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Parliamo di tecnica...
- Paolol
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30 Ene 2019 11:27 - 30 Ene 2019 11:33 #6258 por Paolol
Respuesta de Paolol sobre el tema Parliamo di tecnica...
Parlando di sci la didattica è unica. C'è un testo italiano, tra l'altro aggiornato recentemente. Per insegnare bisogna diventare maestri e nella prova degli archi se non li esegui nel modo canonico puoi essere anche Hirscher ma non passi.
Tornando al ws ecco un esempio delle cose trovate. In questo video il principiante viene fatto partire già con entrambi i piedi nelle straps e plana in poco spazio.
Guardatelo dal min 1:00 è fermo, infila lo strap anteriore, poi il posteriore parte e plana.
Non ha la gamba di prua tesa e anzi l'istruttore al min 2.44 attribuisce la caduta nella vela al fatto che non tiene le gambe piegate.
Nel suo sito dice questo : ".... When your legs are straight there is a better chance for getting catapulted!!! ..."
Tornando al ws ecco un esempio delle cose trovate. In questo video il principiante viene fatto partire già con entrambi i piedi nelle straps e plana in poco spazio.
Guardatelo dal min 1:00 è fermo, infila lo strap anteriore, poi il posteriore parte e plana.
Non ha la gamba di prua tesa e anzi l'istruttore al min 2.44 attribuisce la caduta nella vela al fatto che non tiene le gambe piegate.
Nel suo sito dice questo : ".... When your legs are straight there is a better chance for getting catapulted!!! ..."
Última Edición: 30 Ene 2019 11:33 por Paolol.
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- ita4012
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29 Ene 2019 22:35 #6254 por ita4012
Perchè devi aver letto articoli, dove si dicono - da quello che scrivi - una marea di fesserie....
La fisica è una..... ed anche il modo per far entrare in planata la tavola, è sostanzialmente uno, con solo alcune lievi differenze di impostazione, a seconda delle condizioni offerte dallo spot in un dato momento, e dalla tavola e vela che si stanno usando.
Leggi molto attentamente questo articolo.....: www.waterwind.it/new/it/windsurf/per-imp...surf-la-planata.html
Ciao. Fabio
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Respuesta de ita4012 sobre el tema Parliamo di tecnica...
Paolol escribió: .......
Perchè tanta diversità ?
Forse nel windsurf è tutto più free e uno sperimenta un metodo ci si abitua e non sente necessità di cambiarlo ?
Perchè devi aver letto articoli, dove si dicono - da quello che scrivi - una marea di fesserie....
La fisica è una..... ed anche il modo per far entrare in planata la tavola, è sostanzialmente uno, con solo alcune lievi differenze di impostazione, a seconda delle condizioni offerte dallo spot in un dato momento, e dalla tavola e vela che si stanno usando.
Leggi molto attentamente questo articolo.....: www.waterwind.it/new/it/windsurf/per-imp...surf-la-planata.html
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- Marco Q
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29 Ene 2019 21:37 #6253 por Marco Q
Respuesta de Marco Q sobre el tema Parliamo di tecnica...
Passata l’influenza (non ci può essere altro motivo che giustifichi un’assenza cosi lunga da questa rubrica...)?
Permettimi di porti io una domanda prima di darti un’eventuale risposta: cerchiamo nella rete un metodo univoco per imparare la serpentina o il superparallelo? Credi ne troveremo uno universalmente e unanimemente condiviso ed approvato? La risposta (non proprio diretta) te la potrebbe dare Umberto Eco (ma forse per questo sito l’Amministratore la giudicherebbe un po’ forte).
Ora, io ti descrivo il sistema che TUTTI quelli che ho visto hanno messo in pratica (me compreso) fin dal 1986 qui sul lago di Garda:
- piede anteriore appoggiato sul piede d’albero e posteriore centrato posto tra le straps anteriori e la posteriore
- aggancio al trapezio aprendo e chiudendo la vela per far prendere velocità alla tavola
- appena la velocità aumenta spostare il piede anteriore di 10/15 cm indietro
- se la velocità tende ad aumentare spostare anche il piede posteriore indietro fino alla vite anteriore della strap posteriore
- se la tavola esce dall’acqha (inizio planata) e si stabilizza (non decelera) infilare il piede anteriore nella strap (tenendo il posteriore ben centrato lateralmente e esercitando una leggera pressione sulle dita per evitare che la tavola straorzi - la strap anteriore è posta sopravento)
- appendersi bene, chiudere la vela con decisione e, nel limite del possibile, portare il peso in avanti sbandato sopravento
- tenere un’andatura traverso/lasco per aumentare la velocità e quando in piena planata (tavola che scivola sull’acqua con la superficie bagnata inferiore al 50% della lunghezza)
- infilare la strap posteriore col piede dietro
- stringere il vento (traverso/bolina)
Tutto ciò dura dai 50 (per gli esperti non soprainvelati) ai 100 metri (tutti gli altri).
