo la classica via di salita al Monte Santa Croce (Sent. 525 CAI La Spezia), bensì un sentiero non segnato, solamente accennato, che collega Pegazzano, la città, con la vetta (vedi mappa, qui sotto). Lo Sprugola scorre (poco, a dir la verità!) alla nostra sinistra, mentre la destra è ingombrata dall’imponente obiettivo. 500 metri di dislivello sovrastati da un piccolo cono, un puntino, che, alla nostra vista, unisce i due pendii, simmetricamente perfetti, della collina.

 

Trekking Monte Santa Creoce Spezia 001

 

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Prendiamo via Fabio Filzi e la percorriamo fino ad incocciare l’indicazione ‘Scalinata Belvedere’: si è la nostra via! Belvedere poco, in realtà; il nome andrebbe cambiato in (scusatemi il termine) ‘Belsedere’: il profilo altimetrico di questa serie infinita di scalini recita, imbarazzante, 200 m di ascesa in poco più di 500 m di percorrenza. Sottolineo: imbarazzante!

Terminata la scalinata, una strada asfaltata continua la salita, in un modo più graduale fino a sfociare sulla Strada Provinciale delle Cinque Terre, in arte la ‘Litoranea’ (siamo approssimativamente qualche curva dopo il ristorante ‘Paradiso del Golfo’). A questo punto ci viene il dubbio che la non canonicità del sentiero vada di passo con la poca panoramicità. Finora, infatti, la veduta d’insieme dal sentiero è definibile a sprazzi: qualche chiazza di mare, qualche chiazza di Monte Parodi, qualche chiazza di Golfo. Nulla più. E svoltando a sinistra dopo 100m di strada provinciale, il discorso non sembra cambiare: l’itinerario si snoda quasi interamente all’ombra di faggi, castagni, piante di alloro e di agrifoglio. Il sole fa veramente fatica a riscaldare le nostre teste.

Lasciando ai mugugni il tempo che trovano, ora c’è da fare attenzione al percorso: infatti, dopo due curve, la strada si biforca ed il sentiero, già prima non segnalato dai canali ufficiali, diventa un viottolo appena battuto. Teniamo la destra. Addentriamoci nel bosco (Foto001 della slidegallery - vedi link a fine articolo). A parte qualche sterpaglia da evitare, il sentiero rimane comunque ben pulito e, dopo un primo tratto in falsa pendenza, quasi miraggio di discesa, comincia a salire in maniera violenta. In poche decine di minuti, si arriva al primo spiazzo. Una sensazione di calore avvolge la pelle: il sole; una sensazione di stupore, gli occhi: il panorama. Una roccia è stata posta li, a strapiombo sulla città, evidentemente dal Golfo stesso per invitare tutti, persino i più ignavi, a guardarlo. Non possiamo che salirla e raccogliere l’invito (Foto002).

Conclusasi la panoramica riappacificazione col sentiero, teniamo la destra nuovamente dentro il bosco. Ma stavolta per poco: un solo tornante e siamo un’altra volta alla luce (Foto003). Pur essendo ai piedi di una cava naturale (Foto004) sovrastante il Porto della Spezia sul lato di ponente qualora chiudessimo gli occhi il forte di odore di mirto ci trasporterebbe facilmente in Sardegna. Incontriamo, quindi, i primi resti della Batteria Santa Croce (Foto005): il primo posto di guardia, la parte inferiore del bunker ed un lavatoio in pietra arenaria. 

 

Ci siamo quasi. Saliamo gli ultimi gradini che ci dividono dalla vetta e conquistiamo la parte più alta della collina dove giacciono i resti di un cannone (Foto006/007) con relativa base di ancoraggio, la parte superiore del bunker, e una torretta di avvistamento che emerge dalla vegetazione (Foto008). Il panorama è grandioso: dalla piazzola a 543 m si ha una visuale impagabile di tutta La Spezia e dintorni, con esattamente di fronte le Alpi Apuane (in giornate di poca foschia non è così raro vedere gli Appennini fino al Cerreto e la costa fino a Livorno) (Foto009/010/011/012/013/014). 

Come sempre, la cima è soltanto la metà del cammino. Bisogna scendere. Ripercorso a ritroso il sentiero fino alla roccia strapiombante, questa volta teniamo la sinistra e, superato il folkloristicamente spezzino ‘Rifugio da Robè’, possiamo assaggiare con mano un altro segmento di storia della città: la teleferica (costruita nel 1939, essa assicurava il trasporto di viveri alla Batteria).  

Camminare, si sa, è conoscere. E nella conoscenza le branche del sapere sono le più varie. Capita per cui di passare dalla storia alla geologia in pochi passi, in pochi metri. È possibile, quindi, ammirare il Monte Santa Croce più puro, che nasconde nelle viscere le vene di Portoro (o Marmo di Portovenere), e mostra in superficie una ricchezza di fenomeni naturali: da quelli carsici (doline, campi carreggiati, campi a massi ... Foto015) a quelli botanico-forestali (orchidee protette, boschi di leccio…Foto016/017). Drriiiiin! La campanella. La lezione geomorfologica sul Monte Santa Croce è finita: siamo nuovamente sulla Strada Provinciale delle 5 Terre.  

Finiamo la discesa, assecondando quel pizzico di voglia di gradini e sentieri sempre insito dentro di noi e collegandoci al capolinea alto del Sent. 527 che collega Coregna a Fabiano (Foto018). Transitiamo all'ex Fornace, incocciamo via della Lizza e raggiungiamo il sottovalutato borgo di Fabiano Alto (184m). Ultimo giro, signori: per la scalinata "A. Marani" arriviamo a Fabiano, partenza della Strada Provinciale delle Cinque Terre. Non ci resta che rincasare in direzione Pegazzano nel centro della città di La Spezia.  

Buona passeggiata. Daniele

 

Caratteristiche Tecniche:

  • Lunghezza: 11,2 km
  • Durata: 4h 
  • Dislivello totale: 752m
  • Difficoltà: T
  • Punto più basso: 2m (Pegazzano)
  • Punto più alto: 573m (Monte Santa Croce)
  • Periodo Consigliato: Tutto l’anno

 

Tempi di percorrenza: 

  • Pegazzano – Monte Santa Croce ? 2h30min
  • Monte Santa Croce - Fabiano ? 1h 15min
  • Fabiano - Pegazzano ? 0h15min

 

Come arrivare?

In Macchina: 

DA ROMA/ Autostrada: uscita Santo Stefano di Magra - segui A15 in direzione di A15 Autostrada della Cisa/Via Giosuè Carducci/Viadotto Carducci a La Spezia - continua su Via Giosuè Carducci. Prendi Viale Italia e Viale Giovanni Amendola in direzione di Via Monfalcone.

DA MILANO/GENOVA vedi sopra

Parking: è possibile parcheggiare in zona Pegazzano (Zona Nord est della città)

Mezzi Pubblici: è possibile lasciare la macchina presso in parcheggio gratuito del ‘Megacine La Spezia’ per poi prendere o la navetta, o i seguenti autobus: numero 1/11/21/P direzione Pegazzano.

Ed infine: CONSIGLI UTILI:

Approvvigionamento acqua: Non vi sono punti dove reperire acqua.

Aree Attrezzate/Punti Ristoro: non sono presenti punti ristoro lungo il percorso.

 

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