Il Tabou Da Curve è da tempo una delle tavole wave di riferimento del mercato. Il modello 2020 conferma le eccezionali prestazioni di questa tavola da windsurf, in grado davvero di far divertire gli appassionati del waveriding. In questo articolo, vi raccontiamo le nostre impressioni relative al modello 2020, da 88 litri.

Windsurf, test: Tabou Da Curve 88 2020

Da alcuni mesi, sono il felice possessore di questa tavola. Possiedo già ed uso con soddisfazione un Tabou Da Curve 2016, da 80 litri, che è stato il mio fedele compagno di viaggio nelle trasferte in Sudafrica, Marocco, ed Oman (leggete la recensione di questa tavola).

Sentivo, però, il bisogno di concedermi qualche litro in più, per gli spot e le giornate con vento più leggero, o instabile. Ho avuto l'occasione di un'offerta su Easy Surf Shop, ed ho acquistato ancora una tavola di questo modello, edizione 2020.

Ho avuto qualche dubbio se procedere all'acquisto, in quanto notoriamente, il Tabou Da Curve è considerata una tavola radicale, che richiede tecnica e buone condizioni, al pari di modelli come il Quatro Pyramid, o il Goya Custom 4, ad esempio. Avevo ipotizzato di prendere il Goya Custom 3, o il Fanatic Grip, tavole notoriamente tolleranti e polivalenti.

Dopo questi mesi di prova, in cui ho avuto modo di testare la tavola sia in condizioni mediterranee che oceaniche, posso dire che il feeling è stato immediato, che la tavola mi si adatta come una comoda pantofola, e che si è confermata una tavola radicale, ma anche con una polivalenza ben maggiore di quella che ci si potrebbe immaginare. Il duo Traversa - Vollenweider, ancora una volta, ha fatto un ottimo lavoro, ed ha sfornato un ottimo progetto.

Innanzitutto, vediamo i dati tecnici della tavola:

Lunghezza: 227 cm

Larghezza: 57,5 cm 

Peso: 6,5 kg

Pinne: Tre scasse slotbox. Laterali: 2 x T lab New Carver 11; Centrale: 1 x T lab Zinger 18

Sail Range: 4.2 - 6.1 (onestamente, non useremmo mai questa tavola con una vela da 6,1 metri quadri...).

Spot di effettuazione del test: Albenga (Italia, Liguria); Viana do Castelo (Portogallo); Playa San Xurxo e Playa Traba (Galizia, Spagna). Piano d'acqua formato, con chop, o onde fino a 2,5 - 3 metri, sia swell con onde lisce ed ordinate, sia beach break più caotico,  vento dai 20 a 30 nodi circa.

Già da un primo esame visivo, si nota che si tratta di una tavola wave dallo shape abbastanza classico, come piace a me, ovvero lunga e stretta. Rocker piuttosto dritto, poppa corta, e rails sottili a poppa. Possibilità di settarla solo come trusther, configurazione che, personalmente, prediligo decisamente (tavola più veloce).

Le prove in acqua hanno decretato che si tratta di un cavallo di razza che vuole belle condizioni per apprezzarne fino in fondo le qualità, e per far divertire appieno il rider. Ad Albenga, con mare choppato e disordinato, in occasione della prima uscita con questa tavola non ho avuto modo assolutamente di rendermi conto delle sue eccellenti performances.

E' in Portogallo ed in Galizia, con swell di qualità, vento disteso, e piano d'acqua tra le onde più ordinato, che mi sono reso conto di avere sotto i piedi un purosangue, che mi ha regalato subito sensazioni fantastiche, e mi sono immediatamente innamorato di questa bambina.

Innanzitutto, è una tavola che davvero entra in planata rapidamente, e che ha un'ottima velocità di punta, per essere una tavola wave. Parte presto, tiene la planata anche nei cali di vento momentaneo, e corre parecchio. Lo shape stretto fa sì che fenda bene il mare formato, ed, insieme alla notevole velocità, che abbia tanto abbrivio. Nel mare disordinato (ovvero, con chop caotico), comunque non fa miracoli e sbatte.

Queste caratteristiche sono fondamentali, per entrare bene nel vento, in virata veloce, con tanto sostegno a prua nel cambio di bordo, e fanno si che la tavola esca dal bottom turn con tanta velocità e potenza da sfruttare nel cut back. 

In secondo luogo, è impressionante quanto la tavola possa risalire bene di bolina. A Viana do Castelo, in pochi minuti, sono risalito dalla zona dello spot sotto vento, dove ero andato a prendere le onde migliori, a quella sopra vento, circa 500 metri, da dove ero uscito. Questa peculiarità, un elemento distintivo del Da Curve, consente di prendere più onde, ed, in generale, di bordeggiare con molta sicurezza.

Ma è nel waveriding vero e proprio che la tavola mi ha davvero entusiasmato. E' una tavola che va ovunque voglia il rider. Disegna curve strette, e decise, o larghe e veloci. Spingendo bene con i piedi (prima il posteriore per far mordere il rail, e poi l'anteriore per mantenere velocità), si possono effettuare dei bottom turn davvero veloci, arrivando al cut back con l'energia necessaria per fare quello che si vuole: impattare la parete ed il lip dell'onda per un cut back sostenuto, per un aerials, o per un cut back radicale, invertendo quasi completamente la direzione di marcia, per riportarsi sopra vento, sull'onda e riiniziare il gioco, e prolungare la surfata quanto più tempo possibile, caratteristiche dell'onda permettendo. Quest'ultimo aspetto davvero mi ha colpito e fatto divertire tanto.

La lunghezza della tavola consente anche di spostare e distribuire bene il peso in surfata, con un adeguato movimento in avanti ed indietro del corpo per cambiare assetto, e soprattutto per riuscire a rimanere sul lip, spostando il peso in avanti, e recuperare la surfata sull'onda, quando possibili errori del rider, o il vento un po' fiacco, rischiano di far passare l'onda sotto la tavola.

La tavola risulta anche molto facile ed intuitiva nei fondamentali (virata veloce e strambata).

Insomma, penso che avremo una lunga relazione insieme, e che diventerà la mia compagna di viaggio, in giro per gli spot wave nel mondo.

Aloha. Fabio