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Era da tempo che non facevo un trekking nelle Grigne. Percorrendo il sentiero che sale al Rifugio Elisa da Rongio (Mandello del Lario), ho capito che ci sono ancora molte bellezze da scoprire tra questi monti.

 

Trekking: Rifugio Elisa da Mandello del Lario (Grigne)

 

Da ragazzo ho fatto di tutto sulle Grigne: sono salito sul Grignone a 12 anni; ho arrampicato sulle torri delle Grigna meridionale (Grignetta); ho fatto la traversata alta e bassa, ed  il sentiero della direttissima in invernale; ho raggiunto buona parte dei rifugi. Insomma, pensavo di aver già visto molto, ed in occasione delle ultime gite, mi ero orientato a camminare su altre montagne.

Ed invece uno degli ultimi trekking effettuati (da Abbadia Lariana alla cascata del Cenghen), e questo al Rifugio Elisa, mi hanno costretto a capire che la natura, la geologia ed i paessaggi di queste montagne hanno ancora molto da offrire.

Il versante che scende verso il lago è quello che, effettivamente, ho esplorato meno finora, per via dei dislivelli, che, partendo dalle frazioni dei paesi rivieraschi, sono significativi. Ma è quello che, probabilmente, dal punto di vista geologico e paesaggistico, merita maggiormente.

Non avevo ancora mai raggiunto il Rifugio Elisa, e così domenica scorsa (19 maggio 2024) ho deciso di andarlo a scoprire.

Sono partito da Rongio, frazione di Mandello del Lario. Ho parcheggiato comodamente nei pressi del piccolo campo sportivo (vedi la mia traccia qui sotto). Vi sono altre possibilità di parcheggio un po' più in alto, intorno al nucleo storico della frazione. La mia traccia, in realtà registra la discesa dal rifugio al parcheggio. All'andata, ho percorso esattamente lo stesso itinerario.

 

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Da Rongio, 400 circa metri s.l.m. (trovate le indicazioni del sentiero già nei pressi del bar del paese), imboccate il sentiero numero 14, una comoda mulattiera, con selciato in pietra, che, per circa due km, fino al cosiddetto Ponte di Ferro, procede piacevolmente nel bosco, in sponda idrografica sinistra del torrente Meria, senza significativo dislivello. Per tutto il percorso, il sentiero è evidente, ed in buone condizioni di manutenzione. La segnaletica è frequente, e chiara. Non vi sono mai problemi di orientamento.

L'abbondanza di piogge e nevicate di questa primavera ha riempito d'acqua i torrenti, che domenica rombavano tutto intorno. Al Ponte di Ferro, in particolare, si possono ammirare marmitte e cascate e pozze d'acqua smeraldina davvero stupefacenti. Dal Ponte di Ferro, la mulattiera inizia a salire. Per quanto una serie infinita di tornanti, sapientemente disegnati, serva a ridurre la pendenza, l'inclinazione del tracciato rimane accentuata, anche se non estrema, fino a 1 km circa dal Rifugio. Trovate il vostro ritmo, e salite con pazienza.

Per fortuna, avrete spesso molti motivi di distrazione. Il primo lo trovate poco sopra il Ponte di Ferro, e si tratta della Grotta Ferrera (o dell'Acqua Bianca), una delle tante cavità naturali in queste montagne caratterizzate dal carsismo, lunga ben 135 metri e larga 35 metri circa. Vale la pena portarsi una efficace sorgente di illuminazione per ammirarne ed esplorarne un po' l'interno.

Poco prima, oltre la grotta, sulla sx (verso Nord) si stacca il Sentiero per la Gardata. Salendo, si inizia a godere dell'interessante panorama dell'alta Val Meria, e, verso SE, in particolare, delle famose guglie rocciose della Grigna meridionale (storica palestra di arrampicata), sopra il Rifugio Rosalba.

Superata la quota di 1000 metri, al centro della vallata, un po' sopra uno sperone roccioso, si inizia ad intravedere il Rifugio, che appare ben sopra di voi. Non vi fate scoraggiare. Verrete ripagati ampiamente dal panorama in quota.

 

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La salita prosegue ripida fino ad 1 km circa dal rifugio (30 minuti circa dalla meta). Approfittatene per fiatare un po', procedendo quindi in piano o leggera pendenza su un sentiero più stretto, e non pavimentato. Si supera una prima svolta per la Val Cassina (e la Ferrata del Sasso dei Carbonari ed il Rifugio Bietti).

Si passa dalla baita Aser (1350 metri), oltre la quale il sentiero gira verso ESE, e torna a salire, per superare un paio di ultimi rilievi. Da alcuni punti di questo tratto, si inizia già a vedere tutta la vallata, giù fino a Mandello, al lago, ed i paesi sui versanti della sponda opposta.  Notevole anche l'immagine delle pareti del Sasso Cavallo e del Sasso dei Carbonari, che ammirerete ancora di più dal Rifugio. 

Un ultimo sforzo vi consente di raggiungere il Rifugio Elisa, piccolo ma accogliente, a quota 1515 metri (1100 metri di dislivello).

Camminando con un buon passo, e senza troppe soste, si impiegano 2,5 ore circa per coprire il percorso. Le inevitabili soste ai tanti punti panoramici allungheranno i tempi a circa 3 ore.  Il Rifugio è un'ottima base di partenza per tante escursioni intorno: alla vetta della Grigna settentrionale, e meridionale, al Rifugio Rosalba, al Rifugio Bietti, ed alla Porta di Prada (arco naturale stupefacente), ecc. Vale la pena, quindi, pernottare qui, almeno un weekend, per esplorare meglio la zona.

Il ritorno può avvenire dallo stesso sentiero di salita, o passando dalla Gardata (sentiero 18 poco sotto la Baita Aser, per poi ricongiungersi con il 14 nei pressi della Grotta Ferrera).

Un gran bel giro!

Buona passeggiata. Fabio

Clicca qui per goderti il video dell'escursione

 

 

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