Il Monte Grona, sperone roccioso a strapiombo sulla val Porlezza, è un balcone panoramico eccezionale sul lago di Como, il lago di Lugano, e tutto l'anfiteatro di cime delle Prealpi e delle Alpi, che chiudono l'orizzonte a Nord. Noi abbiamo raggiunto la sua cima con'escursione impegnativa ma molto appagante, partendo da Breglia, sopra Plesio.
Trekking: Monte Grona da Breglia, Prealpi Lariane
Il gruppo di monti delle prealpi lariane a nord della Val Porlezza, offre un'infinità di itinerari escursionistici di varia lunghezza e difficolta, che consentono di ammirare panorami incantevoli, ricchi di natura e di storia, e di attraversare aree talora selvagge. La Val Cavargna, che noi adoriamo, è un esempio emblematico di tale offerta.
Il Monte Grona è una vetta inconfondibile, un baluardo roccioso, che svetta sopra la Val Porlezza, canale di comunicazione tra l'Italia ed il Canton Ticino, e che domina la città di Menaggio e la parte centrale del Lago di Como.
La sua cima è raggiungibile attraverso vari percorsi, il più famoso dei quali è la ferrata del centenario, itinerario per escursionisti esperti, per il quale rimandiamo a descrizioni specifiche.
Noi abbiamo effettuato la salita per la via normale, percorso tecnicamente meno impegnativo, ma non banale, con salita piuttosto ripida, con qualche tratto esposto. L'escursione è stata effettuata il 5 ottobre 2019.
Siamo partiti da Breglia (970 mt s.l.m.), frazione di Plesio, che si raggiunge abbandonando la SS 340 a Menaggio. Abbiamo parcheggiato nel parcheggio vicino alla chiesa di San Gregorio (vedi mappa), ma volendo si può percorrere la strada agrosilvo pastorale (via ai Monti di Breglia), pagando un ticket di 3 euro/giorno (colonnina all'inizio della strada), e parcheggiare al Parcheggio Grona, risparmiando più di 200 metri di dislivello. La strada per raggiungere tale parcheggio, in alcuni punti è stretta, e richiede un po' di attenzione, e pazienza nel caso incrociate un altro veicolo.
Partendo da Breglia, si imbocca, comunque, Via ai Monti di Breglia a piedi, seguendo le indicazioni per il rifugio Menaggio. Ben presto si abbandona la strada per imboccare una serie di sentieri che salgono ripidi sino al Parcheggio Grona, tagliando nel bosco i tornanti della strada carrabile. Comunque, non potete sbagliare, seguite sempre le indicazioni per il rifugio, e le frecce gialle a terra, quando incrociate la strada. Il sentiero guadagna rapidamente quota e continua a salire senza sosta, fino a quando, sopra il parcheggio, raggiungerete un bivio: a destra si sale verso il Monte Bregagno; a sinistra si va verso il Rifugio Menaggio, ed il Monte Grona. Imboccate il sentiero che va a sinistra, che sale ancora per un po', fino a quando avvistato il rifugio, con un ampio giro, prima verso Ovest, e poi verso Sud, esce dal bosco, e taglia il versante della montagna, in piano, o leggera salita, fino a raggiungere il Rifugio (1383 mt) s.l.m. Per arrivare fino a qui, ci vuole un'ora e mezza circa.
Il Rifugio Menaggio è già di per sè una meta molto appagante con una vista sul Gruppo delle Grigne, i monti dell'alto Lago di Como (in primis il Legnone), la penisola di Bellaggio, ed i due rami del Lago di Como, davvero emozionante.
Se volete, rifocillatevi e riposatevi un attimo, e poi proseguite: vi aspetta la parte più impegnativa dell'itinerario.
La salita alla cima del Grona inizia al bivio subito prima del Rifugio (segnaletica presente). Il sentiero risale il versante est della montagna tagliano il pendio erboso piuttosto ripido in direzione Nord Ovest. Il sentiero dapprima risulta ripido, ma poi dopo i primi 150 metri di dislivello, senza tanti giri di parole, diviene davvero un sentiero per capre.... Cercate di salire con ritmo continuo, adeguato al vostro livello di allenamento. Al termine di questo tratto, sbucate alla Forcelletta a quota 1611 mt s.l.m. (bivio con cartelli). Da qui alla cima, vi manca ancora mezz'ora. Dalla Forcelletta appaiono tutte le cime della Val Cavargna, con particolare evidenza per il Pizzo di Gino, unico rilievo roccioso della cresta.
Seguite a sinistra l'indicazione per il Monte Grona, ed iniziate a salire ripidamente il versante nord della Montagna, su alcuni speroni rocciosi, aiutandovi talora con le mani, e tagliando alcuni ripidi pendii. Anche se questo tratto non è tecnicamente difficile o pericoloso, richiede molta attenzione. E' uno di quei tratti dove ci si può far stupidamente male, complicando non poco la gita... Quindi muovetevi con cautela, e guardate bene dove mettete i piedi. Se siete con bambini (a nostro avviso è consigliato che abbiano almeno 10 anni), devono essere già abituati a questo tipo di salite su roccette, con buona esperienza (altrimenti, godetevi il Rifugio sotto).
Questo tratto di salita vi porta finalmente a vedere la vetta e la croce del Monte Grona, e, quindi, ad un'ulteriore forcella (anche qui trovate dei cartelli), dove il vostro sentiero si raccorda con l'uscita della direttissima - ferrata - per escursionisti esperti (che sale le rocce del versante Sud Est della montagna). Ormai ci siete: ancora 5 -10 minuti e sarete in vetta.
Per salire alla cima, dovete arrampicarvi su un tratto roccioso, che guadagna da Ovest la cresta sommitale. Il tratto è assicurato con un cavo metallico, ricoperto di gomma (fate attenzione che il passaggio delle persone ha un pò' levigato le rocce). Il tratto, comunque, è breve (10-15 metri). Superata questa ultima difficolta, raggiungerete la vetta del Grona (2 ore in tutto da Breglia), che dispone di piccoli terrazzi erbosi su cui riposarvi.
Il panorama dalla cima è semplicemente spettacolare. Di fronte avete i Monti di Tremezzo, sotto la val Porlezza, con il lago di Piano, ed il ramo italiano di quello di Lugano. Più ad Ovest avete il gruppo del Monte Rosa. A Nord Ovest, come detto, avete le cime della Val Cavargna. A Nord/Nord-Est quelle della Valtellina. Ad Est, svetta inconfondibile la mole del Monte Legnone. Girando verso Sud, scorgerete il Pizzo dei Tre Signori, i piani di Bobbio con lo Zuccone Campelli, ed il massiccio delle Grigne (Grignone e Grignetta). E come se non bastasse tutto questo ben di Dio (davvero!), sotto di voi, a Sud Est i due rami del lago di Como e Bellagio. Godetevi la meritata meta della vostra fatica.
Dopo esservi adeguatamente riposati per recuperare bene le vostre energie, iniziate la discesa seguendo lo stesso percorso della salita, o se avete un buon allenamento, seguendo alla Forcelletta le indicazioni che portano alla chiesetta di Sant'Amate, percorrendo per un tratto la cresta erbosa del Monte Bregagno.
La discesa, anche se non effettuate deviazioni, risulterà non meno faticosa della salita. La ripidità del sentiero farà lavorare duramente i vostri quadricipiti. Quindi, in media, a meno che non siate ben allenati, impiegherete per scendere, le stesse due ore impiegate per salire. Ma ne sarà valsa la pena.
Buona passeggiata. Fabio Muriano
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