Marco Quattrina, rider gardesano, ha avuto modo testare accuratamente le tavole Helix V1 e V2, ovvero il modello freewave di casa Simmer. Simmer sta crescendo molto nelle prestazioni delle tavole offerte, e questa obiettiva recensione di Marco ci da alcune conferme in tal senso.
Windsurf, test tavole freewave: la Simmer Helix V1 2017, e la V2 2018/19
Dopo una prova pratica durata 5/6 uscite miste Ora (maggiormente) e Peler con il modello 105 (lt) dovuta alla grande disponibilità dell’agente Simmer per l’Italia Claudio Bertagna, ho ceduto (di buon grado) all’acquisto del 115, che reputavo, a ragione, più consono alla mia stazza (90/95 kg). La scelta si è rivelata azzeccatissima, almeno per l’uso e le prestazioni che richiedo alla mia (unica) tavola.
Caratteristiche tecniche e equipaggiamento:
La tavola è arrivata con corriere imballatissima (particolare che denota la cura che Simmer dedica ai propri prodotti più fragili anche se ingombranti), scatolone rettangolare, imballo con schiuma attorno alla tavola e una calza (!) bianca di un tessuto sintetico simile al Jersey di cotone che avvolge la tavola (conservato con cura, non si sa mai...); 3 straps marchiate Simmer di buona fattura tradizionale (tipo Dakine) e UNA pinna freeride 34 powerbox in G10 con relativo fodero, anch’essa marchiata Simmer, completano la dotazione.
La tavola ha 3 scasse in carbonio, una PB centrale e due slotbox (con uno standard leggermente diverso dagli altri SB, ma facilmente adattabile) laterali; pads abbastanza spessi monocolore (bianchi) con inserti multiposizione ma solo interni, come del resto si conviene ad una tavola che si definisce freewave, infine la valvola autoregolante in goretex (avrei preferito la tradizionale) ed una finitura, dove non presente l’antisdrucciolo, molto aggressivo, (quindi anche carena) a specchio (che non riscuote la mia approvazione: troppo delicata). La grafica scelta evidenzia la forma tradizionale dell’outline: prua affusolata e poppa ancora di più!
Misure: 237x67, senza esagerazioni, in linea con le quote della maggior parte delle tavole attuali di questo tipo. Il peso è nella norma, ovvero non leggera come un JP Pro ma in linea con i molto celebrati Goya e Quatro.
Sull’acqua
Modello V1 (2017)
Dopo ormai due stagioni intere e molteplici prove fatte, soprattutto con le pinne, posso dire di esserne entusiasta.
Doverosa premessa, non faccio freestyle e la tavola precedente era un Goya Custom Quad 118 (che mi è piaciuta, ma con l’unico neo della velocità di punta ridotta, che qui al lago pesa, soprattutto quando si vuole saltare).
Non l’ho MAI usata singlefin, ho montato sin da subito una pinna wave onshore da 21 con una coppia di laterali wave da 11; con questo assetto la tavola è piatta sull’acqua ma non sbatte, bolina discretamente, è molto veloce, gira benissimo sia con raggio ampio che più stretto (a patto di non tenere il piede d’albero troppo avanzato) e per ciò che riguarda la planata, è tassativo mandarla al lasco sin da subito se non si è bene invelati.
Durante questa estate ho voluto fare, leggendo articoli vari in rete (anche del buon Lanteri) e parlandone con più esperti di me che frequentano assiduamente sia il Benaco che le coste mediterranee che quelle sudafricane, degli esperimenti rivelatesi illuminanti; ho acquistato, sul sito relativo, delle pinne laterali K4 Ezzy asimmetriche 14 inclinate di 1 grado alle quali ho abbinato una pinna wave 20 di area ridotta rispetto alla media (fondo di magazzino)... la tavola ha cambiato comportamento! Bolina meglio, plana prima e risulta pochissimo penalizzata in strambata e pressoché nulla nella velocità di punta (evidentemente la asimmetria e la convergenza delle pinne laterali lavorano bene in questo senso), una soluzione che mi sento di consigliare a chiunque abbia un thruster che utilizza prevalentemente in condizioni onshore (e che altri qui utilizzano da anni con soddisfazione).
Modello 2018
Stesse caratteristiche del precedente, con l’eliminazione dei nei sopradescritti, ovvero finitura opaca (che ha contribuito anche ad un risparmio di peso), antisdrucciolo meno aggressivo e, non ultima, grafica molto gradevole ed accattivante corredata di pads in tinta.
Montata con identico assetto della precedente mi è parsa sia più leggera che più rigida e quindi più pronta alla planata.
Claudio Bertagna dice che lo shape e soprattutto la costruzione sono stati rivisti (ma anche il listino di un paio di fogli da 100, sempre però al di sotto della concorrenza) in meglio.
Conclusioni
La Helix è un ottimo prodotto, offerta ad un prezzo sensibilmente inferiore rispetto alla concorrenza, finalmente (2018/19) con un look adeguato e con una doppia anima, molto diversa a seconda dell’assetto scelto; inutile dire che il sottoscritto, gardesano, preferisce la wave.
Per completezza di informazioni, il set di vele usato, wave ovviamente, è: 6.0/5.3/4.7; comportandosi bene con ogni misura ma dando il meglio, o forse la mia personale preferenza, con la 5.3;
non sentendola però sovradimensionata con la 4.7 (fino a 35 nodi).
Spero questa recensione sia utile a chi volesse cambiare tipo di tavola. Per la cronaca, pur non essendo ancora molto diffusa, chi la possiede (diversi volumi, ma sempre in assetto thruster) ne parla, come me, molto bene.
Ciao. Marco.
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