Chi infila il piede posteriore per primo ha il terrore di andare in catapulta, funziona ma per planare gli ci vuole la Baia di San Francisco, e comunque non ha capito bene la distribuzione del peso.
Planare prima e poi agganciarsi... di solito i principianti della planata tendono a partire un po’ soprainvelati, quindi volendo mettere in pratica questa tecnica dovrebbero avere braccia che fanno sembrare Schwarzy un riformato alla visita di leva. Mah?!
Prima infilare le strap e poi cercare la planata (vorrei assistere ad una dimostrazione con una tavola wave di qualsiasi volume...): possibile con una tavola voluminosa ma, anche qui, quando plani? La tavola “arerà” la Baia di Frisco per un paio di km almeno...
Gambe flesse e baricentro basso possono andare bene se (già plananti) si è molto soprainvelati con un piano d’acqua molto mosso ma a parte la sofferenza (e il divertimento?) l’effetto visivo “prova con le prugne” è assicurato.
È chiaro che le gambe (inizialmente soprattutto l’anteriore) vanno tenute tese se devono trasmettere la potenza della vela alla tavola per generare velocità; poi se su una o più onde, pur planando, non si vuole prendere il volo (saltare) si ammortizza flettendo entrambe le gambe (come sugli sci sulle cunette).
Sforbiciare? Quando si plana la tavola è sensibile come uno sci, ovvero la minima pressione esercitata sia sui bordi che sull’asse poppa/prua innesca un movimento repentino della stessa.
Nello sci alpino i movimenti sono codificati per ottenere un bello stile, spesso al di là della pura funzionalità e comunque si riferiscono alla sciata su neve battuta (e non ghiacciata) meglio se farinosa (quindi ideale); in neve fresca la tecnica è, non poco, diversa (se profonda, se pesante, se ventata...) e comunque tiene sempre molto in considerazione lo stile (giustamente), infatti in gara (funzionalità pura) lo stile è accantonato dai più (chi vince raramente lo fa con un elegante gesto atletico). Nel windsurf non esiste un Bello Stile, ogni esperto/campione ha il suo ma con basi comuni per la planata, la strambata/virata e le andature.
Un po’ prolisso ma, spero, esauriente.
Marco
Ps: terribili questi mesi di inattività forzata, eh? Fanno venire le idee più astruse e contorte e, peggio, ascoltare chiunque (sempre Eco!).
Permettimi di porti io una domanda prima di darti un’eventuale risposta: cerchiamo nella rete un metodo univoco per imparare la serpentina o il superparallelo? Credi ne troveremo uno universalmente e unanimemente condiviso ed approvato? La risposta (non proprio diretta) te la potrebbe dare Umberto Eco (ma forse per questo sito l’Amministratore la giudicherebbe un po’ forte).
Ora, io ti descrivo il sistema che TUTTI quelli che ho visto hanno messo in pratica (me compreso) fin dal 1986 qui sul lago di Garda:
- piede anteriore appoggiato sul piede d’albero e posteriore centrato posto tra le straps anteriori e la posteriore
- aggancio al trapezio aprendo e chiudendo la vela per far prendere velocità alla tavola
- appena la velocità aumenta spostare il piede anteriore di 10/15 cm indietro
- se la velocità tende ad aumentare spostare anche il piede posteriore indietro fino alla vite anteriore della strap posteriore
- se la tavola esce dall’acqha (inizio planata) e si stabilizza (non decelera) infilare il piede anteriore nella strap (tenendo il posteriore ben centrato lateralmente e esercitando una leggera pressione sulle dita per evitare che la tavola straorzi - la strap anteriore è posta sopravento)
- appendersi bene, chiudere la vela con decisione e, nel limite del possibile, portare il peso in avanti sbandato sopravento
- tenere un’andatura traverso/lasco per aumentare la velocità e quando in piena planata (tavola che scivola sull’acqua con la superficie bagnata inferiore al 50% della lunghezza)
- infilare la strap posteriore col piede dietro
- stringere il vento (traverso/bolina)
Tutto ciò dura dai 50 (per gli esperti non soprainvelati) ai 100 metri (tutti gli altri).
Chi infila il piede posteriore per primo ha il terrore di andare in catapulta, funziona ma per planare gli ci vuole la Baia di San Francisco, e comunque non ha capito bene la distribuzione del peso.
Planare prima e poi agganciarsi... di solito i principianti della planata tendono a partire un po’ soprainvelati, quindi volendo mettere in pratica questa tecnica dovrebbero avere braccia che fanno sembrare Schwarzy un riformato alla visita di leva. Mah?!
