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Pozo Izquierdo: nel dubbio..... partire sempre.
- Livia
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Livia escribió: Grazie Fabio,
più che autostima (non ci ho mai pensato) direi che viaggiare aumenta la passione per uno sport e fa crescere il proprio bagaglio culturale; ho sempre amato parlare lo spagnolo e l’inglese, farlo per il windsurf è ancora più affascinante.
Hookipa non mi attira molto, non per le onde, ma per tutto un contesto che al momento non mi ha dato molti spunti. Magari l’Australia, ci sono stata con la laurea, ma lì bisognerebbe veramente andarci a vivere per un paio di mesi.
Quello che mi piacerebbe davvero è farmi un calendario di massima in base alle stagioni, alle disponibilità di tempo (non facile), fermo restando che nulla è più bello dell’imprevedibilità.
Mi piacerebbe andare ad Oman, ma ci sono due cose che mi fermano: il caldo e “se vai in acqua in costume ti arrestano”.
Comunque per ora, la prossima tappa è Tenerife.
Intendevo dire che dopo che sei uscito/uscita in posti come Pozo, l'Oman, il Sud Africa, ecc... la volta successiva che esci nei medesimi posti, hai il coltello tra i denti, e sicuramente meno remore. E' anche solo una questione psicologica. Sicuramente, dopo aver surfato (e bene) onde di tre metri e mezzo in Oman, la mia autostima è cresciuta, e la prossima volta che entrerò in acqua in Oman, o almeno negli spot più facili del Sud Africa, sarò ben più agguerrito.
Quanto all'Oman, a Masirah (l'isola) il caldo è sopportabile e tendenzialmente piacevole. Quanto al surfare in costume, leggi bene...: ho scritto che si surfa in costume, per NON farsi arrestare.... Kashiit è uno spot veramente molto didattico. Poi, confermo che il viaggio è più faticoso del SA, ma credo meno del Brasile.
Ciao. Fabio
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- Livia
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più che autostima (non ci ho mai pensato) direi che viaggiare aumenta la passione per uno sport e fa crescere il proprio bagaglio culturale; ho sempre amato parlare lo spagnolo e l’inglese, farlo per il windsurf è ancora più affascinante.
Hookipa non mi attira molto, non per le onde, ma per tutto un contesto che al momento non mi ha dato molti spunti. Magari l’Australia, ci sono stata con la laurea, ma lì bisognerebbe veramente andarci a vivere per un paio di mesi.
Quello che mi piacerebbe davvero è farmi un calendario di massima in base alle stagioni, alle disponibilità di tempo (non facile), fermo restando che nulla è più bello dell’imprevedibilità.
Mi piacerebbe andare ad Oman, ma ci sono due cose che mi fermano: il caldo e “se vai in acqua in costume ti arrestano”.
Comunque per ora, la prossima tappa è Tenerife.
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- ita4012
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Hai provato anche Pozo. Ti rimangono solo Hookipa, l'Australia, e qualche altro spot famoso....
Rompere il ghiaccio (possibilmente, senza rompersi la testa o l'attrezzatura), aiuta ad aumentare l'autostima, ed ovviamente migliora la confidenza con lo spot.
Ormai, sei pronta per il Gran Canaria Wind and Waves Festival del prossimo anno!
A presto. Fabio
P.s. Ora ti riposi un po', o ad Agosto vai a Matanzas????
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- Livia
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Fare un report su Pozo Izquierdo è davvero una sfida: come si fa a descrivere uno spot che, o per esperienza diretta o per le tante immagini e video, tutti quanti abbiamo visto e ne abbiamo sentito parlare?
Beh, forse è più semplice andare a Pozo che descriverlo, senza essere scontata, ma ci provo, lasciando per ultimo le note tecniche dello spot.
Come il Sud Africa, Pozo è il Windsurf: c’è vento, ci sono giovani, c’è semplicità.
Come il Sud Africa, Pozo non è lo spot delle domande, ma dell’azione: bisogna andarci ed agire, che quello che si può trovare, lo si sa solamente quando si arriva. Ed a quel punto, c’è poco da pensare: fino a quando non ci sono le giornate da 60 nodi, è uno spot per chiunque sappia planare e non abbia problemi con la partenza dall’acqua.
Sono partita per Pozo con mille dubbi e riserve: “chissà cosa farò, riuscirò ad entrare in acqua ed a restarci” ecc ecc ecc. Ed invece è andato tutto alla grande, ma non perché io sia brava, non lo sono e non lo sarò mai, ma perché il windsurf è fatto di obiettivi, che si raggiungano o meno, e le trasferte sono fatte per andare incontro a situazioni che normalmente non troveremmo.
E quindi come per Malcesine, come per il Sud Africa, si entra in acqua e si fa quel che si può, perché l’importante è davvero divertirsi; e come si può non divertirsi e sentirsi sicura vedendo le ragazzine ed i ragazzini (età minima dodici anni) che fanno forward e surfano le onde come se lo facessero da sempre.
Non è il principio che “se ce la fa un bambino ce la posso fare anch’io”, ma, proprio perché un bambino mi dimostra che l’impossibile è possibile, bisogna osare e crederci.
Guardando i moltissimi campioni, si pensa “loro sono inarrivabili” e ci sentiamo delle nullità (ed in effetti è così); di fronte ai più piccoli, non ci sentiamo né giganti né nani, ma semplicemente persone che da loro hanno tutto da imparare e che a noi hanno solo da insegnare.
E via quindi a saltare sulle rampe, a cadere e ripartire come fanno loro senza paura, a surfare le onde anche se il vento strappa la vela; poi provando e riprovando, mi viene in mente che “basta” chiudere con più decisione la bugna e via chiudendo le strambate.
A Pozo protagonista non è il windsurf, ma sono i giovanissimi che dimostrano che loro non hanno bisogno d’incoraggiamento per agire.
I ragazzi a Pozo fanno la differenza, ma, diciamoci la verità, la differenza la farebbero ovunque.
In conclusione, anche questa volta: partire ed osare, che le cose sono più difficili viste da terra.
Mi sono divertita tantissimo ed una delle emozioni più belle è stato telefonare ad un mio amico e dirgli “mi avevi detto che non mi sarei divertita, perché era troppo…. Hai ragione…. È troooppppoooooooo bello questo spot” e ci siamo fatti una grassa risata.
Note tecniche:
si esce mure a sinistra, non si deve arrivare vicino al bunker perché poi diventa complicato rientrare, attenzione complicato non impossibile;
calzari… boh. Io non li ho mai usati, salvo la prima volta, si scivola sui sassi, ma nada mas, e comunque il windsurf a piedi nudi giustifica qualche taglietto, ogni tanto.
Vento: ci possono essere giornate da vento impossibile, 50 nodi, per fortuna non le ho vissute.
Il vento di media inizia già dalla mattina, ma comincia a dare il suo meglio da mezzogiorno in avanti; si fa tempo a fare una bella uscita di un paio d’ore, riprendersi e ricominciare fino al tramonto. Io ho usato come vela più grande la 4,5, come vela più piccola la 3,4.
Quando il vento è da nord, si va a Vargas per le onde.
Muta: shorty.
Casco: d’obbligo in certe giornate o per certe manovre.
Noleggio: Pozo wind, fantastici sotto ogni punto di vista, i migliori che abbia mai conosciuto!
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