Prima infilare le strap e poi cercare la planata (vorrei assistere ad una dimostrazione con una tavola wave di qualsiasi volume...): possibile con una tavola voluminosa ma, anche qui, quando plani? La tavola “arerà” la Baia di Frisco per un paio di km almeno...
Gambe flesse e baricentro basso possono andare bene se (già plananti) si è molto soprainvelati con un piano d’acqua molto mosso ma a parte la sofferenza (e il divertimento?) l’effetto visivo “prova con le prugne” è assicurato.
È chiaro che le gambe (inizialmente soprattutto l’anteriore) vanno tenute tese se devono trasmettere la potenza della vela alla tavola per generare velocità; poi se su una o più onde, pur planando, non si vuole prendere il volo (saltare) si ammortizza flettendo entrambe le gambe (come sugli sci sulle cunette).
Sforbiciare? Quando si plana la tavola è sensibile come uno sci, ovvero la minima pressione esercitata sia sui bordi che sull’asse poppa/prua innesca un movimento repentino della stessa.
Nello sci alpino i movimenti sono codificati per ottenere un bello stile, spesso al di là della pura funzionalità e comunque si riferiscono alla sciata su neve battuta (e non ghiacciata) meglio se farinosa (quindi ideale); in neve fresca la tecnica è, non poco, diversa (se profonda, se pesante, se ventata...) e comunque tiene sempre molto in considerazione lo stile (giustamente), infatti in gara (funzionalità pura) lo stile è accantonato dai più (chi vince raramente lo fa con un elegante gesto atletico). Nel windsurf non esiste un Bello Stile, ogni esperto/campione ha il suo ma con basi comuni per la planata, la strambata/virata e le andature.
Un po’ prolisso ma, spero, esauriente.
Marco
Ps: terribili questi mesi di inattività forzata, eh? Fanno venire le idee più astruse e contorte e, peggio, ascoltare chiunque (sempre Eco!).
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29 Ene 2019 15:12 #6252 por Paolol
Parliamo di tecnica... Publicado por Paolol
In attesa di tornare in acqua mi sono letto, in rete, diversi siti sui consigli vari per planare.
Ho notato che spesso i consigli non coincidono.
Mi pare evidente che non ci sia una didattica "unica" e ognuno vada secondo esperienza e adattamenti.
Per esempio c'è chi consiglia di planare e poi agganciarsi, chi il contrario.
C'è chi consiglia di inserire i piedi nelle straps e poi planare.
Chi addirittura consiglia di inserire prima il piede di poppa e poi quello di prua perchè così sono impossibili catapulte.
C'è chi consiglia di tenere le gambe flesse e, di fatto, stare bassi perchè le gambe tese e il corpo alto causano catapulte.
C'è al contrario chi indica la gamba di prua tesa e l'altra leggermente flessa e il corpo ad assumere la forma di un 7.
C'è chi per orzare, planando, suggerisce di applicare pressione sul bordo sopravvento e chi di sforbiciare con i piedi imponendo alla tavola una rotazione.
Tutto questo solo per le varie posizioni del corpo ma la stessa diversità anche nelle regolazioni del rig.
Perchè tanta diversità ? Nello sci per esempio è tutto molto più codificato. C'è una scuola e una didattica italiana con gli istruttori e i maestri.
Nessuno ti farà tirare una curva con lo sci interno, sciare con le spalle ribaltate o seduto indietro.
Forse nel windsurf è tutto più free e uno sperimenta un metodo ci si abitua e non sente necessità di cambiarlo ?
Ho notato che spesso i consigli non coincidono.
Mi pare evidente che non ci sia una didattica "unica" e ognuno vada secondo esperienza e adattamenti.
Per esempio c'è chi consiglia di planare e poi agganciarsi, chi il contrario.
C'è chi consiglia di inserire i piedi nelle straps e poi planare.
Chi addirittura consiglia di inserire prima il piede di poppa e poi quello di prua perchè così sono impossibili catapulte.
C'è chi consiglia di tenere le gambe flesse e, di fatto, stare bassi perchè le gambe tese e il corpo alto causano catapulte.
C'è al contrario chi indica la gamba di prua tesa e l'altra leggermente flessa e il corpo ad assumere la forma di un 7.
C'è chi per orzare, planando, suggerisce di applicare pressione sul bordo sopravvento e chi di sforbiciare con i piedi imponendo alla tavola una rotazione.
Tutto questo solo per le varie posizioni del corpo ma la stessa diversità anche nelle regolazioni del rig.
Perchè tanta diversità ? Nello sci per esempio è tutto molto più codificato. C'è una scuola e una didattica italiana con gli istruttori e i maestri.
Nessuno ti farà tirare una curva con lo sci interno, sciare con le spalle ribaltate o seduto indietro.
Forse nel windsurf è tutto più free e uno sperimenta un metodo ci si abitua e non sente necessità di cambiarlo ?
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